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3. Principi e ranocchie.

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I giorni passano e ciò che è successo durante quel festino universitario è ormai considerato da Manuel come qualcosa legato al passato, se non fosse per sua sorella Viola che ancora, di tanto in tanto, gli rinfaccia le lacrime che ha dovuto asciugare all'amica.

Così, per farsi perdonare una volta per tutte, Manuel chiede a Viola di portare a casa loro anche Carla e prendere insieme una pizza.
La ragazza ha accettato, pur se dubbiosa della buona riuscita di quella cena, e alle diciannove e trenta suona al campanello del piccolo appartamento che Manuel divide con la madre, che quella sera è a lavoro.

Viola aveva anche proposto di organizzare quella cena nella villa in cui lei vive col padre Nicola ma Manuel ha preferito di no. Nonostante anche quella sia casa sua, si sente più al sicuro nel posto in cui ha passato la maggior parte del suo tempo da quando è in vita.

Sistema un'ultima volta i capelli prima di aprire la porta e sorridere alle due ragazze.
Si abbassa subito per reclamare un bacio dalla sorella che glielo concede, dopo averlo guardato storto e averlo minacciato con lo sguardo.
Carla, invece, resta stretta nelle spalle e ricambia la stretta di mano di Manuel solo per cortesia. Si sente a disagio, è ancora troppo scossa per la rottura con Jacopo e cenare con il ragazzo con cui è andato a letto subito dopo averla lasciata non è l'ideale.

Però vuole bene a Viola e, soprattutto, sa quanto bene voglia lei al fratello e non vuole essere motivo di litigio tra i due.

«Dammi la giacca, la poso di là» popone Manuel allungando un braccio verso Carla

«Preferisco tenerla, per adesso»

«D'accordo, uhm— se cambi idea me dici, okay?»

Viola si schiarisce la gola e si fa largo fino ad arrivare in salotto, lasciando i due a scrutarsi in silenzio ancora sul ciglio della porta.
Manuel si prende di coraggio e, dopo aver sospirato, inizia a scusarsi.

«Non sapevo che fosse lui»

«Sì, Viola me l'ha detto» annuisce Carla guardandosi intorno, concentra la sua attenzione sulle foto dei due ragazzi da bambini appese sulle pareti pur di evitare di ricambiare lo sguardo di Manuel

«E non me credi?»

«No, no. Ti credo, figurati. Io e Jacopo stiamo— stavamo insieme da un po' e capitava spesso che la gente lo scambiasse per Simone e viceversa» dice sincera «Fa solo male l'idea che il ragazzo che pensavi ti sarebbe rimasto accanto per sempre sia riuscito a passare oltre così velocemente»

Manuel scuote il capo «Non so' affari mia però— non penso proprio sia andato oltre. Cioè, ce sta a provà, io stavo là e gli ho fatto comodo ma non— mi sa che non ha funzionato, ecco»

Carla, finalmente, ricambia il suo sguardo «Te l'ha detto lui?»

«Diciamo che ho visto come ti guarda e come parla di te, e non sono gli occhi di uno che ti ha dimenticata. Mò, io non so' esperto in materia, però...»

Carla alza le spalle e sospira «È pur sempre venuto a letto con te, Manuel. A me solo l'idea di toccare e lasciarmi toccare da qualcun altro fa venire la nausea»

Manuel abbassa lo sguardo e non aggiunge nient'altro frattanto che Carla lo supera per raggiungere Viola nella stanza accanto. Non può far altro che seguirla in silenzio, arreso al fatto che quella serata non cambierà assolutamente nulla, non in meglio almeno.















«Che vediamo mentre mangiamo la pizza?» chiede Viola scorrendo tra i vari contenuti offerti da Netflix

«Non Le pagine della nostra vita» si affretta a rispondere Manuel

Superclassico || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora