Selene Noir
Giorno 2
RatisbonaLa luce filtra delicata attraverso le tende leggere della mia camera, disegnando strisce di sole sul pavimento. Resto immobile un attimo, lasciando che la calma del mattino mi avvolga, ma poi mi stiracchio a lungo, sentendo il corpo ancora un po' pesante, come se volesse restare lì sotto le coperte.
Non ho davvero voglia di alzarmi, eppure dentro di me c'è quella dolcezza che rende il risveglio meno faticoso. E poi la parte razionale di me mi dice che sono l'organizzatrice e devo dare il buon esempio.
Mettiamola da parte va!
La sensazione calda e vibrante della notte scorsa mi avvolge ancora, un ricordo tangibile che mi fa sorridere quasi senza volerlo. Quel contatto, quella complicità fragile e preziosa che ormai non si nasconde più, mi riempie il petto di un'emozione dolce e inquieta allo stesso tempo.
Con calma mi alzo, mi avvicino all'armadio e scelgo qualcosa di semplice ma che so le piace.
Una camicia cerulea, leggera e fresca, e dei pantaloni neri aderenti, comodi ma eleganti. Mi spruzzo un po' di profumo, una fragranza persistente, floreale, anzi, di rosa, che resta sulla pelle come una carezza appena accennata. Mi guardo allo specchio un attimo, sistemo i capelli con cura, pronta a uscire.Appena apro la porta del corridoio la vedo già lì, ferma, perfetta nella sua semplicità, con quel sorriso appena accennato che illumina il suo viso. Quegli occhi, così intensi e vivi al mattino, mi catturano subito.
«Buongiorno, Lillà,» mi saluta con quel tono dolce e ironico che conosce bene come colpirmi. La sua voce è un piccolo brivido.
«Buongiorno, a te!» rispondo con un sorriso, sentendo il cuore battere un po' più forte.
Ci sediamo insieme al tavolo della colazione, e l'atmosfera è leggera, come se quella notte avesse lavato via ogni tensione. Poco dopo arriva Cassandra, con il suo passo deciso e quell'energia contagiosa tipica di chi ha corso all'alba. Racconta senza fiato della sua corsa mattutina, degli odori freschi dell'aria e della forza che sente scorrere dentro, mentre noi ascoltiamo, intrecciando parole e sorrisi.
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Usciamo dall'albergo con il sole che inizia a scaldare dolcemente l'aria. L'aria è fresca, ma promette una giornata limpida. Ratisbona ci accoglie con il suo fascino antico, un piccolo scrigno medievale incastonato tra il Danubio e le colline.
Camminiamo in gruppo, ma io sto vicino ad Alyssa, come sempre. I ciottoli sotto i nostri passi raccontano storie di secoli passati, e ogni angolo nasconde una sorpresa. Alyssa si ferma davanti a un grande arco di pietra, il Porta Praetoria, una delle porte romane meglio conservate di tutta la Germania.
«Questa è davvero impressionante,» dice lei con ammirazione, «costruita nel II secolo, un monumento che sfida il tempo.»
«È come se potessi sentire l'eco dei soldati che passavano di qui,» scherzo, guardandola con un sorriso.
Lei ride, quella risata dolce che mi fa sempre sciogliere un po'. «Sì, e immagina quanti passi, quante storie si sono incrociate qui.»
Proseguiamo verso la Cattedrale di San Pietro, un esempio splendido di gotico bavarese. Le guglie svettano alte verso il cielo, trafitte dalla luce mattutina.
«Guarda come le finestre colorate raccontano storie di fede e di speranza,» spiega Alyssa, indicando i dettagli delle vetrate istoriate.
«È come entrare in un altro mondo,» le dico, mentre il silenzio sacro della cattedrale ci avvolge.

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La paura è più forte del desiderio?
RandomGli anni del liceo sono come montagne russe. Ora inizia il quarto, ma c'è qualcosa o qualcuno che torna dal passato... Duo occhi castani e caldi che insegnano la storia in un modo unico, ma che poi vanno via. ... Delle professoresse che saranno su...