Un uomo mediocre, di media statura dalla corporatura modesta, viene osservato dall'alto della collina artificiale che cresce spontanea sul lato destro dello stradone su cui si trova.
Un uomo dall'impeccabile camicia a quadri rossi stropicciati, ricoperta d'impermeabile beige, danza rimbalzante sulla collina erbosa che domina lo stradone zebrato, osservando un individuo assurdamente normale che cammina.
Una donna in sovrappeso, dall'ampia pelliccia marrone, dirige rapidamente i propri passi lungo il contorno della collina verde che si accosta al rettifilo asfaltato su cui si trova, alternando alle strisce bianche e nere sul terreno, le sue scarpe di vernice rossa dal tacco brevilineo e dalla punta stondata.
Un lungo furgone giallo che potrebbe contenere al massimo una piccola banda folcloristica, imbocca ad alta velocità il curvone che anticipa la strada principale, confondendo gli scacchi d'ebano tatuati ai sui fianchi con i tasti d'avorio del pavimento rugoso.
L'uomo esageratamente normale, soprappensiero a testa bassa, incrociando la rosea focena impellicciata, nota che dal bordo delle laccate scarpette, strabordano caviglie possenti e polpacci barocchi. Piroettando su se stesso, inverte la rotta ed a breve distanza segue la donna.
Il ballerino trasandato, guardando la scena dall'alto decide di godersela meglio fermando il proprio dondolio insulso. Si spoglia rapidamente del soprabito e stendendolo ripiegato a terra trova che a testa sotto, con i piedi ritti verso il cielo, la scena sia nettamente più spassosa.
La donna, fiera della propria ombra, rimboccata sotto i fiammanti tacchetti, s'accorge che la sua gemella, scarna e longilinea, l'incalza da vicino con passi paralleli e simultanei. Allarmata decide di rilassarsi osservando la corsa di quel lampo giallo gommato, che sfreccia sul bruno terreno a strisce.
Un cane bianco di piccola taglia dalla forma tozza, sfila dal lato opposto della via, tronfiamente orgoglioso della maglietta a strisce che lo agghinda come un bulletto di quartiere d'inizio secolo. Ignaro della vicenda che si svolge di fronte a lui, ammira la bombetta nella vetrina di fianco alla grassa signora, poi odorato un po' il terreno e fatto proprio un mozzicone di sigaro, alza la posteriore destra e lascia cadere il boccale di birra appoggiato all'idrante rosso.
Il naso dell'uomo modesto s'arriccia esaminando l'aria per trovare un'edicola di fiori recisi, visto che gli occhi non possono distogliere la propria attenzione da quegli arti memorabilmente torniti protetti solo da un velo di nylon color castorino.
Le mani del moderno San Pietro sul colle incominciano ad impastarsi con l'erba spappolata e l'umida terra di riporto. I piedi friggono nel formicolio del vento tra le dita dissanguate. La cervicale gli duole ed alcune vertigini ruotano vorticose nel caleidoscopio temporale di quel cranio pettinato. Così decide di cambiar posizione per osservare meglio l'evolversi delle cose.
Le femminili orecchie ingioiellate, infastidite dal rumore dei doppi passi dietro di loro, optano per convertirsi ad acufeni più graziosi mentre i polmoni, involontari, aspirano la stessa aria dell'uomo dozzinale, colma di disastri canini e scappamenti motoristici.
Il sole insofferente ai continui girotondi tra la verde montagnola e la catramosa fetta grigia, muove verso sud cambiando le convergenze visive degli spettatori, le prospettive del luogo e l'atmosfera della scena.
L'uomo trovato il mazzolino fiorito e pagato di gran fretta, riprende l'inseguimento fino a raggiungere gli adorati arti da pianoforte della dama. Il suo cuore tuona d'ansia e trema di languore. Allunga il passo fino ad accostare il suo sogno e s'immobilizza.
L'osservatore dagli occhi a binocolo è preoccupato dal calare del sole prima del gran finale, ma, incrociando le gambe come un capo indiano, estrae con sacralità una boccetta d'acqua vite e si prepara all'epilogo.
La donna confusa ed incuriosita dal simultaneo stopparsi del furgone, immobilizzarsi dello sconosciuto al suo fianco, accucciarsi del cane e rotolare del sole, muove la testa con fare rimbambito mentre, la sua ombra, ormai diventata filiforme silfide, la scimmiotta inesorabile.
Nell'immobile scena una mosca pettinata dal vento del cruscotto del minibus, può riprendere il suo ronzare. Scrollata la polvere del viaggio, vola sull'estintore rosso, felice di rimirare il lago zafferano ai suoi piedi. Trascorso un secondo si libra tra il puzzo del toscano sbavato e la mielosa fragranza delle gemme campestri, legando come lenza invisibile le proiezioni solari a terra fino a posarsi sulla tricotica selva marrone e unticcia scovata sul cocuzzolo del monticello lì accanto.
L'uomo dal frullatore nello stomaco pensa a voce alta: < Dolcissima, gigante dal profumo di baricca, lasciate che io m'inchini, lasciate che il mio capino sfiori le vostre ginocchia, lasciate che le mie secche braccia porgano questo misero stupendo fascio all'attenzione dei vostri sensi più delicati >.
Il poeta della vetta si scioglie in un sorriso di tenerezza, sfila un grossa fragola dalla tasca interna dello spolverino e l'azzanna con gusto.
La donna inebriata dal profumo e drogata da quelle parole, non sa che fare, le gote arrossate le si alzano facendo scomparire i piccoli occhietti tra le ciglia, inebetita sorride compiaciuta. < Grazie ometto, siete particolare e strambo >. Come con passo di danza lascia sfilare calze e polpacci di fronte al viso incredulo di lui. L'orchestrina di quattro o sei ottoni a bordo comincia a suonare. Fatto il primo scalino lei allunga il bianchiccio molle braccio e prende i fiori.
Il sole ha deciso e mentre le ombre s'incrociano toccandosi per un'infinito attimo, le blocca nel buio sonno della notte, intrecciate, avvinghiate per un dito, insieme ed inseparabili, balzando dietro il colle artificiale. Il cane si sdraia sull'ingresso del pub di fronte al negozio di cappelli. Il pullman in miniatura a quadri neri ed ocra parte sbuffando e nitrendo. La mosca si dedica al lampione del baretto notturno.
Il piccolo uomo ora singolare e bizzarro si alza e riprende la sua strada con passo leggero senza nemmeno un fardello in mente.
L'uomo dall'impeccabile camicia a quadri rossi stropicciati, si assopisce ingioiato d'aver visto due ombre addormentarsi vicine e sogna di danzare rimbalzante sulla collina erbosa che domina lo stradone zebrato, osservando un uomo assurdamente normale che cammina...

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Sense di un tentato nonsense
Short StoryForse dal finestrino di un furgone giallo, forse dagli occhi di un bulldog sul bordo di una strada, forse dall'alto di una collina artificiale, forse dal volo zigzagante di una mosca, se osservata nel modo giusto anche il breve intersecarsi di due i...