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Dame | Pablo Gavi

By _Bluemooon_

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Wanda Àlvarez non è mai stata una ragazza dalla frenetica vita, ma tutto sarà sconvolto quando durante una fe... More

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By _Bluemooon_

Wanda

-secondo me è innamorata e non lo vuole ammettere- sentii la mia collega Marisol punzecchiarmi per la millesima volta, mentre io continuavo a scuotere la testa.

Quella mattina avevo il mio turno a lavoro fino alle quattro di pomeriggio, e poi sarei finalmente tornata a casa. Il mio capo per quella giornata mi aveva affidata al taglio e colore del settore parrucchieria, e i miei due colleghi impiccioni Alex e Marisol stavano insinuando possibili opzioni per il mio comportamento negli ultimi giorni.

Da quella domenica sera erano trascorsi un paio di giorni, ed io e Pablo ci continuavamo a scrivere appena possibile. Dato che giugno era l'unico mese in cui poteva godersi le vacanze, aveva molto più tempo libero rispetto a me, che invece avevo ripreso a lavorare a ritmi pieni, ma comunque leggeri perché il clima del salone era fantastico.

Si poteva ascoltare musica diversa in ogni stanza, noi dipendenti avevamo un rapporto straordinario con ogni cliente, e soprattutto il nostro capo, Spencer accoglieva ogni nostra richiesta, era premuroso e si preoccupava di ogni nostra evenienza.

-perchè non vi preoccupate di lavorare piuttosto che di me?- canzonai mentre applicavo la carta stagnola sui capelli della vecchietta Lily che una volta al mese veniva a rifare il suo lucente biondo.

-avanti Wanda, non fare la solita timida, c'è qualche ragazzetto che ti piace non è così?- parlò l'anziana ed io abbassai il capo per fare un sorrisetto.

-forse- alzai le spalle imbarazzata e con il pennello stesi la tintura alla radice dei capelli.

-lo sapevo! Che ti avevo detto?- Marisol spintonò Alex che scosse la testa affranto.

-non è come pensate, siamo ancora agli inizi, e poi non so nemmeno se per lui è una cosa seria. Sono una completa frana con gli uomini- sospirai confessando i miei timori.

La reputazione da calciatore solitamente non portava spesso fortuna com'era successo ad Ambar con Pedro, e in quei giorni avevo passato la maggior parte del tempo a cercare interviste ed informazioni sul ragazzo, dove quando gli si chiedeva della sua vita privata accennava sempre pochi tratti, ribadendo ogni volta di essere ancora giovane e di volersi godere questo periodo senza impegni.

Il mio giudizio su Pablo non si era di certo basato su parole dette nei mesi scorsi, ma avevano acceso in me una forte paura di poter essere delusa, e data la mia poca esperienza nel campo delle relazioni non sapevo riconoscere la pura sincerità, dai secondi fini, ma avevo appurato per certo, che quella domenica ero stata benissimo con lui e non vedevo l'ora di rivederlo.

-ti preoccupi troppo Wanda, devi vivertela con leggerezza. Sono sicura che chiunque sia il fortunato saprà comprendere che sei una ragazza d'oro, e con un grande cuore e non ti deluderà- ascoltai le parole di Lily e quasi mi commossi.

-lo spero tanto, non mi sono mai sentita così prima d'ora- rivelai, ed il ragazzo accanto a me bisbigliò a Marisol.

-piantatela, non sono innamorata- li rimproverai e loro alzarono le mani per poi continuare a fare il loro lavoro.

A che ora finisci di lavorare?

Proprio in quel momento, il mio telefono che era poggiato sul mobile dedicato alle diverse colorazioni di tinta, si illuminò rivelando un messaggio da parte di Pablo.

Tolsi i guanti neri sporchi di tinta, e lasciai Lily tenere i capelli in posa la tinta prima del risciacquo. Afferrai il mio telefono ed uscii nella hall del salone per sedermi sui divanetti d'attesa.

Alle quattro
Perché?

La mia gamba cominciò a tremare da sola senza fermarsi per abbondanti e snervanti minuti, prima che il ragazzo potesse rispondere.

Ti andrebbe un secondo appuntamento?
Ovviamente migliore del primo

Mantenni un'espressione pacata nonostante il mio cuore avesse già superato i duecento battiti al secondo.

Va bene
Che aveva di male il primo?

Inviai il secondo messaggio di fretta e attesi risposta. Tutte le mie illusioni su quanto fossimo stati bene domenica, stavano crollando in un secondo.

Non fraintendere, sono stato davvero bene, sono contento che abbiamo tante cose in comune, ma stasera voglio stare solo con te perché mi interessi davvero Wanda.
Allora, ci stai?

Lessi quel messaggio più volte prima di realizzare, e mi alzai per cominciare a camminare avanti e indietro per la hall.

Contaci

Chiusi il telefono per qualche secondo, e mi passai una mano sulla fronte per cercare di riprendermi.

Ti faccio passare a prendere da Ambar per le otto

Risposi a quell'ultimo messaggio per poi tornare a lavorare, mentre la mia mente era fissa solo su Pablo Gavi.

Tornata a casa mi riposai per un'oretta, e poi mi fiondai in doccia, passai il rasoio elettrico sulle gambe e dove ne avevo più necessità, e mi asciugai i capelli, che richiedevano sempre maggior tempo e come al solito lasciai i due ciuffetti davanti e feci una mezza coda ed il resto dei capelli li lasciai sciolti.

Verso le sette passate attaccai una videochiamata con le due gemelle, anche se presto Inés uscì di casa per raggiungere Ahmed, ed io rimasi con Ambar che si stava preparando come me.

Mi avrebbe accompagnata da Pablo, e poi lei e Pedro avrebbero trascorso la loro serata per conto proprio.

Dopo lunghi dilemmi su cosa fosse più opportuno indossare, misi un vestitino nero, con uno scollo per niente eccessivo ma che metteva comunque in evidenza il mio seno. Arrivava a metà coscia senza lasciare trasparenze. Mi guardai allo specchio ad ogni angolo possibile e dopo aver avuto l'approvazione della mia amica, mi sedetti alla mia postazione make-up per truccarmi.

Quello era sicuramente il mio punto forte, ma restai comunque abbastanza sul semplice realizzando una base non troppo carica, un piccolo eyeliner e dei ciuffetti di ciglia finte alla fine dell'occhio, e per ultimo una tinta labbra sui toni del bordò tendente al magenta.

Allacciai al collo la sottile catenina in oro che portava come ciondolo una piccola croce, e riempii i miei buchi con gli orecchini.

Qualche minuto dopo aver chiuso la chiamata con Ambar che era diretta verso casa mia, la porta della mia stanza si aprì e mia sorella entrò buttandosi sul mio letto.

-mamma ha detto che non mangi qui, dove vai di bello?- poggiò il gomito sotto la sua testa e mi guardò con malizia.

-a cena con Ambar, andiamo a provare un nuovo locale che ha aperto da poco- aggiunsi più dettagli in modo da sembrare più credibile.

-sei sempre con Ambar ultimamente. Lei non è la fidanzata di Pedri, il calciatore del Barcellona?- domandò ed io mi gelai sul posto. Non ero stata abbastanza credibile a quanto pare.

-beh si- annuii allacciando un paio di sandali gioiello.

-e non sta mai col suo ragazzo?- alluse alzando le spalle.

-certo che ci sta. Lù non capisco dove vuoi andare a parare?- feci la vaga, e continuai ad osservarmi allo specchio.

-ma niente, solo che mi sembra strano che non esca a cena con lui, quindi mi è venuto da pensare che magari hai qualche spasimante ma ti vergogni a dirmelo- i vent'anni di differenza si notavano proprio in momenti come questi.

Mia sorella era una donna con tanta esperienza, ed io una ragazzina che non sapeva ancora telefonare da sola alla pizzeria.

-non c'è alcuno spasimante, ora devo andare che Ambar mi sta aspettando. Ti voglio bene- le scoccai un bacio sulla guancia facendo attenzione a non rovinare il rossetto, ed uscii di casa dopo aver salutato la mia famiglia.

Ambar aveva parcheggiato proprio davanti casa, e così salii a bordo e subito partì.

-Pedro conosce il proprietario del ristorante, e mi ha portata qui per il nostro primo appuntamento- mi raccontò la castana nel mentre che guardava la strada.

-non vi eravate già visti ad Ibiza?- chiesi ricordando il racconto che mi fece una delle prime volte che eravamo uscite assieme.

-si ma quella era una frequentazione da botta e via, a Barcellona ci siamo cominciati a frequentare come una vera coppia- ammiravo il coraggio della mia amica nell'essere così aperta.

Mi aveva anche raccontato delle sue avventure prima di conoscere il suo attuale ragazzo, e di tutte le volte che aveva avuto scappatelle in posti bizzarri. E tutte le volte la ascoltavo con un'espressione di stupore mista alla perplessità, dato che l'unico uomo che avevo visto nudo in tutta la mia vita era mio nipote Martin.

-ma certo- mi scusai e cominciai a fissare la strada cercando di non pensare al ragazzo che avrei visto tra pochi minuti.

-mi sento come una madre che accompagna la propria figlia per la prima volta in discoteca- la ragazza accanto a me parcheggiò davanti al ristorante dove nella macchina davanti la nostra vi erano Pedro e Pablo.

-non so come comportarmi, credo che vomiterò da un momento all'altro- guardai impanicata la mia amica.

-calmati prima che ti prenda a schiaffi. Se la prima volta è andata bene andrà bene anche la seconda. È sceso, vai, avanti- Ambar mi spintonò verso la maniglia della portiera, e dopo aver preso coraggio scesi dall'auto.

-buona fortuna- disse prima che chiudessi lo sportello della macchina.

Quando mi voltai vidi il ragazzo in piedi davanti a me, e gli sorrisi per poi andargli incontro.

-ciao- mi baciò le guance poggiando la sua mano sul mio fianco, facendomi rabbrividire.

-come stai?- mi allontanai di poco per poterlo guardare. Nonostante non fosse poi così alto, in confronto al mio scarso metro e sessanta ero davvero bassa, ed ero costretta ad alzare la testa per poter incontrare i suoi occhi.

-davvero bene, a te com'è andata a lavoro?- domandò e nonostante fosse così banale, ero contenta che me l'avesse chiesto.

-meno faticoso degli altri giorni, sarà perché ci sto facendo l'abitudine, ma comunque sono felice- spiegai in breve e lui si fermò davanti l'ingresso del ristorante, per farmi entrare prima.

Lo ringraziai di quel gesto, e appena entrati un cameriere ci condusse ad un tavolo appartato rispetto agli altri che c'erano all'interno della grande sala raffinata.

La cena passò così velocemente che non mi accorsi nemmeno fossimo arrivati al dolce. Il cibo era stato eccellente, ma la mia attenzione era totalmente rivolta al ragazzo che non staccava i suoi occhi da me, e dalla nostra travolgente conversazione.

Come le volte precedenti eravamo finiti a parlare di qualunque cosa ci passasse per la testa, dalla più assurda alla più seria, e questa cosa mi piaceva particolarmente.

Non ero brava a tenere un filo logico del discorso, mi perdevo in altri mille dettagli, e a quanto pareva Pablo aveva il mio stesso problema, ma questo aveva portato ad un discorso con un inizio ma senza ancora fine.

Dopo una mini discussione su chi dovesse pagare, ovviamente vinta dal ragazzo, usciti dalla porta del retrò ci ritrovammo sulla terrazza del ristorante dalla quale si poteva ammirare Barcellona di notte, ed un cielo pieno di stelle.

Seguii Pablo verso uno dei tavolini in ferro che c'erano all'esterno, e mi sedetti accanto a lui.

-mi sembra tutto assurdo- lo sentii parlare e mi voltai verso di lui per poterlo guardare.

-cosa?- chiesi e lui mi dedicò uno sguardo breve.

-che sono così preso da te. È la prima volta che ho davvero intenzioni serie con una ragazza, e da una parte, questa cosa mi spaventa perché non mi sono mai sentito così. Vorrei vederti tutti i giorni, ma non voglio essere troppo appiccicoso- mi aveva mostrato sempre il suo lato divertente ed ironico, ma vederlo così riusciva a far aprire di più anche me.

-tu sei il primo ragazzo in assoluto che mi calcola, mi scrive e mi chiede un'appuntamento. Nella maggior parte dei casi non so come comportarmi e seguo solo il mio istinto, e spesso si nota, immagino- spostai un ciuffetto di capelli dietro l'orecchio, e vidi Pablo voltarsi completamente verso di me.

-non sei mai stata fidanzata?- chiese quasi incredulo ed io annuii spiacente.

-neanche una frequentazione, nulla?- ribbaddì probabilmente colpito dalla cosa.

-niente di niente. Non vengo quasi mai notata dai ragazzi, quando sono con estranei non parlo mai e tendo a rimanere nell'ombra- raccontai con gli occhi che fissavano il pavimento e mi sentii accarezzare la gamba.

-l'ho notato- ridacchiò, e mi tornò in mente la sera del compleanno delle gemelle, dove Pablo non aveva fatto altro che fissarmi.

-però non ti sei fermato solo all'apparenza- incrociai i suoi occhi nocciola per qualche secondo.

-una bella come te doveva nascondere per forza qualcos'altro- avvertii un leggero formicolio a quelle parole, e a seguire mi fece segno di alzarmi, e quando fui in piedi davanti a lui mi fece appoggiare sulle sue gambe.

-ruffiano- alzai gli occhi al cielo dopo la sua affermazione, e lui rise per poi cominciare a lasciare dei piccoli baci sulla mia guancia.

Nel momento esatto in cui i nostri occhi si erano incontrati per dedicarsi un intenso sguardo, il telefono di Pablo squillò. Era Pedro.

Seguii il ragazzo fuori e qualche minuto dopo la coppia arrivò mano nella mano. Erano così belli assieme.

-grazie per la serata- dissi quando arrivò il momento dei saluti.

-figurati, mi sono trovato benissimo con te- gli rivolsi un sorriso d'addio ed entrai nell'auto di Ambar che mi riportò a casa poco prima dell'una.

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