LOUIS POV
Vedere Harry con quella sua espressione imbarazzata e al quanto divertita mi aveva provocato un sorrisetto mal trattenuto.
Gli ho detto quella cosa volgare per fargli capire che le mie intenzioni con lui sono serie, non voglio che sia un passatempo, con lui voglio i fatti veri e propri.
E presentarmi a casa sua era stata un'ottima trovata.
Arrivai a casa da scuola e il mio unico pensiero fisso fu Harry.
Vederlo così disorientato nel non sapermi rispondere mi venne voglia di continuare a dirglelo anche solo con uno solo sguardo.
Dopo essermi rilassato quella solita mez'ora finito di pranzare, il quale avevo ideato molte cose per conquistare Harry, decisi proprio di andarlo a trovare lo stesso giorno, e magari venire a casa con un trofeo.
La voglia che avevo di baciarlo era molto alta e questo aumentò il tutto.
Così senza nemmeno farglelo sapere mi presentai alla porta di casa sua, intendendo che fosse da solo dato la sua sola macchina.
Così bussai insistentemente e ripetutamente, marcando bene ogni singolo colpo, facendogli sentire la mia decisione in quei pugni.
Appena sentii dei passi avvicinarsi alla porta, indietreggiai di poco per essere sicuro di non fare figure di merda davanti a qualche altra persona.
A mia poca sorpresa era venuto Harry ad aprirmi, e il suo volto era quasi sbiancato.
Sorridendo come se nulla fosse, presi iniziativa e dissi "Ciao Harry! Sei da solo?"
Il suo viso intimorito gli impedì di rispondere subito, accennando solo qualche "Si" con la testa.
Dopo aver sbattuto qualche volta le palpebre rispose con voce insicura se uscire o no "Si...che ci fai qui?"
Facendomi spazio con poca gentilezza entrai in casa, sniffando di nuovo quell odore.
"Volevo vederti, che domande." disinvolto avevo detto, facendo un giro su me stesso.
Lentamente chiuse la porta e si sforzó di guararmi negli occhi "Se è per quello che hai detto oggi..." lasciando il discorso a metá, stringendo i pugni e la serrando subito dopo la bocca.
"Non si tratta di questo. Volevo solamente vederti, se per te non è un problema" fù la mia risposta.
"Non mi dispiace mai vederti. Anzi, starei tutto il giorno a guardarti, lo sai." Disse, eliminando quell'insicurezza che aveva avuto da quando mi ero presentato davanti casa sua.
"Allora, oggi hai impegni?" chiesi in tutta semplicitá, quasi ignorando il complimento che mi aveva appena fatto.
"No, e comunque li annullerei per te." e finalmente con quella risposta tornó il Harry di poco fa.
"Certo che abbiamo un rapporto strano noi due, credo te ne sia accorto." e mentre lo dicevo, si indirizzó nel divano, aspettando solo che lo seguissi, e così feci.
"Oh no, provavo solo un certo odio nei tuoi confronti qualche mese fa, mi rompevi i coglioni e non ti sopportavo. Poi mi sono lasciato con Nick e ho capito quanto fossi stato stupido ad averti ignorato per tutto quel tempo. Ora sei qui a casa mia e a fatica riesco a guardarti per paura che mi incanti.
Ma no, non é per nulla strano questo rapporto." aveva riassunto la nostra situazione, saltando certe parti.
E il modo che aveva di dirmi i suoi pensieri mi aveva fin da subito colpito, perché era sempre diretto, un po come me.
Inutile dire che peró per tutto il discorso aveva tenuto gli occhi puntati ai suoi piedi, non pretendendo che mi guardasse.
Riuscii ad emmettere una risatina, forse un pó troppo tenera dato il momento, ma comunque adatta.
"Che hai da ridere?" mi disse, finalmente guardandomi.
"Hai dimenticato una cosa." affermai, pensando a tutto quello che aveva detto.
"Ne ho dimenticate tante di cose, ma te ora, a che ti riferisci?" mi chiese.
"Lo sai, spero. Cioè a quello che vogliamo tutti e due.." e non potevo non tirare fuori quel discorso che ci eravamo portati avanti per tutto quel tempo.
Naturalmente, mi riferivo al nostro più grande desiderio, sottomesso però dalla ragione di entrambi, un po meno dalla mia.
"Si, lo so, intendevo anche quello prima..comunque, che ne dici di uscire da qui? Non c'ho voglia di stare a casa." cambió discorso, evitando per l'appunto quello di cui più volevo parlare, ma l'idea di uscire da li mi pervase, in netto contrasto con la voglia di restare soli.
"A me va bene tutto, purchè ci siamo solo noi due." avevo risposto, lanciandogli un'occhiattina, quasi provando a sedurlo.
Si affrettò a dirmi "Aspettami un attimo, vado a cambiarmi".
Prima di lasciarlo sparire in corridoio, dove c'erano le scale che portavano in camera sua, gli avevo detto, chiaramente ironizzando il tutto "Posso darti una mano se vuoi."
convinto di sentirmi urlare contro, mi lasciò di stucco quando, affacciandosi dal corridoio giá senza maglia, disse "Se entri qui dentro probabilmente non uscirai molto presto, quindi è meglio se rimani li." per poi subito dopo sparire nella porta affianco.
Restai immobilizzato per qualche secondo, con un espressione da idiota mentre riflettevo sulle sue stesse parole.
Che poi da riflettere non c'era nulla, avevo compreso molto bene quelle parole.
Preso dalla voglia di contrastarlo, mi avviai verso la porta dove era sparito, ricordando che quello fosse il bagno e, senza bussare, aprii la porta, trovandomi Harry di spalle con addosso solo i boxer, intento ad infilarsi i jeans.
Non che non lo avevo giá visto in quella situazione, ma lo stesso sentii le gambe tremare a tanta bellezza.
Si girò e non appena mi vise la sua espressione rimase impassibile, al contrario della mia, che era affascinata.
Lasciai scorrere gli occhi nel suo corpo, soffermandomi nel torace, ammirando gli addominali e la V del bacino.
Mi morsi una guancia dall'interno per poter controllare le mie emozioni, e se ne accorse, dato il suo ghigno.
"Ti avevo detto di aspettare" disse, bottonandosi le jeans che lo rendevano ancora più attraente dato le sue gambe lunghissime.
"È un problema se resto a guardare?" gli avevo risposto, appoggiandomi alla cornice della porta, senza togliergli gli occhi da dosso.
"Finché guardi solamente, no." aveva di nuovo preso in mano la situazione.
Mi ero avvicinato a lui, incosciente dei miei gesti.
Era rimasto immobile con le braccia lungo ai fianchi, quasi assecondando le mie azioni con il solo sguardo.
Non appena alzai un braccio e lasciai scorrere le dita in tutto il suo torace, non resistetti a chiedergli "Dimmi la veritá. Fai palestra?"
Si era lasciato sfuggire una risatina soffocata, in segno però di accettazione al mio ovvio complimento.
Poi "No, perchè?" come se non ne sapesse il motivo.
Sospirai non appena tolsi la mano e "Come perchè? Ti sei visto? Hai visto il tuo corpo?"
Afferrando di scatto la maglia che aveva sopra alla doccia di penzolone, rispose "Si ma non faccio palestra." si era concesso di dirmi.
Annuii per poi girarmi ed uscire da quel posto infernale.
Sapevo che rimanere a guardarlo, anzi, ammirarlo, no sarebbe stata la scelta occasionale, così, per conto mio, ero ritornato a sedermi nel divano, guardandomi nuovamente in giro.
"Dove andiamo?" mi chiese, spuntando pochi minuti dopo facendomi quasi prendere uno spavento dato il silenzio che c'era stato.
"Dove vuoi. Te l'ho detto, mi basta stare con te." avevo insistito.
"Non fare il ragazzo dolce, so che a te piacerebbe di più restare qui a casa, senza occhi puntati addosso." aveva affermato, totalmente sicuro, con un tono misterioso.
Alzai gli occhi, pensando ad una risposta adatta, ma l'unica cosa fu "È vero."
Rise sottovoce e "Mi spiace, ma io non ho voglia di rimanere qui. E poi, sei stato tu ad apparire da quella porta, il minimo che potresti fare sarebbe assecondare le mie scelte."
E non aveva tutti i torti.
Non gli avevo nemmeno detto che sarei venuto, quindi dovevo per forza assecondarlo.
"Rivolti sempre tutto dalla tua parte. Ok dai, infilati quelle fottute scarpe e andiamo." risposi mentre mi alzai dal divano, gesticolando cose a caso, indicandogli poi le scarpe nell orlo della porta.
Senza altre discussioni fece come gli chiesi, sbrigandosi ad allacciarle.
Uscimmo dalla porta e la mia prima domanda fu nuovamente "Dimmi dove andiamo, senza meta o cosa?"
Fece spallucce, mentre aprì la portella della sua auto, invitandomi ad imitarlo.
Cosi feci.
"Che ore sono?" mi chiese, evitando l'argomento.
Guardai velocemente il cellulare e "Le tre e mezza." arrotondai, senza chiedergli spiegazioni aggiuntive.
"Non ho la minima idea di cosa fare, Louis." e questo mi scaturì una risatina, bassa ma tanto da farmi sentire ed essere interrogato con lo sguardo dal perché la mia reazione.
"Passiamo un attimo al tabacchino? Devo prendermi le sigarette." mi feci serio con la voce, ma senza abbandonare il sorriso nelle labbta.
"Giusto." quasi affermó.
Poche chiacchere, accese l'auto e senza parlare arrivammo al tabacchi.
"Ecco principessa." disse, con ironia, ma il mio finto offeso mi portó a "Non chiamarmi principessa."
Subito dopo aprii lo sportello, aspettando che mi imitasse.
"Arrivo, arrivo." a capirmi scese dall'auto.
Con tutta la calma del mondo, scese dall auto e chiuse a chiave.
Lo guardai esasperato, Dio, ci mette otto secoli a scendere. Il che è altamente probabile, sicuramente le sue gambe sono troppo d intralcio.
Entrammo in tabacchino e subito dopo uscimmo, giá con la sigaretta alla bocca.
"Andiamo al bar?" mi indicò dietro me, dove appunto c'era un bar.
Annuii semplicemente, tanto risposta o no comunque ci saremo andati.
Appena entrati, cercai subito un tavolino in cui sederci, cosa che successe subito.
"Sediamoci li" dissi, camminando giá i quella direzione.
Mi seguí e un attimo prima di sederci disse "Ok", come se non fosse giá abbastanza ovvio, idiota.
Tirai il cellulare fuori dalla tasca e Harry non perse tempo a dire "Ehy, hai insistito per stare con me e ora fai l asociale."
Risi alla sua..battuta?
Per poi "Stavo controllando un pò i social." senza degnarlo di mezzo sguardo.
Intanto arrivò il barista che ci chiese se volevamo qualcosa.
Guardai Harry nella speranza che parlasse, quando finalmente si decise "Mh, si dai, una coca, grazie."
"Lo stesso" affermai.
"Arrivano subito." disse l ometto, per poi sparire dietro al bancone.
"Harry, ti sto per chiedere una cosa, se non vuoi rispondere ti capisco." dissi, interrompendo quel silenzio.
Alzò gli occhi avendo la mia completa attenzione "Si?"
Rilasciai il fiato che avevo tenuto da quando gle l avevo chiesto e "Com'era tuo padre quando eri piccolo?"
Ebbi subito paura che so rifiutasse di rispondere per il brutto ricordo, non per niente infatti gli avevo detto che poteva non rispondere.
Abbassò lo sguardo, cominciando a giocherellare con le dita.
Gli apparve un sorriso tirato, probabilmente stava scavando tra i suoi ricordi più belli, mentre arrivó il barista con le coche e due cannuccie, lo ringraziammo con un sorriso, poi, mentre apriva la lattina, cominciò a parlare "Lui..gli volevo molto bene, come lui ne voleva a me.."
fece una breve pausa, il tempo di bere un sorso dalla sua lattina e riprese, mentre lo imitai aggiungendo la cannuccia e tenendo sempre gli occhi puntati su di lui, per cercare di vedere la sua espressione.
"Dicevo, ci volevamo molto bene. Eravamo il classico padre-figlio, sai, quel papá che vedi nei film, dove chiama sua figlio "campione", dove gli insegna a giocare a basket o football. Era il papá che appena tornava a casa la sera esclamava "Dov'è il mio Harry?" mentre gli correvo incontro e lui con le braccia divaricate pronte perchè gli saltassi in braccio, mettendo da parte per poco le mie sorelle. Era il papá che si arrabbiava se combinavo qualche guaio, ma che si addolciva subito quando gli facevo il broncio. Il papá che mi insegnava il significato delle parole che sentivo nei film che guardavamo assieme la sera, quelle poche volte che non era stanco.
Cercava sempre di rendermi felice, cercava di non farmi mai mancare nulla nonostante non avessimo una situazione economica alta.."
Prese di nuovo la lattina fra le labbra e ci bevve su un altro sorso.
Mi addolcii a quelle parole, la mia attenzione era focalizzata solo su quello che diceva e tutto con interesse.
"Quando andavamo, quelle rare volte, al Luna Park con tutta la famiglia, mi ricordo che in ogni giostra che facevamo, voleva sempre stare seduto vicino a me, e io non rifiutavo mai, perchè eravamo molto uniti e la nostra comunicazione era molto alta.
Non ho mai avuto problemi nel chiedergli favori o di parlare di cose private di cui non ne facevo parola nemmeno con i migliori amici. Mi fidavo ciecamente di lui, ma credo che per un figlio questo è ovvio.."
Smise di parlare e capii che non aveva intenzione di proseguire.
Ero con la testa appoggiata alla mano e i miei occhi scintillavano quasi.
Stavo vivendo l'infanzia di Harry, e immaginarmi un piccolo Harry con i capelli ricci, le fossette e questi occhioni verdi, mi spuntò un sorriso.
Alzó finalmente lo sguardo su di me e prima di lasciarlo aprir bocca gli chiesi "E quando hai capito che stava cambiando?"
Sospirò, molto probabilmente a causa di quei brutti ricordi che gli stavano invadendo la mente, ma non si tiró indietro "Quando ho finito le medie, iniziava ad arrivare a casa tardi, di film insieme non se ne è più sentito parlare, stessa cosa con le uscite, parlava sempre più sgarbatamente a mia madre mentre con me alzava sempre più la voce, dimenticandosi di scusarsi..sempre così fino a quando..è successo." chiude.
Mi dispiacque molte a sentirglelo dire, aveva vissuto una bella infanzia, con un padre che lo trattava da vero figlio, al contrario del mio, che non ha mai fatto nulla per meritarsi il mio amore nei suoi confronti, ma questo è passato.
Non per niente mi sentii giù di morale, anche se sapevo che da quando gli avevo fatto la prima domanda sarebbe successo.
Anche lui però ha corso il rischio con me, rivelandomi tutto quanto, e mi sento un pò contento nel sapere che ha voluto condividere con me i suoi momenti più belli, perchè è come se mi avesse reso partecipe di una cosa tutta sua e in questo caso, la sua vita.
"Tuo padre era un brav'uomo Harry. Non so perchè ha cominciato a comportarsi in quel modo, devi esserci stato parecchio male..voglio che tu sappia che io ti starò sempre affianco, qualcunque cosa dovesse succedere d'ora in poi." cercai di tirarlo su un pò, ma mi sentii subito in colpa nell averglelo fatto raccontare.
Poi però gli si illuminò il viso e una luce apparve nei suoi occhi rendendoli più luminosi.
Mi sorrise, quasi a rassicurarmi che andrá tutto bene, perchè è quello che sará.
"Si, era un brav'uomo ma ormai è andata così e non ho intenzione di tornare indietro per ricominciare tutto da capo."
La determinazione nelle sue parole e la mano stretta a pugno mi fece capire che quelle parole appena pronunciato sarebbero state vere fino al resto della sua vita.
"Andrá tutto bene Harry, te lo prometto." lo rassicurai a mia volta, appoggiando per pochi istanti la mia mano sopra la sua, stringendola, forse un gesto per incoraggiarmi in quelle parole.
"Grazie Louis." rispose, con tono estremamente dolce e caldo.
Gli sorrisi, ma non appena lo vidi alzare la testa e farsi improvvisamente cupo, le sopraciglia corrugate e la vena nella fronte farsi vedere, capii che era successo qualcosa.
Non esitai a chiedergli "Cosa c'è?"
Non rispose, guardò attentamente dietro di me e non esitai a girarmi.
Vidi un ragazzo biondo scuro camminare verso di noi, con affare misterioso e espressione infastidita.
Non lo conoscevo, gli chiesi "Chi è quello?"
Chiuse le palpebre per poi riaprirle pian piano, le nocche bianche da quando stava stringendo i pugni, la mascella serrata.
Lo guardai attentamente per cercare di capirci qualcosa, ma non successe.
Dopo un sospiro profondo in segno di nervoso disse "Quello è Nick, il mio ex."