"i had a dream, i got everything i wanted. But when i wake up i see, you with me. And you say: as long as I'm here no one can hurt you"
L'OSCURITA' aveva sempre spaventato Lydia. Quando si concedeva ad essa aveva strane previsioni, e non era tra le cose che amava fare.
Quando prediceva qualcosa, succedeva sempre qualcosa di brutto, e fin troppe cose erano successe quell'anno a Beacon Hills. Morti inspiegate, che ancora rimanevano avvolte dal mistero del soprannaturale.
Sotto il viso di una normale adolescente si celava la figura di una banshee. Una figura avvolta dalle tenebre, cosparsa dal terrore. Ultimamente Beacon Hills era cupa e misteriosa, più del solito diciamo.
La città aveva perso la sua luce, tutti a dire il vero avevano perso una luce. Una luce potente, il cui nome era Sofia Aries. Lydia si era interrogata sul perché la ragazza fosse sparita dal nulla. All'inizio continuava a credere che qualcuno le avesse fatto male, ma poi aveva capito.
La luce era sparita di sua volontà, e questo destabilizzava Lydia. Sofia stava male, come una lampadina rotta che andava ad intermittenza. Dovevano trovarla e curarla.
Quella notte il rumore delle foglie era più intenso. L'aria era più fredda, e le ombre più profonde. Lydia si mise sotto le coperte, desiderosa di svegliarsi quella mattina e vedere il sole. Non poteva sapere che il suo risveglio sarebbe stato abbastanza confuso.
"Aries"- sussurravano le voci -"la figlia maledetta" - continuarono. Lydia si girava tra le coperte, la fronte ricoperta da goccioline di sudore -"una seconda realtà..."- disse la voce della Cooman.
Buio. Il sottosopra.
Lydia respirava pesantemente, il petto si alzava ed abbassava ritmicamente -"dove sei Sofia!"- urlò -"lascia che io ti aiuti!"
La sua voce risuonò come un lontano eco -"cara Lydia, dolce ed ingenua"- disse Ecate avvicinandosi -"è questo il punto. Sofia non vuole essere salvata"- sorrise falsamente e poi alzò una mano.
Lydia urlò, mentre una forza superiore la spingeva via. La ragazza venne trasportata via a gran velocità. Tornò a Beacon Hills, venne portata nella sua camera, la porta dietro di lei si chiuse, e la ragazza venne buttata sul letto, finché non torno alla posizione iniziale.
"Lydia!"- la chiamò Allison dall'altra stanza -"svegliati faremo tardi a scuola"
Lydia si alzò dal letto urlando. Il grido della banshee provocò la rottura dei vetri. Le lampadine scintillarono -"Lydia che succede"- disse Allison entrando velocemente nella stanza.
La banshee prese qualche respiro profondo, poi guardò Allison dritta negli occhi -"Sofia non vuole essere salvata"- ripeté.
***
"Uno snaso!"- esclamò Sofia prendendone uno in mano -"è così carino"- disse addolcita. Harry la fissò imbambolato -"questi essere sono la cosa più ripugnante del mondo"- disse Malfoy togliendo il suo dalle mani.
"Sono troppo belli per te, furetto"- rise Sofia beccandosi una smorfia dal biondo -"allora. Questa sarà la prima lezione di Cura delle Creature Magiche, e vi ho portato delle creature abbastanza curiose. Chi sa cosa sono?"- disse Hagrid avvicinandosi alla classe -"snasi, signore"- esclamò prontamente Hermione.
"E sentiamo, qualcuno sa dirmi la loro maggiore caratteristica?"
"Sono in costante ricerca di oro, gioelli, diamanti. Qualsiasi cosa di valore attira gli snasi, per questo vengono spesso usati per fare rapine"- disse Sofia -"molto bene, signorina Aries. Quello che oggi dovrete fare, è vedere come si comportano. Metteteli alla prova, divertitevi!"
Sofia prese in braccio il suo snaso -"allora marmocchio, cosa vuoi fare?"
La creatura la fissò negli occhi -"ti va se facciamo una caccia al tesoro?"- chiese Sofia e lo snaso alzò subito la testa verso di lei.
"Allora, ascoltami. Questo è il premio per la caccia al tesoro"- disse mostrandogli un galeone -"lo scopo è quello di prender"
Lo snaso afferrò la moneta correndo verso la foresta proibita -"ei! Dovevi aspettare che lo nascondessi"- urlò la ragazza inseguendolo. Entrò nella foresta proibita, addentrandosi sempre di più, finché l'oscurità non la inghiottì completamente. Sopra di lei solo le fitte chiome degli alberi.
Sofia illuminò gli occhi -"dove ti sei cacciato"- disse tirando fuori una moneta dalla mano -"ho qui un regalino per te"- cantilenò.
Lo snaso si lanciò sulla monetina, ma Sofia alzò la mano immobilizzandolo in aria -"io te la avrei lasciata la monetina, ma non hai neanche voluto giocare. Adesso torniamo al castello, ok?"
"Sei brava con gli animali"- disse una voce dietro di sé -"centauro Firenze"- lo salutò Sofia -"cosa la porta qui"
"Te, Sofia. Negli ultimi giorni hai combinato parecchi casini"
"Io e Ron non abbiamo rubato tanto cibo dalle cucine"- si giustificò Sofia -"sai di che cosa parlo"
Il volto di Sofia diventò più serio -"non ho intenzione di andarmene"
"Gli spiriti della natura ti puniranno"- esclamò Firenze -"non ho fatto nulla di male! Io voglio solo essere felice per un po'!"- urlò la ragazza. I capelli volavano in aria -"Giove e Saturno saranno in opposizione stasera, sai cosa significa?"
Sofia non rispose -"stasera tornerai a casa, succeda quel che succeda"
"Non voglio tornare."
"Harry ti aspetta"- disse il centauro proiettando un'immagine, una piccola finestrella verso la camera di Harry. Il ragazzo era seduto sul letto, fissando una loro foto -"mi manchi"- sussurrò il corvino, baciando la foto -"mi manchi da morire"
"Questo non è reale"- disse Sofia al centauro -"perché, il tuo mondo lo è? Sono preoccupati per te, non sanno cosa ti è capitato. Voldemort ed Ecate sono ancora in circolazione. Pensi che stando qui eviterai i tuoi problemi? Se muori nella realtà, muori qui. Non hai scelta"
Il centauro si allontanò galoppando -"spero prenderai la strada giusta Sofia, e credimi, sei nei suoi pensieri più profondi."
Il rumore degli zoccoli risuonò come una coltellata al cuore. Sofia cadde a terra, le lacrime uscivano dai suoi occhi, mentre i singhiozzi cercavano di essere trattenuti.
Era stanca di dover salvare tutti.
Ma non si sarebbe mai stancata di amare Harry.
***
Sofia camminò spedita verso il castello, mentre il cielo si incupiva e la notte iniziava ad arrivare -"ei, ti ho cercata dappertutto, dov'eri?"- chiese Harry -"nella foresta proibita"- sussurrò Sofia.
"Sofi...stai piangendo?"- chiese Harry cautamente appoggiandole un braccio sulle spalle. La ragazza corse verso il suo petto, abbracciandolo disperatamente -" ei, ei. Va tutto bene"- sussurrò Harry abbracciando la ragazza -"cosa succede?"
"Sono un mostro"- pianse Sofia -"lo sono veramente. Per tutto questo tempo pensavo di non esserlo, ma oggi ho capito. Io non sono un'eroina"
"Sofia che cosa stai dicendo"- disse Harry accovacciandosi a terra e prendendole il volto tra le mani -"tu sei una stella, Sofia"
"Non puoi capire, Harry"- disse Sofia girandosi di scatto -"allora fammi capire. Dimmi quello che non so"
"Tu non sei reale. Cioè si lo sei, ma non qui. Io ho creato un altro universo. Un mondo dove non potevo soffrire, dove tutto era perfetto. Sirius è morto, Mike è ancora nel sottosopra. Io non potevo sopportare tutto questo, e.."
Harry le baciò la testa -"non sei un mostro per questo Sofia. Sei umana"- la rassicurò accarezzandole il viso -"nella realtà...io e te"
"Stiamo insieme, si"
"Devi tornare dall'altro me, lo sai?"- chiese Harry -"sono passati mesi...e se"
"Ti amerò in ogni universo possibile"- sussurrò il corvino. La baciò dolcemente -"vai, fai quello che devi fare. Io mi sveglierò domani, e magari sarò di nuovo con te. Anche se in un universo pieno di problemi"
"Questa vita era troppo perfetta per me"- sorrise Sofia -"chiama gli altri, devo darvi un ultimo addio. A Grimmauld Place, dove tutto è cominciato"
***
Le urla di Bellatrix Lestrange continuavano a ripetersi nella mente di Harry.
Continuavano, e non finivano. Come una lenta tortura, per ricordargli quello che era successo, perché se Bellatrix rideva, era perché il suo padrino era morto.
Flash, luci, domande. I poveri occhi verdi di Harry erano stanchi -"é tornato"- aveva sussurrato Caramell, come se fosse una novità. Harry lo sapeva da più di un anno ormai.
La triste verità che Sirius Black era morto aveva colpito Harry, e l'aveva affondato nell'oscurità delle tenebre. Altri flash, altre foto che sarebbero finite in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta, quando in realtà Harry voleva solo sparire.
Si ricordava ancora la stretta intorno al braccio che gli diede Silente, come segno che poteva andare. Ricordava il modo in cui lo aveva accompagnato verso l'uscita, tenendolo con la sua mano, come se da un momento all'altro potesse sgretolarsi sotto il suo sguardo.
Ricordava.
Le foto, i giornalisti...ricordava tutto.
Ed era proprio questo il problema: ricordava. Ricordare faceva male, feriva Harry e prima che potesse curarsi, ritornava a ferirlo. Era una lenta e dolorosa tortura.
Harry cadeva nel vuoto, si lasciava trasportare dalle braccia del "nulla", e poi tornava alla realtà.
Una realtà che avrebbe voluto dimenticare.
***
Le vetrate dei grattacieli a Londra erano cupe, e riflettevano il temporale che arrivava. Il rumore assordante dei tuoni attirò l'attenzione degli impiegati dei grattacieli che si avvicinarono alle finestre.
E in mezzo alle nuvole grigie, un attento osservatore avrebbe potuto individuare il loro marchio, il marchio nero.
Piccole scie nere, veloci come fulmini saettarono fuori dal teschio, dirigendosi verso la città. Volarono per Londra, entrarono in un pub e ruppero un muro.
Un muro che divideva il mondo dei babbani, da quello dei maghi. Si aggirarono per Diagon Alley, facendo esplodere poi le finestre del negozio di Ollivander. I mangiamorte uscirono dal negozio, tenendo tra le mani un prigioniero incappucciato, poi si levarono in mezzo al cielo, pronti a generare il caos più totale.
***
Sofia rientrò a Grimmauld Place con un'aria diversa. Si sentiva colpevole.
Dietro di lei apparve il golden trio, seguito dai gemelli Weasley, Mike e Ginny, davanti a lei invece la ragazza rivide Sirius.
Gli corse incontro, mentre l'uomo apriva le braccia per accoglierla -"va tutto bene"- le sussurrò -"fai quello che devi fare"- le sorrise, e insieme a tutte le persone che amava Sofia si diresse nella camera di Sirius.
La sua mente vagò nella stanza, e rivide quella lettera. Nello stesso identico punto dove l'aveva lasciata. Non se n'era potuta accorgere prima, perché non voleva.
La luna piena calava su di loro -"mi dispiace"- sussurrò Sofia -"non hai fatto nulla di sbagliato, Sofia"- sorrise Hermione -"devi andare a salvare il mondo"- disse Ron.
"E devi salvare anche me se possibile"- aggiunse Mike. Sofia alzò lo sguardo verso Sirius -"avrei dovuto proteggerti"
"Ritorna nel tuo universo, ma stavolta con la consapevolezza che io non ti ho mai veramente abbandonato. Per quanto male possa fare, io sono qui con te Sofia. Ovunque tu andrai, saremo con te"- disse Black.
Si misero tutti dietro Sofia -"ci vediamo nell'altro universo"- sussurrò Sofia e poi, le sue dita toccarono la lettera sprigionando la luce.
Tutti gli universi videro la luce.
E ogni volta che sembrava spegnersi, diventava ancora più luminosa.
***
I londinesi camminavano tranquillamente sul ponte di Londra. Nonostante il brutto tempo, nessuno di loro avrebbe potuto immaginare di poter vivere una simile esperienza.
Scie nere si avvicinarono a loro, diventando invisibili grazie alla magia. I tubi di ferro che sorreggevano il ponte scoppiarono a causa della forte pressione. Grida e terrore si diffusero immediatamente, mentre correvano verso l'uscita.
Il ponte oscillava come una molla. Infine, i mangiamorte decisero di spezzare le funi che legavano la struttura. Il ponte iniziò a cadere in acqua.
Una forte luce esplose in mezzo al cielo. Saettava velocemente, prese tutte le persone portandole sulla strada di Londra.
Sofia manovrava le mani con estrema cura in mezzo alle nubi. Il cielo iniziò a schiarirsi, e mai la ragazza si era sentita così forte.
I mangiamorte scapparono, dovevano avvisare immediatamente i signori Oscuri.
***
" Buongiorno cittadini di Londra, come sempre qui parla il vostro Emis Arword, con un'edizione speciale del telegiornale di Londra. Ma scopriamo subito cosa è successa. Linea a te, William"- parlò il conduttore.
"Grazie Emis. Oggi siamo qui per parlarvi di un altro evento che ha coinvolto la nostra casa Londra. Il ponte di Londra oggi è stranamente crollato, provocando il terrore tra i londinesi. Fortunatamente non abbiamo riscontrato nessuna vittima, ne feriti. Ma l'evento ancora più sconvolgente è che le persone si definiscono -salvate- da una strana essenza, è così signore?"
"È stato un miracolo di Dio! Il cielo ha iniziato a schiarirsi e...mi sono sentito come sollevato da una forza"
"Avete sentito bene? Questo è quello che ogni persona che era sul quel ponte in quel preciso momento afferma. I nostri ingegneri dicono anche il ponte non sarebbe potuto crollare inspiegabilmente. Quindi, sarà stato veramente un miracolo di Dio?"
Remus Lupin spense la TV, gli occhi pieni di felicità -"è..."
"È tornata tra noi"- sorrise Albus. Qualcuno bussò al campanello di Grimmauld Place -"chi potrebbe mai essere"
"Seguitemi"- sussurrò Silente. I membri dell'ordine presero le bacchette avvicinandosi guardinghi. Aprirono la porta, mentre l'adrenalina saliva.
Silente sorrise -"è bello rivederti, Sofia"
***
Il vuoto.
Lì Sofia sarebbe voluta cadere, lasciandosi trasportare dalle sue braccia in un lento per sempre. Sarebbe voluta sprofondare in mezzo all'oscurità, perché almeno lì, per quanto buio e freddo possa esserci, il dolore non ti raggiunge.
Uno sguardo perso sembrava essere stampato sul suo viso. Nessuna emozione, niente che potesse accomunarla ad un essere umano. Era semplicemente lei, persa in quel casino di emozioni.
I sensi di colpa le mangiavano l'anima, divorandola lentamente mentre lei crollava nell'apatia. Si era aspettata un ritorno diverso, invece, questa realtà era come l'aveva lasciata...distrutta. Aveva letto tutte le lettere che le erano arrivate mentre lei se la spassava in un'altra realtà.
Non sarebbe dovuta cadere. Lei non poteva crollare. Ricordava ancora le parole di Silente <per questo devi rimanere forte, anche se stai cadendo a pezzi. Devi farlo per coloro che ami, perché non sono forti come te > ma invece era andata diversamente. Lei li aveva delusi tutti.
Qualcuno bussò alla porta. Quel ticchettio risvegliò Sofia dai suoi logoranti pensieri -"avanti"- disse semplicemente. Non usò un tono felice o triste, non usò nessuna emozione. Perché erano proprio le emozioni a distruggerla.
Lei provava più degli altri. La sua anima le faceva provare emozioni che altri non riuscivano a provare...tutto sembrava amplificato. I sensi di colpa, la tristezza, la compassione. Tutto finiva per ucciderla.
"Ciao Sofia"- Silente si trovava davanti a lei -"che cosa vuole, farmi la ramanzina?"- ridacchiò leggermente lei -"non serve che ti mette in difensiva. Io non sono un tuo nemico. Sono la stessa persona di tre anni fa, in quell'orfanotrofio. Non ti ho mai rimproverato...io mi preoccupo solo per te"
"Lei si preoccupa per me e io me ne vado per mesi"- annuì lei amaramente -"pensi che qualcuno ce l'abbia con te? Non c'è una singola persona in questa casa che non voglia abbracciarti e chiedere come stai"
"Io non voglio che gli altri si preoccupino per me, non ce n'è bisogno"
"Può capitare a tutti Sofia, di lasciarsi andare al dolore. È normale, è umano"- sussurrò Silente sedendosi accanto a lei -"infatti, io non sono umana. Io sono un mostro. Il mio cuore è oscuro quanto quello di Ecate. E tutti voi dovreste smetterla di continuare a giustificarmi. Ho sbagliato. La vostra luce, il vostro punto di riferimento è caduto. Siamo tutti nella merda, ma voi continuate ad avere speranza per me"- rise Sofia.
"Cosa è cambiato da pochi mesi fa. Tu stessa hai smentito Ecate sulla speranza, cosa ti ha fatto cambiare idea"
"SIRIUS È MORTO!"- Sofia si alzò da terra. Gli occhi neri, il cuore che si sgretolava sotto il peso del dolore -"ecco cosa è cambiato! Lui è morto, e lui avrebbe meritato di vivere"
" Ci teneva molto a te...lo sai, vero?"- chiese Silente guardandola negli occhi.
"Lo so, ma non posso fare a meno di pensare di essere stata io la causa della sua morte. É stata tutta colpa di un maledetto abbraccio"- lo sguardo di Sofia si spezzò davanti a Silente. E dopo quella confessione, Sofia iniziò a singhiozzare -"è morto a causa mia..."- pianse portandosi le ginocchia vicino al viso. Silente le passò un braccio in mezzo alle spalle -"allora non lasciare che sia morto invano. Lui è morto perché credeva in te"
"Immagino che non sia venuto qui per una visita amichevole, Silente"
"Ho bisogno di te, Sofia. Tutti abbiamo bisogno di te"- esclamò l'uomo. Sofia si alzò dal letto, si asciugò le lacrime e sorrise forzatamente.
"Allora...cosa dobbiamo fare?"
***
Un treno passo velocemente sulle rotaie. Davanti alla stazione si trovava un piccolo bar. Sulle tovaglie a quadretti si posavano bustine di sale e zucchero, ma c'era qualcosa, o meglio dire qualcuno che attirava decisamente di più l'attenzione.
Era un ragazzo seduto su una delle tante sedie. Gli occhi verdi erano contornati dagli occhiali, i capelli neri ribelli e una piccola cicatrice lo caratterizzavano, donandogli una bellezza divina. Tra le mani c'era una copia della Gazzetta del Profeta -"esplosione nel centro di Londra"- lesse in un sussurrò il giovane.
"Sai cosa devi fare?"- le chiese Silente -"certo"
La ragazza si avvicinò alla porta, tese la mano verso la maniglia per poi notare uno sguardo fugace. La cameriera osservava Harry come un bocconcino. Si avvicinò a lui, e Sofia rimase a guardare.
"Harry Potter"- lesse da dietro il giornale la ragazza -"chi è Harry Potter?"
"Oh, nessuno. Un fessacchione"- disse Harry in difficoltà. La cameriera ridacchiò, e Sofia si ritrovò a stringere la mascella -"strano questo tuo giornale, qualche sera fa avrei giurato di aver visto muovere una foto"
"Qualche sera fa? Veramente, Harry? "- pensò Sofia -"davvero?"- chiese Harry fingendosi curioso. La ragazza annuì.
"Beh probabilmente è il ragazzo che hai davanti, a volte fa...impazzire le persone a causa della sua bellezza"- esclamò Sofia entrando. Al suono della sua voce, gli occhi di Harry si illuminarono -"saresti?"
"Oh che sbadata. Sofia Aries, sono la sua ragazza. La vera domanda è chi sei tu?"- la ragazza le lanciò uno sguardo assassino -"già che ci sei cara, gradirei una cioccolata calda"- sorrise Sofia.
La ragazza li lasciò -"era veramente necessaria questa scenata?"- le chiese Harry provando ad intrecciare le loro mani. Sofia ritrasse la sua -"due mesi che sparisco, e tu già ci provi con altre?"- disse arrabbiata -"non ci stavo provando"- esclamò Harry -"sei così ingenuo Harry. Ti stava letteralmente mangiando con gli occhi"
"Non significa che io ci stia. Due mesi senza una tua notizia, una tua lettera...niente. Ti rendi conto di quanto mi sei mancata?"- chiese indurendo la sua voce -"mi sei mancato anche tu"- sussurrò Sofia abbassando lo sguardo.
"Mi dispiace per quello che ho fatto, Harry"
"Sta zitta"- disse avvolgendole un braccio sulla vita e attirandola al suo petto. Il calore del suo ragazzo la avvolse completamente -"non sai quanto mi dispiace"- la sua voce si incrinò.
"Come stai?"- le chiese guardandola negli occhi, quegli occhi verdi la confusero per alcuni istanti -"Sofi?"
"Oh ehm, io sto bene. Te invece?"
"Hai superato la sua morte?"- chiese con voce più delicata. Per un momento si sentì spaesata da quella domanda, ma si ricordò le parole di Sirius, e se lo immaginò accanto a loro -"si...sono riuscita"
"Ti devo raccontare molte cose"- esclamò la ragazza. La cameriera le portò la cioccolata calda e così i due si trovarono a parlare, abbracciati dopo molto tempo.
E quell'amore li legava era come una dolce coperta.
***
"Una....seconda realtà"- ripeté Harry per convincersi -"c'è qualcosa che non sai fare?"- Sofia ridacchiò a quella affermazione -"sarei dovuta rimanere, lo so"
"Hai fatto bene. A tutti serve una pausa prima o poi, soprattutto a te"- sussurrò baciandole la testa -"scommetto inoltre che è merito tuo quel salvataggio al London Bridge"
"Si, ma io ho anche liberato l'oscurità nel centro di Londra"- rise Sofia amaramente -"non mi importa"
"Dovresti smetterla di vedere sempre il buono in tutte le mie azioni"
"Per me sarai sempre e comunque pura luce"- sorrise Harry -"mi sei mancato veramente tanto"- Sofia si coccolò al suo petto e i minuti sembrarono passare lentamente.
"Adesso che sono qui, nessuno ti farà più del male"- sussurrò Harry.
"Vado in bagno"- sorrise la riccia alzandosi. Si allontanò dal ragazzo, sentendo il suo sguardo bruciare su di lei. Il treno passò a gran velocità ed Harry si alzò osservando le luci che andavano ad intermittenza.
Era strano. Il suo cuore batté con più frequenza. Ormai era sempre allerta, sempre pronto a ogni situazione. Ogni pericolo.
Si avvicinò probabilmente troppo al vetro congelato dal freddo, lo pulì con il manico della felpa e un altro treno sfrecciò davanti a lui a gran velocità.
Il suo cuore si fermò. Albus Silente era davanti a lui.
Con la sua lunga tunica, i capelli bianchi che gli ricadevano sulle spalle e quell'aria così serena, l'uomo sembrava aver preso gusto a spaventare il povero Harry -"oh è già arrivato"- esclamò Sofia sistemandosi la maglia.
"In che senso è già arrivato, Sofia"
"Ti spiegherà tutto vedrai"- sorrise la ragazza prendendo la sua mano e piegando la maniglia -"non puoi uscire così, ti prenderai un malanno"- la voce di Harry risultò incredibilmente dolce e premurosa. Il tessuto di una felpa le coprì le spalle. Harry le accarezzò le spalle, il suo sospirò sul collo, il suo profumo, la sua presenza...tutto quanto la mandava in tilt.
Harry le lasciò un bacio sul collo -"possiamo andare adesso"
I due scesero dalle scale, davanti a loro Silente era in una postura impassibile. Harry si avvicinò a lui, osservando il poster sul muro con uno strano sorriso sul viso -"sei stato incauto questa estate"- pronunciò Silente.
"Mi piace viaggiare sui treni, scaccia via le preoccupazioni"- lo sguardo di Harry ricadde sulla mano annerita del preside. Sofia prese la mano del preside -"non me lo avevi detto di questa"- disse indicandola -"posso aiutarti magari"
"Ne dubito fortemente. È piuttosto spiacevole da guardare, la storia è avvincente...anche se sono io a dirlo. Ma questo non è il momento di raccontarla. Afferrate il mio braccio"- sussurrò porgendolo.
"Questo"- gesticolò Sofia -"non rientrava nei piani, Albus. Sai quanto odio smaterializzarmi"- il preside ridacchiò -"ti assicuro che accanto ad Harry starai bene. Fate come vi dico"
"Perché finisco sempre per vomitare..."- i due afferrarono il loro braccio.
***
Sofia si sentì strattonata dall'ombelico, viaggiando a migliaia di chilometri orari. La cioccolata calda se salì dallo stomaco, mentre lei si aggrappava con più forza al braccio dell'anziano.
I suoi piedi toccarono di nuovo la superficie, mentre lei si teneva al braccio di Harry per non cadere -"non mi fiderò mai più di te "-Silente ridacchiò -"era necessario"
"Mi sono appena materializzato, vero?"- chiese Harry -"è così, e con successo aggiungerei. Quasi tutti vomitano la prima volta"- alla parola vomito, Sofia corse verso un cespuglio.
"Albus!"- disse arrabbiata. Il corvino si avvicinò a lei tenendole i capelli -"come dicevo"- ridacchiò Silente. Harry prese un fazzoletto pulendole le labbra -"non è colpa mia se ho un intestino sensibile"
Silente le lasciò una leggera pacca sulla spalla, incamminandosi per la cittadina su cui erano atterrati. Harry le prese la mano, raggiungendo l'uomo -"benvenuti nell'incantevole villaggio di Baddly Baddlelborn. Presumo che a questo punto vi stiate chiedendo perché vi ho portati qui, dico bene?"
I tre arrivano davanti a una vecchia casa-"signore dopo tutti questi anni mi adeguo e basta"- esclamò Harry. Albus scrutò la casa per alcuni secondi -"tieni pronta la bacchetta, e Sofia beh...sai cosa fare"- la ragazza illuminò gli occhi -"so cosa fare"
Sofia entrò nella casa, mosse le mani per formare una pallina di luce che si depositò in mezzo alla stanza. La casa sembrava completamente messa a soqquadro. La carta da parati era strappata in alcuni punti, il soffitto presentava diversi buchi. I mobili erano ribaltati o rotti. Niente di tutto questo sembrava accumunarla ad una casa normale.
Silente si fece strada analizzando la situazione -"Horace"- sussurrò. Si avvicinarono al salotto, le pareti erano graffiate, i quadri tutti storti. Aprì leggermente la porta cigolante, ad ogni passo qualcosa sembrava rompersi sotto i loro piedi -"Horace"- ripeté.
Harry si guardò intorno, illuminando un vecchio orologio, oramai distrutto e accasciato a terra. Vetri, sporcizia e polvere erano a terra insieme a un giornale, la cosa più spaventosa era che sulla prima pagina c'era niente poco di meno che Harry, o - il prescelto - come lo chiamavano ultimamente. Una goccia di sangue finì sulla sua immagine.
Sofia afferrò la sua mano, spingendolo indietro. Era sicura che se c'era qualcuno in quella casa, allora era interessato ad Harry. Quest'ultimo alzò lo sguardo. Sofia illuminò il soffitto.
Il muro era aperto, come uno squarcio fatto in battaglia, dal legno gocciolavano gocce di sangue -"è inquietante questa casa"- una goccia di sangue cadde sulla fronte di Harry. Silente lo raggiunse, prese la goccia portandosela alle labbra -"questo non è sangue, vero?"
"Vero"- rispose l'uomo. Sofia si focalizzò sull'ultima parte della stanza. Una poltrona, l'unica cosa difficile da accettare era che fosse intatta. La ragazza fece un cenno a Silente, solo uno sguardo che valeva più di mille parole. Il preside si avvicinò, puntando la bacchetta sempre più vicino. Toccò la superficie della poltrona e poi la testa di un uomo spuntò dalla poltrona.
"Per la barba di Merlino!"- esclamò lo sconosciuto. Alzandosi in piedi, la poltrona si alzò con lui -"per la barba di Silente"- esclamò Sofia.
"Non c'era bisogno di infilzarmi, Albus"- muovendosi un po', l'estraneo fece sgonfiare l'imbottitura -"beh devo dire che sei alquanto convincente come poltrona, Horace"
"E' tutto nella tappezzeria, inoltre ho un'imbottitura naturale, che cosa mi ha tradito?"
"Il sangue di Drago"- disse Silente indicando il soffitto. Lo sguardo dell'uomo ricadde sui due -"o giusto le presentazioni. Harry e Sofia, vi vorrei presentare un mio vecchio collega e amico, Horace Lumacorno"
"Horace beh...tu sai Harry chi è. Invece, lei è Sofia Aries, figlia di Alex"
"Sofia Aries"- ridacchiò nervosamente Horace -"la figlia maledetta."
"Come mai tutta questa messa in scena, Horace. Non è che aspettavi qualcun'altro, vero?"- chiese Silente mentre il collega chiudeva la porta -"qualcun'altro? Non capisco che cosa vuoi dire...ah d'accordo. I mangiamorte cercano di reclutarmi da oltre un anno. Sai che cosa significa? A quelli si può dire di no poche volte, perciò non resto mai in un posto per più di una settimana"- ammise -"i proprietari babbani di questa casa sono alle Canarie"
"Beh credo che dovremmo rimettergliela in ordine, no?"- Horace annuì -"a te l'onore, Sofia"- sorrise Albus. La ragazza chiuse gli occhi, quando gli riaprì la luce illuminò la stanza -"non ci posso credere"- sussurrò Lumacorno. Sofia mosse leggermente le mani in una dolce danza.
I pezzi di vetro sparsi per terra iniziarono ad unirsi, tutti gli oggetti iniziarono a volare al proprio posto avvolti da una leggera nebbiolina dorata. Lo specchio si ricompose, i libri si adagiarono sulla libreria. Gli spartiti volarono su un vecchio pianoforte. Il soffitto si ricompose, le foto si misero dentro i quadri. Harry sorrise alla vista di tutta quella magia.
"Ehm, Harry"- ridacchiò Sofia indicando sotto la sua scarpa. L'ultimo pezzo da mettere apposto era un pezzo di cristallo. Harry alzò il piede e il pezzo di vetro fluttuò in aria agganciandosi all'enorme lampadario -"è stato divertente, ti spiace se uso il bagno?"- confessò Silente.
"No di certo"- rispose Horace e l'uomo si incamminò nella stanza -"non credere che non sappia perché sei qui, Albus. La risposta è sempre no. Assolutamente ed inevitabilmente no"
Horace sorrise ai due -"somigli tanto a tuo padre, tranne gli occhi ovviamente. Hai gli.."
"Occhi di mia madre, si"- esclamò Harry.
"Lily, la bella Lily...era estremamente brillante tua madre, se poi pensi che era babbana di nascita era ancora più prodigioso!"
"Che cosa significa questo? La mia migliore amica è babbana di nascita, è la migliore del corso"- disse Sofia infastidita -"nono, non pensare che io abbia dei pregiudizi. La madre di Harry era tra gli studenti che in assoluto preferivo, guarda eccola lì, in prima fila"- Horace indicò un quadro.
Harry si avvicinò, attirato da quella foto come una calamita -"tutti miei, dal mio all'ultimo. Ex studenti intendo"- Sofia osservò la foto. Sua madre era accanto a Lily e sorrideva. Semplicemente sorrideva, eppure era così nostalgico quel ricordo...
"Riconosci Barnaba Scaff, direttore della gazzetta del Profeta. Accetta sempre il mio gufo nel caso dovessi esprimere il mio parere sulle notizie del giorno. Guenon Johns, capitana delle Oli Eidarbis, biglietti gratis ogni volta che voglio. Certo...non vado a una partita da parecchio tempo"
Harry prese tra le mani una foto -"Regulus Black, senza dubbio sapete di suo fratello maggiore Sirius deceduto qualche settimana fa"
"L'ho visto morire davanti a miei occhi, senza dubbio lo so"- sorrise falsamente Sofia. Horace la guardò inclinando la testa -"riconoscerei quel caratterino da un miglio di distanza, hai il carattere di Selene. Sai, ho insegnato a tutta la famiglia Black tranne Sirius, è un peccato...un ragazzo di talento. Ho avuto Regulus quando fu il suo turno certo, ma gli avrei voluti al completo"- disse Lumacorno. Harry le prese leggermente la mano -"oh vedo una bella coppia davanti a me"- i due sorrisero -"farete faville insieme! La coppia che scoppia!"
"Horace"- lo chiamò Silente -"ti spiace se prendo questo? Adoro i modelli a maglia"- disse indicando una rivista -"si naturalmente, ma non ve ne andrete, vero?"
"So riconoscere una causa persa quando ne vedo una. Deplorevole, l'avrei considerato un trionfo personale se tu avessi consentito a tornare ad Hogwarts. Vabbè, sei come i miei amici qui...unici nel loro genere. Addio Horace"- sospirò il preside.
I tre uscirono dalla stanza -"sei un manipolatore, lo sai?"
"Lo so"- sorrise Silente. I tre camminarono nel vialetto, la porta dietro di loro si aprì.
"Va bene, accetto. Ma voglio il vecchio studio della professoressa Gadames, non quel gabinetto che avevo prima. E mi aspetto un aumento! Viviamo in tempi pazzi, pazzi!"- Silente annuì -"pazzi davvero"
Albus si mise a canticchiare -"signore, lo scopo di tutto questo?"- chiese Harry -"voi avete talento, siete famosi e potenti. Tutte cose che Horace apprezza, il professore Lumacorno vi vorrà nella sua collezione. Sofia, tu saresti il suo gioiello della corona. Per questo lui ritorna ad Hogwarts, ed è vitale che lui ritorni"- spiegò Silente.
"Temo di avervi derubato di una magnifica serata insieme"
"Fa niente, ci rifaremo domani"- le sorrise il suo ragazzo -"oh, non tornerete a Little Winching stasera"
"Ma signore, Edvige? E il mio baule?"- chiese Harry -"entrambi ti stanno aspettando"- disse porgendoli il braccio.
"Oh no. No no no Albus, ti sbagli se pensi che io lo rifarò. Vi saluto, ci vediamo alla Tana"- esclamò Sofia alzandosi in volo -"sta attenta!"- le urlò Silente.
Harry afferrò il suo braccio, mentre Sofia ormai volava in cielo avvolta da un'aura luminosa- "una stella cadente, papà!"- disse un piccolo bambino indicando Sofia.
Quando l'uomo si girò però, la -stella cadente- era ormai volata avanti, non volendo sprecare un minuto di più senza i suoi amici.
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