"Adrian, dov'è Jonathan?"domanda mia madre facendo capolino dalla cucina.E' particolarmente bella oggi, indossa un vestito rosa aderente,i suoi capelli castani sono raccolti,non ha trucco sul viso eppure i suoi occhi azzurri e intesi risaltano alla luce.
"Non lo so mamma" mormoro.
"Vallo a cercare fra qualche minuto arriveranno i nostri invitati per festeggiare il vostro compleanno" annuncia mia madre,annuisco e vado alla ricerca del mio fratellino. Ci portiamo solo qualche minuto di differenza ma io mi sento il maggiore e lo sono in realtà. Jonathan è così sensibile e ha bisogno di essere protetto dal mondo. Salgo le scale in legno e mi incammino verso la sua stanza apro la porta e non lo vedo,sento lo scroscio dell'acqua in bagno e deduco che sia lì dentro.
"Ahi...cazzo"guaisce improvvisante mi catapulto in stanza e spalancò la porta del bagno. Lo ritrovo davanti allo specchio mentre con un asciugamano si tampona la zona sotto l'occhio che si sta illividendo sempre di più.
"Chi è stato?"abbaio facendolo sussultare .
"Nessuno sono caduto"mormora abbasso lo sguardo,non sa dire le bugie ogni volta che me le dice abbassa lo sguardo ed è quello che sta facendo ora.
"Dimmelo...altrimenti lo scoprirò e sarà peggio"borbotto serrando la mascella.
"Non voglio che ti immischi in altri guai. L'anno prossimo andrai al college e la tua fedina penale deve restare pulita"ribatte dandomi una pacca sulla spalla.
"Non dire stupidaggini non me ne frega,chiunque sia stato la deve pagare,sai come la penso.Se la sono presa con te perché non sei violento,sanno che sei il mio punto debole"abbaio fuori di me "Jonathan parla prima che perda le staffe ancora di più"borbotto "dimmi il suo nome"sussurro con fiato corto. Osservo la sua camicia bianca imbrattata di sangue,il labbro sanguina leggermente,e le sue narici sono tappate dalla carta igienica.
"Ron Stanger"afferma alla fine quel brutto figlio di...non lo devo dire ne pensare i nonni saranno qui fra meno di un'ora e io ho meno di un'ora per rendere quella bestia in una poltiglia indistinta di cenere!Lo disintegro,mi possono fare di tutto ma la mia famiglia non si tocca e sopratutto Jonathan!
"Ci vediamo fra qualche minuto"asserisco con un sorriso malefico stampato sulla faccia.
"Tu non vai da nessuna parte a breve saranno tutti qui!non possiamo fare scenate la mamma sta già attraversando un brutto periodo. Non essere egoista e per una volta usa anche il cervello oltre che il tuo ammasso di muscoli...sembri un toro pompato di steroidi! Cosa diamine prendi!"Tenta di distrarmi.
"Prendo le cose necessarie per annientare quella gallina di Ron che sta per affrontare la sua esecuzione sociale..."sorrido divertito.
"Cosa vuoi fare?"
"Hai detto di mantenere la mia fedina penale punita"sorrido sornione.Naturalmente lo feci a pezzi in ogni modo possibile,non potevo lasciare che restasse impunito,Jonathan fu martellato tutta la giornata dalle domande insistenti dei nostri genitori quando il giorno dopo videro il figlio dei signori Stanger ridotto in poltiglia.Loro sapevano che proteggevo Jonathan da tutti e tutto,ma nel momento in cui è stato più fragile nel momento in cui era diventato un vetro sottile e lesionato non sono riuscito a ripararlo e me ne faccio una colpa perché io dovevo proteggerlo dal mondo come lui mi proteggeva da me stesso. Sono sempre stato una testa calda e boriosa dal carattere non si può rimediare, io ho ereditato il carattere di merda di mio nonno. Prendevo spesso parte a delle risse,spesso non controllavo la mia rabbia ingestibile,ero arrabbiato con tutti gli stronzi che prendevano in giro Jonathan per la condotta di nostra madre. Non mi provocava nessuno perché sapevano come andava a finire,sapevano che sarebbero finiti per bruciare come brace al fuoco. Loro sapevano eppure rischiavano di farsi del male toccando qualcosa a cui il diavolo teneva. Non li capisco e mai lo capirò questo atteggiamento autolesionista,come non capisco perché mio padre non abbia mai lasciato mia madre e non sia rifatto una vita. Vedeva nel loro matrimonio un vincolo indissolubile,mia madre è stata una brava madre ma una moglie di merda sotto ogni aspetto a partire dai suoi continui tradimenti e per finire con il suo uso spropositato di alcool. Si sentiva infelice non mi spiego ancora il perché, e alla fine chi interveniva come paladino della situazione?Mio nonno naturalmente, il rinomato George Cavalon, dirigente delle Cavalon Enterprise. Uomo morale,fedele a sua moglie. Insabbiava tutto quello che combinava nostra madre per proteggere la reputazione della famiglia,voleva bene a me e Jonathan come se fossimo i suoi figli. Io ero il suo preferito perché sono molto simile a lui,ero e non penso di esserlo più non dopo essermene andato e aver abbandonato la nave in un momento di difficoltà sparendo dai radar,dissolvendomi come nebbia. Avevo bisogno di distruggermi da solo senza portarmi dietro altri feriti. La mamma non ce l'avrebbe fatta a perdere un altro figlio ma non in senso fisico,mi avrebbe perso moralmente parlando. Avrebbe visto la trasformazione da eroe oscuro a mostro, avrebbe visto la maschera del nichilismo dipingersi sul mio viso giorno dopo giorno. Lei avrebbe solo guardato da brava spettatrice e non avrebbe potuto fare nulla,non avrebbe potuto guarirmi così come io non potevo guarire Jonathan.Sono stato il suo alleato in tutte le guerre che abbiamo vissuto,ci siamo sempre sostenuti a vicenda davanti ogni avversità io avevo bisogno di lui e lui aveva bisogno di me. Io il lupo nero,lui il lupo bianco e la mia anima di mezzo che non veniva dominata da nessuno dei due,ma ormai tu non ci sei più. Il lupo nero è solo. Adesso non c'è più niente da proteggere, ma solo un lupo nero che vuole distruggere il mondo per averlo privato della sua metà. Me ne sto in silenzio mentre osservo Joseph che scende dalla sua macchina per entrare nell'appartamento dell'ochetta che si è trascinato dietro. Sono sempre stato un tipo vendicativo. Penso che non cambierò mai. Chiunque mi sfidi la deve pagare. Attendo qualche minuto dopo che sono entrati nel portone. Una luce nell'appartamento al primo piano si accende. Robin Hood è arrivato al suo terminal! La zona è abbastanza buia e isolata. Non c'è nessuno, chi cazzo ci dovrebbe essere in una zona periferica di Miami a quest'ora della notte! Prendo la tanica di benzina dal porta bagagli e la apro. Mi incammino con passo felpato e mi guardo intorno,continuo a sostenere la mia sigaretta accesa fra le labbra solo un pazzo farebbe una cosa del genere. Non ho mai dissentito, sono consapevole di esserlo. Inizio a versare la benzina sulla macchina partendo dal cofano, poi cospargo tutto il resto. La mia macchina si trova alla giusta distanza per evitare i danni causati dall'esplosione. Dopo aver gettato la giusta quantità di benzina,cammino lasciando una scia fino a un punto indefinito sulla strada. Getto la cicca della mia sigaretta e la fiamma prende vita. Percorre il breve tragitto sulla strada per poi divorare la macchina di Joseph che prende fuoco. Corro fino alla mia macchina e getto la tanica sui sedili posteriori. Accendo la mia auto e faccio giusto in tempo ad immettermi sulla strada che la macchina esplode e mi godo la scena dallo specchietto retrovisore. Mi infilo in un vicolo che so che mi porterà sull'autostrada per arrivare alla discarica dove mi disferò della tanica del cazzo. L'unica fottuta prova. So che il parcheggio non è video sorvegliato perché ci abita Connor in quella zona. Quindi sono più che tranquillo che nessuno mi abbia visto e poi c'è molta omertà non parlerebbero per evitare guai. Scorro velocemente lungo la strada rispettando i limiti ci manca solo che mi fottano per un errore da dilettanti. L'adrenalina regna sovrana nel mio corpo. Prendo la prima uscita che porta alla mia destinazione. La musica dei The Score accompagna i delitti e le mie colpe. Ho il biglietto in prima fila per l'inferno visto che non mi pento di nulla di ciò che ho fatto. La zona è completante isolata ma ci sono le videocamere del cazzo che controllano l'area della discarica. Fermo la macchina in un punto cieco. Scendo e prendo la tanica. La getto sull'argine della strada dove sono acculati pezzi di auto e vecchie ferraglie. Sicuramente qui nessuno la troverà! Robin Hood ha ricevuto la sua dovuta punizione mai sfidare Adrian Cavalon!

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RomanceAdrian e Grace, sono stati distrutti dalla vita in modo diverso. Entrambi sopravvivano ma hanno smesso di vivere. Tutto cambia con il loro incontro. La follia che anima le loro menti, inizia ad animare la realtà. Insieme iniziano a rincorrere la...
Capitolo 16
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