抖阴社区

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Il giorno dopo, l’unico pensiero che attanagliò la mente fresca di Baekhyun fu che fosse tutto un sogno. Lui che passeggia nel villaggio, Kyungsoo, Luhan, il Buco Nero, la folla, lo straniero…

Questo pensiero lo fece balzare a sedere e sbattere la testa sul soffitto basso della sua camera. Dolorante, si trascinò davanti al primo specchio disponibile dei tanti della sua piccola dimora. Li teneva lì come monito della sua diversità. Inaspettatamente si rese conto di quanto suonasse patetico. Era sempre stato lui, in quegli anni, a sottolineare la sua differenza, ad aver allontanato tutti. Alla fine non solo si era convinto di essere dannoso, ma aveva persuaso anche gli altri che già nutrivano poca simpatia nei suoi confronti.

Si specchiò ed ebbe la conferma che il giorno prima non era stato un miraggio: un livido viola troneggiava sul suo zigomo sinistro. A quell’immagine non ce la fece più e rise di gusto, da solo, spezzando la quiete mattutina della sua abitazione a tradizione silenziosa. Com’era possibile che una sola giornata potesse averlo cambiato così tanto? Com’era possibile che solo ventiquattro misere ore avessero sgretolato lavoro e credenze di anni?

Prese un po’ di impasto di boswellia, che preparava lui stesso, e ne depositò un’abbondante quantità sulla sua guancia, in prossimità della macchia livida. Poche ore e sarebbe sparito tutto, lo sapeva. Afferrò qualche dolce nella sua piccola ma fornita –specialmente di zuccheri-, dispensa e si accomodò sullo stretto terrazzamento davanti all’ingresso della sua casa, con le gambe a penzoloni nel vuoto. Stanco dei continui pensieri che volevano abitare la sua testa, si mise a sfogliare il libro preso il dì prima dalla biblioteca. Quando staccò gli occhi dalle datate pagine, il sole già cominciava il suo declino e nei campi non c’era neanche più un lavoratore. Il rituale. Il pensiero di quest’ultimo conquistò totalmente la mente del bassino, che aveva cercato di spingere questa riflessione in un angolino isolato. Aveva detto che vi avrebbe partecipato, ma non se ne sentiva veramente in vena. Quella gente non lo aveva mai voluto e il corvino faticava enormemente a credere che le cose potessero cambiare in così poco.

E mentre Baekhyun rifletteva sul da farsi, una figura si accostava lentamente e con fare impacciato alla base della sua casupola. Quando il corvino se ne accorse, trattenne a stento un sorriso sorpreso: in qualche modo aveva riconosciuto l’incappucciato. Svelto, raccolse anche lui il suo mantello e planò verso il basso, attento ad atterrare dietro lo sconosciuto. “E tu che ci fai qui?” gli chiese, sfiorandogli delicatamente il braccio. Il ragazzo, che il giorno prima aveva sprizzato fiamme, fece un salto non indifferente. Si portò addirittura una mano al cuore e spalancò gli occhi. Baekhyun trattenne una risata. “Ehi! A dire la verità stavo cercando proprio te” gli disse l’abitante di Elios con allegria. “Ieri sei stato grandioso e non ho avuto modo di dirtelo perché sei stato assalito dalla folla, così… dopo aver chiesto un po’ in giro, mi è stato detto che abitavi vicino alla foresta, ma mi sono reso conto troppo tardi che forse quest’indicazione era fin troppo vaga. Ma, ehm, perché anche tu indossi il cappuccio?” chiese, dopo il suo imbarazzato monologo, il ragazzo alto almeno una ventina di centimetri in più del Senza Benedizione. Quest’ultimo ridacchiò un po’ nel constatare quanto la giustificazione dell’altro suonasse campata in aria, ma alla fine scelse per rivolgere un piccolo risolino all’interlocutore: “E tu? Perché indossi il mantello? Io per prenderti in giro!” esclamò giocoso. L’abitante di Elios si tinse di rosso acceso e fece un’espressione di puro sbigottimento. “C-cos- EHI!” strillò infatti, facendo sciogliere il più basso in una giubilante risata. “Comunque, l’ho fatto affinché mi riconoscessi. Ha funzionato, a quanto pare” stette al gioco infine lo straniero, roteando gli occhi e rimanendo ammaliato dalla dolce melodia prodotta dal figlio dell’eclissi.

“Sì, direi di sì” lo guardò curioso il corvino. “Beh, già che sei qui, ti va di fare un giro? Scommetto che non hai mai visto niente al di fuori della città!” lo sfidò il più basso. “Diciamo che hai ragione. Fai strada, ti seguo!” confermò lo sconosciuto con un abbagliante sorriso.

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