抖阴社区

52 - V per...

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So dove sono e cosa sta per succedere

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So dove sono e cosa sta per succedere. Gli uomini di Evan sono tre e mi bloccano contro il muro. L'ho già vissuto. Ho di nuovo dodici anni e la vita non mi va affatto bene. Il freddo delle mattonelle entra nelle ossa attraverso la maglietta troppo sottile. Schivo il pugno del primo uomo, mi sposto a destra, verso una perdita d'acqua ghiacciata che mi bagna il viso e scivola in un rivolo pigro lungo il muro. Il gelo mi restituisce la lucidità che il panico mi aveva strappato via.

«Domani ne troverò di più» grido. «Lo giuro!»

I tre si guardano e ridono. Hanno spalle larghe e braccia robuste, se colpiscono troppo forte mi uccidono, ma non credo che per loro o per Evan sia un grosso problema.

Lui dice sempre così: «Ricordatevi che non siete indispensabili. Una bocca in meno da sfamare non verrà pianta da nessuno...»

Nessuno sentirà la mia mancanza. È un pensiero che mi colpisce nel profondo e sono troppo lento a evitare il colpo che il secondo uomo mi scarica sulla faccia. Il dolore esplode in un lampo rosso, un fischio acuto riempie l'orecchio sinistro e sputo sangue. «Devi fare la tua parte, Tria. Altrimenti ci sono delle conseguenze».

L'uomo che mi tratteneva lascia la presa e dovrei essergli grato per avermi dato la possibilità di fuggire, ma scivolo a terra strisciando la schiena contro il muro. Le immagini si sfocano. Le piscine olimpioniche, vuote e abbandonate, dietro i tre uomini, sembrano baratri senza fondo, di un indistinto celeste sporco. Comando alle gambe di muoversi, di portarmi via, e riesco ad alzarmi in piedi con fatica.

In quel momento gli uomini di Evan si danno il cambio e colpiscono dappertutto, finché non riesco più neanche a difendermi. Incasso un colpo dietro l'altro senza capire da dove arrivino. Poi arriva il grido. Sembra una ragazza.

Non sono in grado di aprire gli occhi, in bocca il sapore del sangue è tanto forte da farmi vomitare. I tre uomini smettono di colpire. Allungo una mano per ritrovare il muro, ma non sento più niente. Mi sollevano senza alcuna cura, sbatto la spalla contro qualcosa di duro. Uno di loro mi trasporta e li sento ridere di nuovo.

«Hai sentito quel grido?» dice una voce alla mia destra.

«Sarà qualche ragazzino. Non importa».

«Qui abbiamo finito».

Le braccia che mi trasportano mi lasciano cadere a terra dall'alto; emetto un gemito strozzato e resto senza fiato. Spalanco gli occhi.

Siamo sul trampolino basso della prima piscina. Macchie verdi corrono tra le fughe delle mattonelle, riconosco la linea nera della corsia. Quando ero bambino, mio padre mi ha insegnato a nuotare. Mi piaceva. La mia mente fugge dal pensiero di quello che sta succedendo.

Chi ha gridato? Staranno chiamando i soccorsi? La mia stupida mente. Nessuno entra nella zona delle baracche, la polizia sa benissimo che qui ci vanno solo gli uomini di Evan. Respiro in un rantolo penoso che mi graffia la gola. «Non... vi prego» mormoro. «Sarò più bravo. Sarò il migliore».

Unexpected love (FIWY 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora