Sospiro e mi sistemo i capelli dietro l'orecchio dopo che li ho sistemati perfettamente con la piastra. Il vestito nero aderisce al mio busto, ha un delicato scollo a cuore che mi mette in evidenza il seno ma non in maniera volgare,le spalline sono sottili e poggiano morbide sulle mie spalle,la gonna scende svasata arriva poco più sopra del ginocchio. Il trucco è semplice,ho messo un filo di eye-liner, mascara a volontà e per concludere il rossetto rosso, mi dovevo dare un tono. Alle mie spalle appare esattamente in corrispondenza dello stipite della porta la figura fascinosa di Adrian. Indossa un completo nero aderente. La camicia sembra che non riesca a contenere il suo petto muscoloso,la giacca stringe sui suoi bicipiti muscolosi. Le gambe sono fasciate da un pantalone nero e elegante. Per concludere ha indossato dei mocassini neri perfetti con il suo abbigliamento. Si vede che è abituato a questo genere di eventi. Il suo passo è lento e altamente sensuale, mi destabilizza con la sua sicurezza. Poggia le mani suoi miei fianchi e li stringe trasmettendomi tutta la sua voglia di possedermi e farmi sua.
Lui vorrebbe che io fossi solo sua, ma non appartengo a nessuno,alcune volte non appartengo nemmeno a me stessa.
Mi spinge contro di sé, il mio sedere si schianta con la zona sottostante il cavallo dei suoi pantaloni. Devo ancora indossare i tacchi, almeno così ho un po' di vantaggio. Passa una mano sul mio ventre e continua a fissarmi negli occhi attraverso il riflesso delle nostre figure nello specchio. Le sue gemme verdi risplendono nell'oscurità. Sembrano diamanti al buio, illuminati da un leggero bagliore che li fa risplendere nell'oscurità. Sorrido divertita,la sua mano si piazza sul mio collo e il palmo si espande irradiando calore sulla pelle ghiacciata del mio collo. La sua pelle macchiata si nota maggiormente sulla mia pelle immacolata. Allunga le sue dita affusolate e mi direzione il volto verso di lui in maniera che pieghi la testa. Non ci siamo detti una parola.
"Sei molto bella Grace..."biascica accarezza le mie labbra con le sue "il nero ti dona..."sussurra, sposta la mano dal mio collo e mi afferra il mento e poggia l'indice fra le mie labbra e mi accarezza il labbro "ma ti dona ancora di più il rosso..."sussurra suadente. Disegna i contorni delle mia labbra. Si lecca le sue labbra carnose e appena esce fuori la lingua noto la pallina argentea che l'adorna. È un diavolo spietato che farebbe di tutto pur di trascinare un'anima all'inferno con sé, ma sono già dannata quindi non ha bisogno di usare molti sotterfugi per condurmi al peccato. Sposta la mano sulla mia guancia, come un animale che assapora la sua preda mi lecca il centro delle labbra per poi reclinare il capo e sorridere soddisfatto "sei frutto proibito, le tue labbra sanno di lampone,i tuoi capelli profumano di fiori,sei un inno al sesso..."biascica "con i tuoi profumi e sapori afrodisiaci..."prosegue. Mi annusa il collo per poi posare un bacio alla basa. La sua mano sinistra è rimasta arpionata al mio fianco. Non si è mosso di un millimetro, sembra imperturbabile. Ho fatto tutto questo per me. Ma il mio aspetto l'ho curato facendo più attenzione del dovuto sopratutto per lui. Voglio dimostrargli che posso essere all'altezza di tutte le ragazze con cui è stato. Io sono la migliore e deve scegliere me, perché per lui non deve esistere qualcuna che possa essere migliore di me! Mi gira con uno scatto. Le sue mani accarezzano il tessuto leggero del mio vestito, poggio le mani sul suo petto che è duro come la roccia. Risalgo con la mano destra verso il suo cuore e lo sento tamburellare. È bravo a nascondere le sue emozioni ma il corpo tradisce sempre in qualche modo e lui è palesemente in uno stato di eccitazione.
"Ti piaccio?"sussurro con tono sensuale e sbatto con una lentezza straziante le ciglia.
"Sei un fottuto sogno Grace..."sorride,mi accarezza la schiena per poi scendere in picchiata verso le fossette di venere, scende ancora e arpiona le dita nella pelle morbida delle mie natiche. Mi spingo sulla punta dei piedi e gli bacio il mento.
"Mi devi qualche risposta..." mormoro improvvisante. Lui sembra non avermi nemmeno sentito, è troppo concentrato ad impastare la pelle delle mie natiche. Le sue mani possenti rivendicano ogni centimetro della mia pelle, di questo passo non usciremo da qui! "Adrian..."gli do un buffetto sul petto nel tentativo di attirare la sua attenzione.
"Uhm..."mormora alla fine. Mi sposta i capelli su una spalla, ma prima che parta all'attacco del mio collo, arpiono una mano nei suoi capelli e con l'altra lo spingo per porre distanza fra i nostri corpi "hai sentito qualcosa di quello che ti ho detto?"borbotto. Gira gli occhi al cielo e mi comprime maggiormente contro il suo corpo statuario.
"Si...ti devo delle risposte,vuoi sempre delle risposte Grace, ma perché per stasera non lasciamo un attimo che il nostro passato resti chiuso nelle mura dei ricordi. Potremmo vivere il presente. Questa notte, ci siamo, io,te e l'oscurità cosa chiedi di più?" Domanda improvvisante.
"Che tu mi dica con chiarezza che cosa..."mi blocca prima che possa proseguire. Mi tappa la bocca,odio essere zittita, di tutta risposta gli mordo il palmo ma per lui non fa una piega.
"La follia non ha spiegazioni,il folle è tale perché è mosso da un istinto primordiale che la ragione non domina. Al mio comportamento non ci sono spiegazioni, va accettato per quello che è. E' inutile che tenti di scavare nel mio passato, ogni ricordo è stato briciato e annientato, troverai solo le ceneri di quello che c'è stato Grace e non c'è più, ne ci sarà...."conclude "andiamo mettiti le scarpe..."si allontana e mi lascia improvvisamente facendomi sentire instabile. Quello che ci possiamo dare è solo questo instabilità, e vertigini.

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RomanceAdrian e Grace, sono stati distrutti dalla vita in modo diverso. Entrambi sopravvivano ma hanno smesso di vivere. Tutto cambia con il loro incontro. La follia che anima le loro menti, inizia ad animare la realtà. Insieme iniziano a rincorrere la...
Capitolo 43
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