KYE
In casa non c'è anima viva o così sembra finché non sento un forte tonfo provenire dal piano di sotto.
E non so se sono più terrorizzato dal fatto che nessuno sia in casa o dal fatto che il rumore venga dal piano di sotto, dalla cantina.
Sono in un film horror?
O in un esperimento sociale dove tutti spariscono e mi monitorano con delle telecamere nascoste.
Speriamo che siano spariti e basta.Nel salotto e nella cucina c'è un casino: i cuscini del divano sono in disordine e a terra, i piatti e i bicchieri sporchi sono riversati nel lavandino e il frigo è mezzo vuoto e io vorrei solo sbattere la testa al muro.
Mi guardo intorno quando sento di nuovo un rumore proveniente dalla cantina. Un brivido mi percorre la spina dorsale. Guardo la porta terrorizzato.
Prendo un mattarello dal cassetto e apro la porta. Subito sento un respiro profondo.
Un orco?
Il mostro delle fogne?C'è la luce accesa. Scendo lentamente cercando di non fare rumore. Nei film horror di solito le scale fanno rumore e il mostro attacca il povero sfortunato. Speriamo che non succeda anche adesso.
Quando scendo abbastanza per vedere la figura tiro un sospiro di sollievo rendendomi conto che è una persona poi sbuffo capendo che si tratta di Jayce.
Mi dà le spalle, sta sollevando dei pesi, ed essendo senza maglietta, osservo i muscoli della sua schiena contrarsi. Osservo il tatuaggio che ha proprio dietro il collo, cerco di decifrare le lettere ma sono troppo lontano.
Quando si gira di profilo vedo che indossa le cuffie quindi non mi ha sentito arrivare. Velocemente faccio retromarcia ma scivolo e arrivo con il fondo schiena sullo scalino.
Lui si volta di scatto e mi trova lì: a terra che mi massaggio la schiena e impreco.
Sollevo lo sguardo e si è sfilato una cuffia.
«Sei venuto a spiare?» domanda con un sorriso beffardo sulle labbra. Osservo il livido sul suo occhio che ha assunto dei toni leggermente violacei.
«Ma chi ti vuole vedere?»
Sorride prendendosi gioco di me.Rimango in silenzio mentre mi alzo tenendomi al corrimano. Dalle mani mi scivola il matterello che lui guarda rotolare per terra. «Volevi attentare alla mia vita?» domanda alzandosi e prendendolo. Lo gira tra le dita.
«Sì, volevo spaccarti la testa.»Si avvicina a me e chinandosi leggermente usa il manico del mattarello per tenermi il mento alto ed evitare che io distolga lo sguardo dal suo.
«Ti ho visto che mi stavi guardando.»«Non sparare cazzate.»
Lui indica lo specchio dove si vede proprio il mio riflesso. Non l'avevo notato...Tiro un colpo al mattarello e glielo sfilo dalle mani, lui indietreggia e io mi alzo e sento un fitto dolore al fondo schiena, credo di essermi appena rotto l'osso sacro.
Massaggiandomi la parte dolorante risalgo le scale e chiudendo la porta noto che mi sta osservando con un sorriso divertito.Sbatto la porta e mi incammino verso l'isola in cucina mentre il mio stomaco brontola. Guardo il pacco dei miei cereali preferiti sul tavolo.
Mi avvicino in fretta e quando, una volta preso in mano il cartone, mi prendo conto che non ce ne sono, impreco.
Apro gli scaffali e cerco un altro pacco ma non ne trovo.A nessuno dei miei amici i piacciono questi cereali quindi l'unico colpevole può essere Jayce. Torno in fretta verso il piano di sotto portando con me la scatola.
Scendo in fretta e lui non si accorge di me oppure mi ignora e solo quando gli sfilo la cuffia mi guarda. «Che c'è?» solleva lo sguardo e ha la faccia piuttosto rilassata per uno che di prima mattina solleva pesi.

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Relent
ChickLitCosa succede se un gruppo di amici si ritrova a passare un'estate insieme e sono l'uno il punto debole dell'altro? Le loro maschere crolleranno o faranno di tutto pur di non cedere davanti alla loro debolezza?