抖阴社区

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«Allora, come vanno le cose a Vareth?» Mio padre sollevò il calice colmo di vino, girandolo con un lento movimento del polso prima di portarlo alle labbra.

Cedrick si inumidì la bocca, lasciando che il rosso scarlatto del vino ne accentuasse il sorriso. «Piuttosto bene. Il raccolto è stato abbondante quest'anno, una vera benedizione. Anche se, lo stesso non si può dire per Valenrose.»

Mio padre annuì, il suo sguardo velato da un'ombra di comprensione. «Ricostruire una città ridotta in macerie non è cosa da poco. E immagino che la lealtà dei suoi abitanti verso Erik non aiuti.»

Da quando la cena aveva avuto inizio, il duca di Vareth e mio padre non avevano fatto altro che parlare di caccia e politica interna, ma le loro voci, seppur alte e sgraziate, mi arrivavano solo come un brusio indistinto.

Tutta la mia attenzione era inchiodata sull'uomo seduto davanti a me, che adesso non indossava più l'armatura, ma un completo elegante nero come la notte, che gli fasciava il corpo alla perfezione, mettendo in risalto ogni linea muscolosa.

Serrai i pugni sotto il tavolo, le unghie premevano così forte contro i palmi da lasciare solchi sottili nella pelle.

Non mi aveva degnata neanche di un'occhiata. Né di una parola.

Non che mi aspettassi il contrario. Dopotutto, poche ore prima aveva distrutto la dignità della sua futura moglie davanti all'intera corte con la stessa indifferenza con cui ora sorseggiava il suo vino.

Come minimo, mi sarei aspettata delle scuse.

Invece, nulla.

Cassian si era limitato ad annuire e sorridere ai commenti dei miei genitori, evitando il mio sguardo come la peste.

Avrei voluto colpirlo.

Non troppo forte. Solo abbastanza da fargli capire che non ero una di quelle nobildonne obbedienti e docili con cui, evidentemente, era abituato a trattare.

«Vedo che invece qui a Raventhorn le cose stanno migliorando.» Cedrick si appoggiò ai gomiti, osservando mio padre con un sorrisetto soddisfatto.

«Dopo un'annata disastrosa, direi proprio che ci siamo ripresi.» Mio padre fece cenno alla cameriera di riempire la caraffa di vino ormai vuota. Era già la quarta dall'inizio della cena.

«Anche se ultimamente il tasso di criminalità è preoccupante.» Le dita mi si irrigidirono attorno al bordo del bicchiere.

Sapevo esattamente cosa intendesse con "criminalità".

Cedrick sospirò, appoggiandosi allo schienale della sedia. «Oh, Edrik, i traditori della Corona ci sono sempre stati, e ci saranno sempre»

«Ne sono consapevole.» mio padre si sporse in avanti, gli occhi brillanti di una soddisfazione che mi fece venire la nausea. «proprio qualche giorno fa, ho condannato a morte un uomo che per tre anni è riuscito a nascondere l'esistenza del suo secondo figlio»

Un silenzio pesante calò sul tavolo.

«Ma non è finita qui.» si prese il suo tempo, giocando con il bordo del calice. «Grazie alla confessione del figlio, abbiamo scoperto un rifugio che ospitava orfani e altri secondogeniti»

Un tremito leggero, quasi impercettibile, attraversò Cassian.

«Era da anni che non sentivo parlare di qualcuno così audace da infrangere la legge dell'Erede Unico.» Cedrick si accarezzò il mento, un lampo di curiosità nei suoi occhi. «Adesso è tutto risolto?»

Mio padre annuì con fierezza, con il petto gonfio d'orgoglio per la sua stessa crudeltà. Gli brillavano gli occhi quando parlava di queste cose, commettere atrocità era diventato il suo passatempo preferito.

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