Anche quel pomeriggio, la ragazza, con passi veloci, raggiunse la minuscola collinetta del parco dove si era fermata il giorno precedente. Sospirò di sollievo, notando che non era stata occupata da qualcuno, non che avesse un particolare motivo per stare lì, ma non voleva stare a cercarsene un altro.
Si sedette sull'erba fresca e leggermente umida per via della pioggia della sera prima, bagnandosi un po' gli shorts di jeans che indossava. Poi dopo aver preso lungo respiro, tirò fuori i pastelli a cera e il blocco da disegno, su cui aveva già appiccicato degli stupidi stickers che aveva trovato nell'ultimo cassetto dell'armadio in camera sua.
Scelse il rosa senza un particolare motivo. Niente di tutto ciò aveva senso per lei quindi nemmeno un motivo valido per essere più riflessiva sul scegliere i colori.
Premette con noia il pastello a cera rosa sul foglio bianco di quel album da disegno poi continuò fin quando non fu tutto ricoperto da quel colore mentre il venticello leggero di quel giorno, le accarezzò la pelle e le fece svolazzare i capelli nell'aria.
Incominciò a pensare a cosa il colore rosa le riportava alla mente e poi una volta trovate le prime cose che l'erano passate per la testa, le trascrisse dietro al foglio appena colorato.
『 Rosa come le pareti della camera da letto di Celin, la mia defunta migliore amica.
Rosa come il primo abito, di una serie, che ricevetti per il mio dodicesimo compleanno e che consumai a furia di usarlo, dopo appena un anno.
Rosa come il primo colore che amai da bambina e che usai per qualsiasi cosa.
Rosa come la gonnellina che Celin mi comprò durante una nostra giornata di shopping.
Rosa come il mio fiore preferito.
Rosa come la tenerezza che solo la mia migliore amica riusciva a trasmettermi e che sento non proverò più senza di lei. 』
Una volta che ebbe finito di scrivere quei suoi stupidi pensieri, ritirò l'album e i pastelli nella sua borsa a tracolla poi si lasciò andare con la schiena contro l'erba, emettendo un lungo sospiro stanco.
Le goccioline d'acqua vennero assorbite dalla maglietta che indossava e dei leggeri brividi le scossero il corpo mentre il venticello fresco le accarezzò ancora la pelle.
C'era una calma rilassante quel giorno, ma la mente di Sarah era nel casino più totale e tormentata dalla mancanza della sua migliore amica.
Ogni volta che chiudeva gli occhi, la vedeva. Vedeva Celin. Vedeva il suo meraviglioso sorriso e i suoi bellissimi occhi azzurri che tanto l'avevano stregata la prima volta che si erano conosciute. Mentre nelle orecchie sentiva la sua dolce risata e ogni volta era come ricevere un pugno in pieno viso.
Le mancava. Le mancava troppo. Due anni, per lei, erano già troppi da sopportare. Come avrebbe fatto a continuare a vivere con quel peso sul cuore? Come avrebbe fatto a continuare a vivere se lei non era al suo fianco a ridere, piangere e sostenersi a vicenda sino alla loro vecchiaia?
Come?
Se ponesse fine alla sua vita, potrebbe riuscire a incontrare nuovamente la sua migliore amica?
Se ponesse fine alla sua vita, potrebbe riuscire finalmente a smettere di soffrire, di sentire l'aria mancarle dai polmoni ogni volta che pensava a lei.
«Cece, mi manchi così tanto», mormorò in un sussurro, alzando una mano verso l'alto e oscurando il sole che la stava accecando con la sua luce poi incominciò ad aprire e chiudere le dita per far penetrare dei raggi solari tra le fessure. Magari facendo così sarebbe riuscita a sfiorare la mano di Celin...
Pensò alla sua migliore amica e un grande masso le si appoggiò sul cuore, facendole mancare il fiato dal dolore mentre i suoi occhi vennero invasi dalle lacrime che solcarono con lentezza le sue guance pallide.
«Così tanto...»

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Colors [Youth Series ~ Book #20]
Teen FictionVENTESIMO LIBRO DELLA SERIE "YOUTH" Dove una ragazza riempie di colori un blocco da disegno, scrivendo anche tutti i pensieri che le vengono in mente pensando a quel pigmento. [Avvertenze: la protagonista è la sorella di Sierra Carter e non ci sarà...