? Serie: La Stagione dello scandalo ?
?SE VOLETE CONOSCERE L'AMORE, QUESTA STORIA FOLLE VI RUBER? IL CUORE ???
"Perché mi emozionava?
Tentai disperatamente di darmi una risposta, ma l'unica cosa che percepii sulla pelle era che lei appariva estrem...
Dopo la colazione tornai all'emporio intorno alle nove circa. Appena entrai trovai gente e andando nel retrobottega adagiai la fotocamera con cura su una mensola per mettermi al lavoro.
Nelle ore successive i tre vecchietti vennero a fare reclamo a mia zia per chiedermi di cancellare la foto. Zia Daisy trattenne una risata e mi obbligò a provvedere. Garantii a tutti di aver restituito le loro anime senza interessi. In realtà non potevo cancellare la foto senza aver prima sviluppato i negativi. Appena se ne andarono zia Daisy scoppiò a ridere fragorosamente, quasi a singhiozzi. Era da molto che non rideva così.
Nel pomeriggio, come garantii al reverendo durante la cena, andai a far le prove di canto in chiesa. Appena finii mi ricongiunsi con i miei amici. Come previsto quel giorno Daniel non venne, era su uno yacht con la sua famiglia, e io, nonostante avessimo deciso di andare a Swanage al Luna Park, non mi divertii. Sebbene ci fossero la musica, le distrazioni e la confusione, mi sentivo stordita, assente, come se mi mancasse qualcosa e quel qualcosa era Lui. La sua assenza sembravo assorbirla soltanto io e non era un bene.
Pensai di aver preso una bella cotta. Qualcosa di momentaneo, come una febbre, che doveva andare via senza lasciare segni del suo passaggio. Potevo controllare i miei desideri, ero un essere pensante e capace di dominarmi.
Dovevo, dovevo essere ragionevole.
La mattina seguente non andai al parco. Il vigliacco motivo non lo ammisi. Decisi di restare all'emporio e andare nella camera oscura per sviluppare la pellicola. Nel pomeriggio andai in chiesa per le prove di canto. Durarono a lungo e ad ascoltarmi, con mia sorpresa, trovai Liam, che restò per tutto il tempo. Finii molto tardi, Liam rassicurò il reverendo che mi avrebbe accompagnata lui a casa e anche se non lo ritenevo necessario, accettai. Lo ringraziai della sua gentilezza e appena fui dentro casa, trovai mia zia ad attendermi per la cena. Prima di sedermi a tavola mi ricordai che la foto dei vecchietti era pronta nella camera oscura. Andai a prenderla e divertita la sventolai davanti a zia, ridendoci di gusto. In quelle occasioni sentivo che lei era una madre perfetta.
Andammo a dormire insieme. La desideravo vicina a me. Non volevo spiegarle niente, ma necessitavo della sua presenza rassicurante.
Il mattino seguente successe una cosa rara, mai capitata. Mi svegliai tardi. Non potendo perdere tempo, mia zia mi avvisò di non allontanarmi e di andare con lei al lavoro, e io decisi di non contraddirla. In mattinata vennero a trovarci Vera, la signora Morgan e Liam. Fu lui stesso a lodarmi con zia Daisy per le mie doti canore, ma nel bel mezzo degli elogi udimmo l'arrivo di un'auto: era Daniel.
Ero impegnata a parlare con Vera, con tutta l'attenzione di Liam addosso. Appena vidi Daniel, però, presi una boccata d'aria. Era incredibile della capacità che aveva di darmi e togliermi il respiro.
Aprì la porta dell’emporio con slancio.
Aveva il suo solito stile d'abbigliamento. Indossava una polo bianca di fine manifattura con un pantalone beige. Aveva da poco finito di fumare perché l'odore si manifestò forte, confondendosi con il suo adorabile profumo.
Varcò la soglia e non mi guardò nemmeno. Da oltre il vetro aveva già puntato Liam.
«Buongiorno», salutò. Si avvicinò al bancone nella mia direzione e io lo accolsi con una battuta «Oggi non ci sono zone di mare da esplorare con lo yacht?»
Daniel, prima di rispondere, si guardò attorno notando sguardi indiscreti, specialmente quelli di mia zia, che iniziavano a essere sempre più indagatori nei suoi confronti.
«Oggi metto l’ancora qui.»
«Ah!» ero sorpresa «Cosa ti serve?» chiesi, credendo fosse venuto per acquistare qualcosa. Misi dell'entusiasmo nelle parole, ma in lui notai un comportamento avverso e turbato.
Daniel ignorò la mia domanda «Credevo di vederti questa mattina. Come anche ieri. Ti ho aspettata a lungo» mormorò, cauto.
Nell'udire le sue parole mi paralizzai.
Davvero non si era accorto che tutti erano in silenzio?
Rimasi a osservarlo, tesa. Mi batteva forte il cuore. Mi sentivo a disagio nel dargli delle spiegazioni, col rischio di essere fraintesa da zia e dal resto della compagnia. Mi girai verso di lei, realizzando che era intenta a riparare alla situazione inverosimile distraendo Vera e Liam. Tornai a guardare Daniel con aria confusa, mentre lui, capendo la mia difficoltà, trovò un pretesto per poterne parlare fuori, soprattutto da soli. Si rivolse a me con arroganza, ma il messaggio era diretto alle orecchie di zia Daisy.
«Isabel, ho incontrato Robert. Ti cercava. Gli ho detto che ti avrei avvisata e saremmo andati insieme.»
Nascosi il mio scetticismo e gli ressi il gioco «Cosa vuole?»
Alle mie parole mia zia si girò di scatto verso di me, strabuzzando gli occhi. Era un segnale negativo. Daniel finse di non averla vista. «Vorrebbe chiederti qualcosa. Vieni?» Insistette, deciso.
«Sì, okay. Ehm...» divenni incerta, non sapendo cosa fare. Guardai zia Daisy per avere la sua conferma. Feci per togliermi il grembiule e lei mi avvisò con un’occhiataccia «Isabel, non fare tardi.»
«Va bene» mi costrinsi a essere remissiva. Uscii da dietro il bancone per avvicinarmi a Daniel. Lui aprì la porta e mi lasciò uscire, lanciando un'ultima occhiataccia a Liam.
Appena chiuse la porta iniziò a parlare «Facciamo una passeggiata» non era una domanda.
«Una passeggiata? Cosa è successo?»
«Niente. Ti ho fatta uscire per non essere ascoltati. Tutto qui.»
«So trovare le scuse da sola, non ho bisogno di te.»
Daniel non badò al mio commento. Mise una mano dietro alle mie spalle per esortarmi a camminare. Per non dar spettacolo davanti a mia zia, che di certo si trovava dietro alle porte a vetro del negozio per spiare, lo accontentai.
Ci incamminammo dirigendoci verso il centro del paese, nella presunta direzione di Robert. Ma, invece di parlare, lui camminava in fretta, in silenzio.
Stufa di non capirci più nulla, dopo alcuni metri, lo fermai afferrando il suo polso «Mi dici perché tanta fretta e segretezza?»
«Non mi andava di allarmare tua zia e far dubitare di altro.»
«Altro, cosa?»
«Niente» negò con la testa. «Come mai non sei venuta questa mattina? Credevo che ci andassi tutti i giorni» riprese ad attaccare.
«Ero stanca e mi sono svegliata più tardi. È un reato se capita?» Mi esposi lecita. Daniel sembrò rilassarsi. Sollevò le labbra sfoggiando un sorriso sghembo.
«No, no anzi. Al contrario.»
«Bene. È solo questo?»
«No», riprese a camminare con le mani in tasca.
Lo seguii e ci dirigemmo al parco. C'era il sole che piombava sulle nostre teste, ma nel posto scelto, per fortuna, c'erano degli alberi a ripararci.
Alla prima panchina si fermò e ci sedemmo.
«Mi dici cosa devi chiedermi?» Lo costrinsi a guardarmi, provando un’enorme ansia che contorceva il mio stomaco. Vederlo agitato faceva stare me nella stessa maniera.
«Adesso hai gli occhi più scuri. Sei visibilmente nervosa.»
«Daniel, ti pare che mi interessi di che colore ho gli occhi adesso?» sbottai.
Lui deviò la mia domanda passando ad altro «Perché ieri sera non c'eri?»
«Ero in chiesa per le prove di canto.»
Corrugò la fronte, sorpreso. «Da quando canti nel coro della chiesa?»
Sbuffai una risata per smorzare la tensione «Non chiedermelo. È una sorpresa anche per me. Ma il reverendo dice che ho una bella voce, così almeno non interrompo la messa. Che idiota.» Ridacchiai ancora ripensando a quella sciocchezza, ma Daniel, al contrario, rimase tremendamente serio.
«C’era anche quello lì?» Il riferimento a Liam mi lasciò perplessa.
«Ehm... Sì. Liam è il nipote del reverendo. Ha assistito alle prove e mi ha accompagnata a casa.»
Daniel sgranò gli occhi assumendo una smorfia di disgusto.
«Ti ha accompagnata a casa? Perché lo ha fatto? Non toccava di certo a lui farlo. Come...» Era partito con una raffica di domande, quando lo interruppi bruscamente.
Non sopportavo la sua invadenza. Era il momento di stabilire delle distanze.
«Da quando io do delle spiegazioni a te?» Indignata, mi alzai in piedi e incrociai le braccia al petto.
Anche Daniel si alzò. Restò a pochi centimetri dal mio corpo. Abbassò i suoi occhi neri su di me e mi fissò a lungo. Sentivo il suo respiro sul viso.
La tensione che c’era tra di noi era affilata come una lama di un coltello. La sua espressione era furiosa e tormentata al tempo stesso.
«Mi preoccupo per te.»
«Non hai il diritto di sapere i fatti miei. So cavarmela da sola»
«Non posso essere preoccupato per te?
«Non disturbarti. Piuttosto, schiarisciti le idee. Non mi sembri abbastanza lucido questa mattina.» Infastidita dal suo atteggiamento volevo solo andarmene. Chi credeva di essere per dettarmi chi frequentare? Io non mi imponevo nella sua vita.
Daniel non prese bene il mio scherno, mi fulminò con lo sguardo. «Non trattarmi come gli altri.»
«E come ti devo trattare?»
«Non in questa maniera. Come fai con chiunque.»
Il problema che lui per me non era più chiunque. Era speciale.
«Se non vuoi essere trattato come gli altri, allora sta' al tuo posto, con la tua vita» non mi degnai neanche di salutarlo. Con l'ira che mi scaturì, gli urtai la spalla e me ne andai di fretta, lasciandolo solo. Mi sentivo offesa, quasi ferita dal suo trattamento.
Ero quasi giunta al cancello del parco, quando me lo ritrovai accanto.
«Perché mi segui?» ringhiai.
«Ho l'auto davanti al tuo negozio.»
«Non è necessario arrivarci insieme» non riuscii a terminare la frase, che mi afferrò il polso con forza. Si accorse della sua imprudenza e, immediatamente, cambiò atteggiamento, lasciando la presa.
«Perdonami, non volevo.»
Notai che era davvero dispiaciuto e dopo un sospiro annuii. Anche litigare con lui sentivo battere forte il cuore.
Tornammo all'emporio senza dire una parola e quando giungemmo davanti all'entrata lui salì in macchina e io aprii la porta del negozio.
«Is,» mi richiamò «ci vediamo questa sera.»
Era più un avviso che un invito. Io al contrario rimasi fredda, spinsi la porta ed entrai. Mia zia, che fremeva in attesa del mio arrivo, mi osservò.
Nonostante non ci avessi impiegato molto tempo, chiese spiegazioni «Cosa voleva Robert?»
«Mi ha chiesto qualcosa su Rosalynn» mentii. Cosa mi toccava fare per lui e non finire nei guai.
Mia zia, pronta, chiese il resto «Cosa?»
«Questione amorose tra di loro. Non chiedere di cosa, annuivo soltanto senza capirci molto. Ma non dire a Rosalynn che te l'ho detto» cercai di coinvolgerla.
Mia zia non sembrò cascarci, ma non rimbeccò.
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Angolo autrice: «Chi era quello lì??»🤨
Gelosie?? Ne abbiamo da vendere 😏✨ Ma se Isabel non vuole accettare di essersi presa una bella cotta per Daniel, lui, d'altro canto, sembra avere una certa difficoltà di confessare i suoi sentimenti ❤️🔥. Cosa accadrà nel prossimo capitolo? Ci sarà finalmente un chiarimento? Lo scoprirete con il prossimo aggiornamento.
Ah, se vi è piaciuto stellinate o commentate. Vi aspetto.