抖阴社区

10.

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La giornata di lezioni scivolò via lentamente. Simone cercava di concentrarsi, ma la sua mente tornava sempre allo stesso punto: Manuel.

Non aveva mai incontrato qualcuno così sfuggente e irritante. Qualcuno che, con un solo sguardo, riusciva a farlo sentire come se fosse lui quello che si faceva troppe domande, come se fosse lui quello sotto analisi.

E la cosa peggiore era che aveva ragione.

Simone stava cercando di capirlo.

E questo lo infastidiva più di tutto.

Quando finalmente arrivò l'ora di pranzo, si diresse verso la mensa insieme a Laura e Luna, sperando che una conversazione normale lo distraesse.

Il rumore della mensa era un miscuglio di chiacchiere, risate e il tintinnio delle posate contro i vassoi. L'aria sapeva di cibo tiepido e detersivo per piatti, un mix che a lungo andare dava quasi la nausea. Simone sedeva con Laura e Luna a uno dei tavoli vicino alle finestre, cercando di mangiare il suo pasto senza lasciarsi distrarre troppo dal pensiero fisso che gli martellava il cervello.

Lo aveva visto tornare in stanza alle tre di notte, stanco, sfatto, e chiaramente turbato. Aveva notato i segni scuri sotto i suoi occhi quando si era spogliato lentamente, come se ogni movimento fosse stato un peso. Poi la doccia, il silenzio, il letto.

E ora, eccolo lì, dall'altra parte della mensa, seduto con Matteo e Chicca come se nulla fosse, come se la notte precedente non fosse mai esistita.

Il suo coinquilino era un dannato enigma.

«Allora, cosa c'è che non va?»

La voce di Laura lo riportò alla realtà. Lei lo stava fissando con la forchetta a mezz'aria, mentre Luna annuiva con un sorriso malizioso.

«Sì, racconta. Sei strano.»

Simone sospirò, passando il pollice sul bordo del vassoio. «È il mio coinquilino.»

Le due ragazze si scambiarono un'occhiata complice.

«Manuel?» chiese Luna, inclinando la testa. «Cosa ha fatto stavolta?»

Simone si umettò le labbra, cercando le parole giuste. «È che... è strano.»

Laura rise. «Strano quanto?»

«Strano nel senso che non capisco come funzioni.» Simone appoggiò i gomiti sul tavolo, guardando prima una e poi l'altra. «Un momento sembra completamente indifferente a tutto, il momento dopo fa lo stronzo con me per il gusto di farlo. Poi la notte scorsa ha avuto un incubo, e quando ho cercato di tranquillizzarlo non mi ha allontanato, anzi... Sembrava che gli facesse piacere.»

Luna spalancò gli occhi. «Aspetta, aspetta, aspetta. Tu hai dormito con lui?»

Simone sbuffò, infastidito. «Non è come sembra.»

«Ah no?» Laura lo guardò con aria divertita. «Dimmi, allora, com'è?»

«Era agitato. Non volevo lasciarlo lì a scalciare e lamentarsi nel sonno.»

Luna incrociò le braccia, il sorriso sempre più ampio. «Quindi ti sei infilato nel suo letto e l'hai abbracciato. Giusto?»

Simone si morse l'interno della guancia. «Più o meno.»

Laura e Luna scoppiarono a ridere.

«Oddio, siete praticamente sposati e nemmeno lo sai!» esclamò Laura.

«Non dire cazzate.» Simone scosse la testa, irritato. «Mi dà solo fastidio che faccia finta di nulla la mattina dopo. Come se tutto fosse normale.»

Stanza 164 [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora