Sono svenuto,ho perso i sensi, in quel momento c'era troppo da provare, troppo da sostenere dentro di me e non c'è l'ho fatta sono crollato. Mi sono risvegliato su un lettino d'ospedale con un cuore che non era il mio,e una cicatrice che segnava l'intervento che era avvenuto. Ho avuto il suo cuore senza che dessi il mio consenso,ma in una clinica privata, in una città dove i Cavalon possono tutto un piccolo intervento di questa natura non ha alcun valore,il mio consenso non aveva valore. Mi osservo al riflesso della finestra e lentamente mi porto una mano in corrispondenza della mia cicatrice,ha lasciato un segno indelebile fuori e dentro di me nel riflesso del vetro noto la figura di Connor che si avvicina man mano al punto in cui mi trovo.
"Non so cosa fare, non so se chiamare i oppure no. Ho trovato il numero di telefono della sua abitazione, ho fatto qualche ricerca i suoi nonni sono ancora lì. Che si fa?"domanda insicuro sul da farsi,chiamare oppure no? Non sono molto bravo a prendere decisioni non ho mai preso delle buone decisioni,c'era qualcun altro a prenderle per me, soprattutto quelle giuste.
"Aspettiamo non sappiamo ancora la gravità della situazione" concludo,camminiamo fino alle sedie e aspettiamo,non sono mai stata una persona paziente e mai lo sarò odio aspettare. Mi massaggio la nuca,ho bisogno di uscire da questo inferno. Ho bisogno di fumarmi una sigaretta e uscire da queste quattro mura che mi stimolano a ricordare il passato. Fanno riaffiorare i ricordi peggiori che sono nascosti nella mia mente caotica e devastata.
"Usciamo, ho bisogno di fumare..."asserisco. Connor annuisce, suppongo che anche lui abbia bisogno di staccare e uscire,entrambi non c'è la facciamo più a stare chiusi in queste quattro mura. Ci sono momenti come questo che sono impotente che non posso fare nulla e mi chiedo se esito oppure non sono nulla,solo un cumulo di ossa privo di emozioni che si muove su questa terra. Mi fermo davanti all'uscita e mi accendo la sigaretta,scendo i gradini dell'ospedale seguito da Connor che a sua volta si accende le sue Camel light,sigarette molto più leggere rispetto alle mie, ma io ci vado pesante in tutto,nella vita, non ho mezzi termini, vivo tutto in maniera estrema ho sempre fatto così. Non si può guarire dall'essere degli estremisti del cazzo giusto? Ispiro l'elisir della mia compagna di vita.. La sigaretta l'unica costante della mia vita disastrosa. Sorprendente mi trovo sempre con cumulo di fumo nelle mani in ogni caso, sempre a mani vuote a barcollare nell'eterna insoddisfazione del non avere mai nulla e ambire ad avere tutto persino l'impossibile. Scuoto la testa e sollevo la testa con la sigaretta poggiata fra le labbra,le nuvole occupano il cielo probabilmente pioverà oggi,tipico temporale estivo che porterà numerosi disagi fra cui continui black out ma spero che non avvenga o che perlomeno questo ospedale abbia un generatore del cazzo a parte visto che Jace è in una fottuta sala operatoria attaccato a non so quante macchine .
"Hai mai pensato di farla finita?"domanda improvvisante Connor abbasso lo sguardo e fisso i suoi occhi verdi tendenti al grigio sembra che cambino colore a seconda del suo stato d'animo.
"No, perché mi sembra di uccidere anche lui..."mi porto una mano sul petto per chiarirgli chi intendo come lui. Intendo il mio lupo bianco che è tatuato sulla pelle e si trova proprio dove dovrebbe essere, lui è il mio cuore in ogni senso possibile e immaginabile.
"Il dolore per la tua perdita non te lo ha mai fatto pensare?"prosegue,perché vuole sapere una cosa del genere?
"No, te l'ho appena detto è un modo per dirmi che tu ci hai pensato?"proseguo accigliandomi
"Quando ero a Chicago e mi facevo si. Ci pensavo spesso, non sai quanti casini ho fatto di cui mi pento"prosegue ispira la sua sigaretta fino ad arrivare al filtro. Siamo lupi solitari che si trovano per caso l'uno accanto all'altro.
"Perché?"domando non riuscendo la motivazione che lo ha spinto a tanto
"Mia madre non mi ha mai voluto, mi rifiutava continuamente e nonostante mio padre mi amasse con tutto se stesso non mi bastava perché cercavo sempre la sua approvazione. I miei genitori si sono sposati perché mia madre era incinta e io sono stato una sorta di effetto collaterale desiderato da mio padre e odiato da mia madre perché mi ha visto come la prigione della sua vita. Ero la causa del suo matrimonio infelice, quando è rimasta incinta non amava già più mio padre era intenzionata a lasciarlo ma poi sono arrivato io e a volte penso che mio padre l'abbia fatta apposta per tenerla legata a sé in qualche modo..."getta la cicca e la schiaccia poi si mordicchia nervosamente il polpastrello.
"Poteva benissimo lasciarlo"ribatto "perché cazzo cercavi la sua approvazione?"
"Oh lo ha fatto, è stato in quel periodo che ho iniziato a drogarmi perché anche mio padre iniziava a diventare infelice. Continuava a dimostrarmi tutto il suo affetto ma vedevo che soffriva,beveva sempre di più e io mi sentivo sempre più colpevole e pensavo di smettere e tagliare ogni filo con la vita. In realtà non sono andato via da Chicago solo per tagliare i ponti con la mia dipendenza ma anche con i ricordi legati a quel posto. Volevo cancellare tutta la sofferenza, volevo dimenticare e basta ma è impossibile farlo. Ho fatto talmente tanti errori in quel periodo, non ci stavo con la testa, ero fuori di me"scuote la testa con un sorriso amaro. Soffri dentro come soffro io ma continuiamo a soffrire in modo differente e per sofferenze diverse, tu la mancanza di amore, io per la perdita dell'unico essere che mi dava amore incondizionato.
"Ti sei mai sentito vuoto dentro?"domando improvvisante cogliendolo di sorpresa.
"Cosa intendi..."domanda non capendo il mio riferimento.
"Svuotato di tutto, delle tue emozioni, svuotato dalla vita..."proseguo nel tentativo di fargli intendere quello che sto dicendo.
"No..."risponde "anzi provavo troppo e provo troppo per questo a volte sono tentato di farmi solo per bloccare le emozioni e la sofferenza ma ora sono più forte e poi c'è Lily..."ribatte appena nomina il suo nome i suoi occhi si illuminino come due fari che vengono accessi.Lily è la sua ancora di salvezza, io non ne ho una e non vorrei nemmeno che sia un'altra persona ad essere la mia ancora. Le persone muoiono,ti feriscono,si mascherano e possono annientarmi. Preferisco essere io l'ancora di me stesso, non appoggiarmi a nessuno. Quando l'ho fatto nonostante fosse il sangue del mio sangue ha deciso di abbandonarmi nel momento in cui si stava per prendere vita il mio atto finale che invece è diventato il suo atto finale che ha permesso che la mia storia continuasse ad avere vita sul palcoscenico della realtà. Non doveva andare così, ma la vita è un incognita impossibile da poter prevedere e tenere sotto controllo.

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RomanceAdrian e Grace, sono stati distrutti dalla vita in modo diverso. Entrambi sopravvivano ma hanno smesso di vivere. Tutto cambia con il loro incontro. La follia che anima le loro menti, inizia ad animare la realtà. Insieme iniziano a rincorrere la...
Capitolo 24
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