抖阴社区

                                        

«Quante altre volte dovrai rinfacciarmi questa cosa?» mi chiede, scocciato.

«Finché continuerà a darti fastidio,» ribatto, senza perdere il mio sorrisetto.

Lui sbuffa. «Bene.»

«Bene,» concludo io e entrambi ci voltiamo, diretti verso due punti opposti della spiaggia. Mi ritrovo davanti il rifugio e la tentazione di abbatterlo è davvero forte ma, sinceramente, non ne vale la pena. Così lo sorpasso e, prima di poter cambiare idea in modo da dare una bella lezione a quel deficiente, il mio stomaco brontola, ricordandomi che la cosa più importante adesso è cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Così mi inoltro per la seconda volta in mezzo alle piante e, grazie alla luce del mattino, questo posto mi appare meraviglioso e non tetro come ieri sera. Il colore verde delle piante sembra quasi brillare sotto i raggi del sole e mi rendo conto solo adesso di quanto sia morbida la sabbia.

Quando inizia a fare un po' più caldo mi tolgo finalmente la mia giacca a vento verde e per fortuna non ci sono insetti da attrarre nelle vicinanze.

La foresta non è silenziosa, infatti si sente forte e chiaro il rumore della sabbia che i miei piedi calpestano e delle foglie mosse da un leggero venticello, ma nonostante questo è incredibilmente rilassante e potrebbe essere scambiata benissimo per il paradiso terrestre. Certo, se solo non fossi qui con quel cretino di Hemmings, se non avessi un sacco di persone ad aspettarmi a Sydney e se solo ci fosse qualcosa da mangiare e da bere. Quindi, sì, sembra più l'inferno che il paradiso, soprattutto per il caldo che adesso mi scotta la pelle. Inoltre, quando cammino fra queste piante mi viene quasi automatico iniziare a pensare a cose negative e deprimenti. Non so a cosa sia dovuto di preciso, forse al fatto che ormai cammino da molto tempo, considerando che il sole brilla più in alto nel cielo, e non ho ancora trovato la benché minima traccia di qualcosa che sia commestibile. Non so se ci verranno mai a cercare e senza né cibo né acqua abbiamo davvero poche probabilità di sopravvivere per più di due settimane e un giorno è già passato.

Sbuffo sonoramente, stanca di deprimermi, e decido di lasciar perdere anche per adesso la mia ricerca. Il mio stomaco brontola numerose volte e ho la gola talmente secca che fatico quasi a parlare, ma provo a ignorarli e torno alla spiaggia, sperando di poter acchiappare almeno qualche pesce o che - lo ammetto, per quanto mi dispiaccia - Hemmings ci abbia già pensato e li stia cuocendo sul fuoco. Sono una persona molto, troppo orgogliosa, ma in questo momento farei di tutto per un misero pesciolino, persino chiedergli scusa. No, forse non arriverei a tanto.

Dopo molti minuti - forse ore - intravedo di nuovo la spiaggia e l'acqua del mare e, nonostante sia sfinita, accelero il passo, desiderosa di sapere se davvero Hemmings ha trovato qualcosa da mangiare. Spero solo che non abbia mangiato tutto lui, perché se lo venissi a sapere potrei non rispondere più delle mie azioni.

Tuttavia, quando arrivo finalmente alla spiaggia, impiego qualche secondo di troppo a individuare il ragazzo. Poi riesco finalmente a vederlo in mezzo all'acqua, intento a farsi il bagno. Si accorge del mio arrivo solo quando si volta verso la spiaggia e mi nota seduta sulla sabbia bollente.

«Ehi, Phoebe!» mi saluta, sorridendo, e con quelle fossette e i capelli bagnati sembra un dolcissimo bambino. Be', sembra.

Gli rivolgo un semplice cenno del capo e lui ridacchia, prima di immergersi completamente nell'acqua cristallina. Mi ritrovo a sperare che casualmente gli finisca un po' di acqua nei polmoni e, sempre casualmente, gli bruci così tanto la gola da non riuscire a parlare per giorni, ma pochi secondi dopo la sua testa riaffiora in superficie e vedo che non ha ancora smesso di sorridere. Di conseguenza, dubito che gli sia successo qualcosa.

«Vieni in acqua, si sta benissimo,» mi propone poi, ma io scuoto prontamente la testa.

Non riesco davvero a capire come faccia a parlarmi con tutta questa tranquillità dopo le cose che ci siamo detti poche ore fa. Sul serio, sembra che si comporti in questo modo appositamente per farmi saltare i nervi.

«Hai trovato qualcosa da mangiare?» domanda.

«No ma, anche se l'avessi fatto, puoi stare certo che non verrei a dirtelo,» ribatto acidamente, sperando che smetta così di tentare di intraprendere a tutti i costi una conversazione con me, ma lui scoppia a ridere e inizia a camminare verso la riva.

«Devo perciò pensare che tu abbia trovato chissà quale ben di Dio e lo abbia mangiato tutto da sola?» chiede, retorico, senza nascondere il suo divertimento. Nel frattempo ha raggiunto la spiaggia e mi passa accanto, bagnandomi con l'acqua che gli gocciola dal costume e dai capelli. Poco dopo si riavvicina con la sua giacca in mano, la appoggia sulla sabbia accanto a me e si siede sopra di essa, puntando lo sguardo verso il cielo. «Allora?» mi dice poi e solo adesso capisco che voleva davvero che rispondessi.

«Sei idiota, per caso? Ti ho detto che in quella giungla di merda non c'era niente,» rispondo esausta, trattenendo l'impulso di schiaffeggiargli la faccia.

«Ehi, non c'è mica bisogno di offendere!» risponde, mostrandosi offeso. «Tu mi odi, non è così?»

Santo cielo, che ragazzo melodrammatico. «Adesso non esagerare. Non mi stai molto simpatico, questo è vero, ma non ti conosco neanche quindi non posso odiarti,» spiego, lasciandogli intendere che presto potrei però farlo. «Diciamo che per il momento non ti sopporto, ecco.»

Hemmings ride ancora, rivolgendomi una breve occhiata. «Per il momento,» ripete. «Ma più avanti...» si interrompe, lasciando che sul suo viso si faccia spazio un sorriso malizioso.

Oh, no. «Non ti mettere strane idee in testa, Hemmings,» lo avverto, ma ho come l'impressione che sia troppo tardi. «Non ho intenzione di essere la ragazza con cui userai quei preservativi!»

Hemmings ride ancora. «Adesso la pensi in questa maniera, ma prima o poi ti risulterà quasi automatico sentirti attratta verso di me. E poi siamo un po' come Adamo ed Eva, non trovi? Potremmo essere i genitori di un nuovo popolo!»

«Piuttosto che mettere al mondo altri Hemmings, con il rischio che siano idioti come te, preferisco estinguermi. Senza offesa, ovviamente,» ribatto ma, ad essere sincera, non mi dispiacerebbe se si offendesse. Così magari la smetterebbe di dire certe cazzate.

«Quanto sei cattiva!» commenta, ma non smette ancora di ridere. Dall'occhiata che mi rivolge subito dopo, so che sta per fare qualcosa di cui si pentirà. Infatti, in un attimo mi ritrovo fra le sue braccia e lui iniziai a correre verso l'acqua.

«Hemmings, non ti azzardare assolutamente a fare una cosa simile!» lo avverto, provando a dimenarmi.

«E chi me lo impedisce?» chiede ma, prima che possa rispondere, mi butta in mezzo all'acqua.

Dato che stavo per riempirlo di insulti, mi ritrovo sott'acqua con la bocca aperta e sono certa di aver ingoiato almeno qualche litro di acqua salata. Quando riemergo gli rivolgo uno sguardo truce, mentre tossisco senza interruzione, rischiando di sputare persino un polmone. «Sei un idiota!»

«Lo so,» risponde, stringendosi nelle spalle e iniziando a buttarmi addosso altra acqua. Gli grido varie volte di piantarla ma nel giro di pochi minuti ci troviamo nel bel mezzo di una vera e propria gara a chi lancia più acqua negli occhi dell'altro e, senza che possa provare a impedirlo, le mie labbra si tendono in un piccolo sorriso.

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Ehilà🙋

Phoebe e Luke non smettono di litigare, eh? Io sinceramente mi diverto un casino a farli battibeccare, però finalmente Phoebe si è concessa un sorriso, sia ringraziato il cielo 🎉🎉🎉

Bene, vi ringrazio per le visualizzazioni, i voti e i commenti e vi mando un bacio enorme❤️❤️

P.s. se pubblicassi una nuova storia su Calum o Mikey qualcuno sarebbe interessato a leggerla?😂

Two Castaways || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora