Le sento.
Acute, argentine, piene; non importa.
Mi giro, non c'è nessuno, nessuno che ride.
Guardò meglio, ma niente.
Poi le sento, dentro la mia testa.
Ridono.
Ridono di me.
Ridono di quello che sono.
Ma loro non sanno come ci si sente ad avere una mente più grande del proprio corpo, un corpo non apprezzato da nessuno.
Non capiscono come ci senta a essere perseguitati da sé stessi.
Pensavo di essere in pace con me stessa, finché non ho capito che era tutta finzione.
"Non mi importa di cosa pensano, sono forte abbastanza da sopportarlo."
No, non lo sei e non c'è nulla di male.
Però poi hanno cominciato a ridere, lì è crollato tutto.
E ora, vorrei solo che quelle voci e quelle risate malvagie uscissero dalla mia mente.
Che mi lasciassero in pace, anche se per poco.
Non mi sembra di chiedere troppo, voglio solo smetterla di sentire il bisogno di dovermi girare ogni volta che qualcuno ride.

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Discovery
Short StoryAgrifoglio: precauzione, difesa, eternità. Una combinazione perfetta per una rinascita.