**
Ritornare a Londra dopo due anni - che gli erano sembrati un'eternità - fu una delle cose migliori che gli fossero mai capitate in quell'ultimo periodo della sua vita.
Sebbene gli fosse particolarmente piaciuto vivere e studiare a Los Angeles - a parte quel piccolo dettaglio che portava il nome di Ben - nessuna città o grande metropoli avrebbe mai potuto sostituire la sua amata Londra. Gli era mancato terribilmente il suo vecchio appartamento, le cene da Nando's, i magazzini Harrods - "All the things for all people everywhere" - e l'enorme metropolitana sempre gremita di persone indaffarate. L'aria di culture differenti che si poteva respirare ad ogni angolo di strada, l'ora del thé alle cinque in punto - un'usanza che, ormai, era poco diffusa tra le nuove generazioni ma che lui aveva sempre rispettato, un po' come se fosse stato un suo rituale personale - lo shopping a Trafalgar Square e i mercatini a Camden Town.
Harry non vedeva l'ora di ricreare quella meravigliosa routine che aveva lasciato nella sua città prima di trasferirsi, assieme ai ricordi e ai suoi amici.
Una delle cose che gli era mancata di più, però, era la piccola sala da thé in cui era solito rifugiarsi quando ne aveva bisogno. Doveva prendere la metro per raggiungerla e ci impiegava sempre quarantatré minuti esatti, ma a lui non era mai interessato. Adorava viaggiare con la metropolitana e, prima di trasferirsi a Los Angeles, ogni giorno aveva l'abitudine di scegliere una linea qualsiasi e scendere solamente al capolinea, per poi ritornare indietro.
Non aveva mai capito il perché ma, in qualche assurdo modo, trovarsi su quel treno sotterraneo riusciva ad infondergli una certa calma e a mandare via per un po' tutta la sofferenza che era costretto a sopportare ogni giorno.
Quella minuscola, quanto familiare, sala da thé, in ogni caso, era sempre stato il suo nascondiglio per eccellenza.
Non era mai affollata e vendeva i peggiori pasticcini di tutta Londra, ma, se proprio doveva essere sincero, ad Harry non era mai importato così tanto dei pasticcini.
Ed era proprio lì che si stava recando quella mattina.
S'era alzato, aveva infilato rapidamente i soliti vestiti - una delle sue usuali felpe giganti, i jeans stretti scoloriti e strappati all'altezza del ginocchio e il paio di stivaletti scuri - e poi, dopo aver recuperato le chiavi e il cellulare, era uscito frettolosamente dall'appartamento senza voltarsi indietro.
La metro era affollata e chiassosa come al solito, ma a lui non dispiacque. Il rumore gli riempiva il cervello, impedendogli di pensare e questo era decisamente ciò di cui aveva bisogno. Quarantatré minuti più tardi era ritornato in superficie ed aveva imboccato direttamente una stradina secondaria fino a trovarsi dinanzi alla semplice insegna della sala da thé che volgeva sull'altro lato della strada principale.
Aprì la porta vetrata con un sospiro, udì il campanellino all'estremità superiore tintinnare rumorosamente e non appena mise piede in quella sala, il dolce odore di vaniglia misto al forte aroma di svariati tipi di thé invase direttamente le sue narici. Inspirò a fondo e un sorriso gli increspò le labbra rosse.
La Road House - strano nome per una sala da thé - era vuota a quell'ora del mattino e niente sembrava essere cambiato dall'ultima volta in cui era entrato lì dentro. Il lungo bancone sul fondo, la porta della piccola cucina, la decina di tavoli rotondi in mogano scuro, le pareti tappezzate di poster di vecchie band e quadretti con all'interno foto altrettanto datate, la grande vetrata che dava sulla strada già gremita di persone indaffarate e il grosso impianto stereo di vecchio stampo in un angolo remoto dalla stanza. Era davvero un posto molto eccentrico per essere una sala da thé, ma a lui piaceva da morire. Tutto era proprio come lo ricordava e questo contribuì a risollevare decisamente il suo umore.
- Harry!
Alla vista della proprietaria il ragazzo accentuò il proprio sorriso, facendo sì che le fossette gli apparissero sulle guance.
Ally non era cambiata d'una virgola, si disse ridacchiando internamente.
La venticinquenne alta un metro e sessanta con i capelli verde scuro - cambiava colore ogni volta che le pareva, a quanto ricordava - gli occhi vispi, i litri d'inchiostro iniettati nella pelle chiara, il sorriso furbo, l'accento italiano che solo un orecchio ben allenato avrebbe potuto notare e una parlantina niente male lo guardò con palese stupore negli occhi spalancati.
Harry adorava quella ragazza.
Sebbene non conoscesse affatto la sua reale situazione era sempre stata lì per lui senza neanche rendersene conto, distraendolo con i suoi deliri e le discussioni su qualsiasi argomento le passasse per la testa, offrendogli conforto e una tazza di thé anche e, soprattutto, quando Ben era arrivato a vietargli persino di incontrare i suoi migliori amici al di fuori dell'orario universitario. Probabilmente lei era una delle persone che gli era mancata più di tutti.
- Ally!
La giovane gli si avvicinò di corsa, tutta sorridente. Gli fece segno di chinarsi - Harry era davvero molto più alto rispetto alla ragazza - e lui si sporse verso di lei, convinto del fatto che volesse abbracciarlo, ma.
Si ritrovò a gemere sorpreso non appena gli diede un buffetto abbastanza forte sulla nuca.
- Sono ben due anni che non ti fai vedere, razza di ingrato! Mi spieghi che diavolo di fine hai fatto? Ho pensato seriamente che fossi morto! Non hai risposto neanche alle mie chiamate, Harry. Sei un bastardo!
Harry scoppiò a ridere senza potersi trattenere prima di stringere la ragazza in un abbraccio spaccaossa, scusandosi a mezza voce con il viso affondato nella sua spalla.
Dio gli era mancata così tanto.
- Non è stata una mia decisione, Ally.
Allyson sospirò e aumentò la presa sulle sue spalle, mordicchiandosi l'interno della guancia per qualche istante. Non conosceva i dettagli, ma poteva tranquillamente immaginare che quei due anni d'assenza fossero dovuti ad una decisione presa esclusivamente dal fidanzato del riccio. Inoltre sapeva bene che quel Ben non fosse altro che una spina nel fianco, assolutamente non adatto alla persona d'oro che stava stringendo in quel momento, ma non aveva mai realmente aperto l'argomento con Harry.
- Mi sei mancato così tanto, Hazza.
- Anche tu. Non sai quanto.
La ragazza lo staccò leggermente da sé e spalancò la bocca nel vedere le piccole lacrime che avevano preso a scorrere sul viso di Harry.
- Oh. Non piangere, Harry. Qualsiasi cosa sia accaduta adesso sei di nuovo qui, okay? Andrà tutto bene.
Il riccio annuì, stringendola ancora per qualche tempo. Riuscì a tranquillizzarsi e riacquistò nuovamente il sorriso stanco di poco prima.
- Babe Yorkshire tea, non è vero?
- Mi conosci così bene, Ally!
Una manciata di minuti più tardi i due ragazzi erano seduti ad uno dei piccoli tavoli liberi con una tazza di thé bollente davanti. Un vassoietto carico di pasticcini era posato al centro del tavolo circolare e in sottofondo v'era la voce soffusa di Matty Healy - perché la ragazza sapeva perfettamente che Harry stravedeva per i The 1975 - che intonava le parole di Chocolate.
Harry osservò per qualche secondo i dolcetti con un sopracciglio inarcato e il principio di sospetto sul viso.
- Non sono avvelenati, Harry. - scherzò la ragazza, ridacchiando.
- Non ne sarei tanto sicuro considerando che sei stata tu a farli.
Allyson roteò gli occhi, sbuffando rumorosamente.
- Ancora con questa storia?
La giovane aveva sempre affermato con orgoglio di saper preparare dei pasticcini sublimi, sebbene non fosse così tanto brava ai fornelli - in realtà non lo era per niente - ed era ancora tutt'ora convintissima di quelle dichiarazioni. S'offendeva moltissimo ogni qualvolta i clienti preferivano ordinare i pasticcini che acquistava alla pasticceria di fronte piuttosto che quelli preparati da lei.
Quando Harry, anni prima, scoprì la Road House e assaggiò i pasticcini per la prima volta, riuscì a trattenersi a stento dallo sputare il boccone, costringendosi a mandarlo giù per non offendere la ragazza. In seguito avevano cominciato a conoscersi e ad un certo punto il riccio aveva espresso tranquillamente la propria opinione al riguardo. Allyson gli aveva tenuto il broncio per un po', poi il riccio le aveva promesso di guardare assieme Harry Potter e la pietra filosofale e lei s'era sciolta subito dopo.
- Sono quelli della pasticceria qui di fronte, Styles. Non morirai oggi, tranquillo. - borbottò dopo un po' lei, gonfiando appena le guance e arricciando le labbra in un piccolo broncio.
- Grande. Adoro quei pasticcini.
- Attento a te. Potrei cacciarti fuori a calci in culo proprio adesso. - lo minacciò lei, provocando la sua ilarità.
- Non lo faresti mai. - le disse con un sorriso, prima di addentare uno dei dolcetti.
- Allora com'è stato vivere a Los Angeles? - cambiò discorso lei.
Harry soffiò appena il liquido caldo prima di prenderne un sorso dalla tazza di ceramica nera e deglutire, mentre un po' di calore gli riscaldava le viscere. Alzò lo sguardo e incastrò i propri occhi verdi in quelli più piccoli e scuri della ragazza. Accennò ad un altro sorriso e poi cominciò a raccontarle ogni cosa.
O quasi.
Stette ben attento a non farsi scappare nulla sulla situazione con Ben, inventando aneddoti e raccontandole del tempo trascorso all'università oltreoceano. Allyson s'accorse che v'era qualcosa che non andava, ma preferì non indagare oltre per quel momento e spostò la conversazione su argomenti più leggeri, riferendo al più piccolo ciò che le era accaduto in quegli ultimi due anni.
Parlarono per molto tempo e continuarono anche quando finirono la seconda tazza di thé e tutti i pasticcini del vassoio. Avevano un bel po' di chiacchiere da recuperare, in fondo, ed Harry dimenticò totalmente Ben e i tutti i suoi problemi per un paio d'ore.
- Ora che ci penso. - esclamò la ragazza ad un certo punto, illuminandosi tutto d'un tratto. - Un paio di giorni dopo la tua partenza si sono presentati qui i tuoi amici.
Il riccio s'irrigidì, stringendo involontariamente le mani in un pugno e prendendo a torturare il labbro inferiore con i denti. Faceva dannatamente male pensare ai suoi migliori amici.
Erano esattamente due anni che non aveva loro notizie perché, così come aveva fatto con Allyson, era stato costretto da Ben ad ignorare tutte le chiamate e i messaggi degli amici che avevano provato a rintracciarlo quasi ogni giorno dopo la sua partenza. E gli mancavano così tanto. Così dannatamente tanto da far male.
- D-davvero?
- Hai ignorato anche le loro chiamate, non è vero? - Allyson sospirò ancora una volta e strinse le grandi mani del ragazzo nelle sue. - Ora che sei qui dovresti fargli sapere che stai bene, Hazza. Io ho conosciuto Zayn e Niall. Ci sono uscita qualche volta e posso assicurarti che gli sei mancato tantissimo. Si meritano una spiegazione e lo sai. In realtà meriterei anche io una spiegazione reale, ma loro sono i tuoi migliori amici e hanno il diritto di conoscerla.
Harry fece di tutto per impedirsi di scoppiare nuovamente in lacrime. Odiava piangere eppure da quando Ben era cambiato, non faceva che continuare a frignare come una dannata ragazzina. E si odiava così tanto per quello.
- Non è così semplice. - fece una pausa, scostando lo sguardo verso la vetrata che dava sulla strada. - Io...non posso dire molto, Ally. E loro non potrebbero mai perdonarmi senza una ragione valida. Io stesso non lo farei.
- Si che lo faresti, Harry. Io l'ho fatto e sai bene che loro sarebbero disposti a perdonarti anche se non puoi dirgli ciò che vorresti. Non so a cosa tu ti stia riferendo, Hazza, ma vi conoscete da quando eravate solo dei poppanti, dannazione. Non puoi buttare nel cesso vent'anni di amicizia per questo. So che non è semplice, ma tu puoi farcela. So che puoi.
E lui sapeva bene quanto Ally avesse ragione. Desiderava così tanto rivedere Niall e Zayn, riallacciare i rapporti con loro, essere di nuovo quel trio che niente e nessuno avrebbe mai potuto dividere, ma.
Ben l'avrebbe ucciso per averci anche solo pensato.
- Ho bisogno di tempo, Ally.
- Va bene, Hazza. Ricorda solo che io sono qui. - proruppe Allyson con un sorriso incoraggiante. - Come sempre.
- Grazie.

STAI LEGGENDO
Don't let me go
Teen Fiction[Harry/Louis, accenni Niall/OC] [Abused!Harry, Musician!Louis] [Minimal Text!AU] [Abusive Relationship, Sexual/Physical Abuse, Emotional/Psychological Abuse, Panic Attacks] [Avvertenze: Angst, Hurt/Comfort] [Note: Scene di sesso tra M/M, Louis!Top]...
Chapter 1
Comincia dall'inizio