抖阴社区

25 aprile 1828

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Nelle settimane seguenti partecipai a diversi salotti, sia a casa Tomlinson che in altre enormi ville con ricchissimi proprietari pronti a spendere soldi per ospitare tutta quella gente e sentire i loro pensieri.

In ogni incontro portavo versi di scrittori molto importanti, per lo più italiani che avevano idee di libertà ed emotività; mi ero fatto tanti amici come tanti nemici.

Gli illustri che partecipavano agli incontri con me erano ormai schierati, c'era chi era d'accordo con le mie idee, che si batteva per sostenerle anche in ambiti diversi dalla letteratura e poi c'era chi era d'accordo con lui.

Ogni volta che eravamo presenti entrambi, cioè quasi sempre, era una guerra aperta: iniziavamo a scambiarci battute acide ancora prima del via libera e quando lo davano era la fine, una guerra vera e propria dove nessuno stava mai fermo.

Non ci potevamo vedere, non ci potevamo sopportare, non ci potevamo tollerare: era odio. Odio puro. Mi succedeva spesso, quando andavo a questi salotti, il mio obiettivo era suscitare qualcosa nelle persone ma quando mi fermai qui a Londra non mi aspettavo di trovare una testa del genere: estremamente convinto, estremamente cocciuto, estremamente passato.

Era ora di dare spazio a qualcosa di nuovo. Oggi avevo deciso di presentarmi a casa Payne per un salotto; i Payne erano degli intellettuali molto famosi per i loro salotti stratosferici.

Indossai un completo giacca e pantaloni neri con sotto una camicia rosa con tre bottoni slacciati. Decisi di non indossare il panciotto ma optai per un cappello, anch'esso nero che poggiava sui miei lunghi ricci.

Era il momento di farlo esplodere, di farlo cedere.

Mi incamminai verso le 15 come al solito, e arrivai alla villa in perfetto orario. Rimasi a bocca aperta davanti all'immensità di quella villa: molto più grande di tutte quelle in cui ero mai stato.

All'entrata mi offrirono il tè e mi presero il cappotto; varcato l'ingresso mi ritrovai in quello che era un piazzale, non un salotto. Era come vederne tre tutti attaccati insieme.

Le persone presenti erano anch'esse triplicate ma ormai ero molto noto in questa zona quindi ne conoscevo la maggior parte.

Presi il mio solito posto a fianco di Niall, che si è rivelato d'accordo con me. Restammo seduti ad aspettare l'inizio quando poco prima di esso, lui fece il suo ingresso nella stanza: indossava un completo blu scuro e una camicia bianca che metteva in risalto il mare nei suoi occhi.

Non ebbe il tempo di aggredirmi però perché entrarono i padroni di casa: Karen, Geoff e Liam Payne. Quest'ultimo era molto giovane, avrà avuto l'età di Niall.
-Buona sera a tutti signore e signori, siete moltissimi anche oggi, è un piacere avervi qui!-

Mentre Liam parlava la mia attenzione fu attirata dagli occhi che mi guardavano dall'altra parte della stanza, li sentivo bruciare su di me e vedevo chiaramente il tono di sfida con cui mi stava guardando: difficile da non notare con quei fari luccicanti.

Quando fui sicuro che mi avesse visto distolsi lo sguardo con assoluta indifferenza, come se non me ne importasse e la mano si spostò di scatto nella tasca, non dovevo dimenticare nulla.

Quando Liam diede il via dovetti subirmi l'incontro dei musicisti di cui lui stesso era protagonista, anche se fui felicemente sorpreso di trovare degli "amici" anche tra loro.

L'ultimo brano fu a mio parere, il migliore anche se non mi intendo per niente di musica.

Durante gli applausi colsi l'occasione di alzarmi e raggiungere il mio nemico. -Ma ciao Lou-Lou, anche tu qui? Ho sentito dire che i padroni di casa non la pensano come te, è bello vedere che ci provi comunque-

I'll see your face again | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora