抖阴社区

24.wheRever you will go

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VIOLET'S POV

Arrivo a casa, mangio qualcosa di fretta e salgo in camera a copiare gli appunti di storia.

Will mi piace tanto. Lui rende tutto così semplice e leggero, è sempre carino e gentile. Mi sono divertita tantissimo oggi con lui, mi ha fatto dimenticare il groviglio di problemi che si cela dentro di me.
Dovrei dargli fiducia?

Con questa domanda che continua a girarmi per la testa mi addormento.


"Buongiorno! 😊"  non appena mi sveglio, vedo il messaggio di Will.

Oh, oggi è quel giorno. Quel giorno del mese che è più triste degli altri. Quel giorno in cui lei mi manca di più.

"Giorno!" rispondo mettendo da parte le mie vere emozioni di oggi.
"Hai scuola oggi?"
"No, per fortuna!"
"Ti va di trascorrere la giornata insieme?"
"Si! Che hai in mente?"
"Vedrai! Ci vediamo tra un'oretta? Vengo a prenderti io."
"Okay, a dopo, grazie😊 "
"A dopo😉"

Mi alzo, vado in bagno a lavarmi e a farmi una doccia veloce.
Decido di mettere un jeans largo con la felpa nera di Stranger Things e un paio di Converse, niente giubbotto di jeans oggi, fa abbastanza caldo.
Vedo papà mentre sta componendo della musica.
«Papà, esco con Veronica e Hannah...»
«Stai attenta, a dopo.»
Annuisco, prendo il cellulare, il mio zaino in cuoio giallo ed esco dopo aver visto la macchina di Will nel vialetto di casa mia.
Mio papà ha lo sguardo fisso al suo computer, quindi non se ne accorge neanche.
Facile come bere un bicchiere d'acqua.
Si, okay, ho detto una bugia, e allora? Non potevo dirgli che stavo per passare un'intera giornata con un ragazzo, no, sarebbe stato davvero imbarazzante, meglio mentire.
«Ciao!» esclama lui, mostrandomi un sorriso a trentadue denti.
«Hey...» rispondo io, sedendomi accanto a lui.
«Come stai?» chiede mettendo in moto.
«Bene...»
«Sicura, V?» come ha fatto ad accorgersi che, in realtà, qualcosa non va?
«Si, tutto okay... tu?»
«Io sto bene.» dice, prendendo la mia mano.

Vorrei trovare il momento giusto per parlargli di tutto ciò che provo, ma non so come fare.

«Dove andiamo?» gli chiedo, cercando di cambiare discorso.
«In centro hanno allestito i mercatini di Natale... ti va di andare?»

Oh, è vero. Fra soli venti giorni sarà Natale, lo avevo completamente dimenticato.

«Si, bello, andiamo!»
«Ogni tuo desiderio è un ordine.»
«Uuu, buono a sapersi.»
«Non approfittartene adesso ahaha.»
«E io che stavo per chiederti di andare in Italia...» dico, ridendo.
«Magari non sarà quella vera, ma in centro hanno aperto un ristorante italiano, potremmo pranzare lì più tardi...»
«Si, certo, va bene, Will.»

Lui sorride, e una volta superato un semaforo verde, arriviamo e lui posteggia.
«Aspetta, eh...» dice, scendendo dalla macchina, pochi secondi dopo, lui apre la portiera, prende la mia mano e mi fa scendere.
«Ti stai proprio impegnando, vedo...»
«Ci tengo a fare bella figura... con te.» dice, mentre chiude la macchina con il telecomandino.

Oddio, non posso farcela, è troppo tenero.

«Ti basta essere come sei per fare bella figura con me, Will...»
«Ma sono un imbranato...»
«Sei speciale per questo... mi fai ridere, ne ho molto bisogno in questo periodo...»
«Lo sai che io ci sono, vero?» dice, intrecciando le sue dita alle mie, accarezzando il mio indice con il suo pollice. Io annuisco e lui mi fa un piccolo sorriso.

«Che schifo...» dice lui, non appena ci fermiamo davanti una bancarella.
«Cosa?»
«Quelle cose lì, ma che senso hanno?» dice, indicando le statuette delle fate.
«Sono orribili, hai ragione... perché venderle ai mercatini di Natale?»
«Ma perché venderle? I miei ne hanno come minimo dieci nella camera da letto, le ho sempre odiate...»
«Cosa ti hanno fatto?»
«Quando ero piccolo e avevo gli incubi, andavo a dormire nel lettone con i miei, ma non riuscivo mai a prendere sonno perché sapevo che quelle cose erano lì che mi fissavano.»
«Povero Will...»
«Ma a te non fanno schifo?»
«Si, ma non al punto di odiarle... guarda che bello!» dico, trascinandolo a guardare un anziano che costruisce i presepi a mano. 
«Anche a mio papà piace fare queste cose... ogni anno fa costruire delle casette per il presepe ai ragazzini della  scuola dove lavora...»
«Si? Bello...»
«Già...»

Pictures of You . || Michael Clifford ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora