抖阴社区

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Sospirai, e una nuvola di vapore mi sfuggì dalle labbra, dissolvendosi nell'aria gelida che avvolgeva il giardino.

Tra pochi giorni non avrei più dovuto preoccuparmi del freddo. Stando a quanto mi era stato detto, a Vareth l'inverno era più mite e le estati calde e lunghe. Ma per quanto cercassi di convincermi che fosse un sollievo, il peso che mi opprimeva il petto non accennava a svanire.

Stavo per lasciare la mia casa. Il luogo dove ero nata, dove ero cresciuta. Il posto che, fino a poco tempo fa, ero certa sarebbe stato il mio per sempre.

Presto sarebbe caduta anche la prima neve.

Quando ero bambina, non aspettavo altro. Appena il primo fiocco toccava terra, Adelina ed io ci precipitavamo fuori, correndo senza sosta nel giardino innevato fino a quando le nostre gambe cedevano e ci ritrovavamo senza fiato.

La neve trasformava Raventhorn in qualcosa di magico. E io l'avevo sempre amata.

Ma quest'anno non avrei visto il castello imbiancato. Non avrei sentito il crepitio della neve sotto gli stivali né il freddo pungermi le guance mentre l'inverno avvolgeva ogni cosa.

Entro poche settimane sarei stata a Vareth, sposata con un uomo che a malapena sembrava sopportarmi.

Strinsi le mani nel vano tentativo di scaldarle, poi afferrai la leva arrugginita che bloccava la porta della scuderia e tirai con forza.

«Aspettate, mia signora. Faccio io.» Lennan fu accanto a me in un istante, le sue mani guantate sfiorarono le mie mentre, con un gesto sicuro, sbloccava il fermo.

«Grazie.» Mi scostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, osservandolo mentre spingeva la porta di lato e la bloccava con un masso.

Non era obbligato a essere così gentile con me, eppure dopo l'annuncio del mio matrimonio, lui e Adelina erano stati gli unici a tentare di rendere la situazione più sopportabile. Non perché fosse suo dovere in quanto guardia, ma perché, per qualche motivo, sembrava importargli davvero.

Un grugnito infastidito ruppe il silenzio alle nostre spalle, e Cassian ci superò senza neanche provare a mascherare il suo malumore.

Non si preoccupò nemmeno di evitarmi mentre mi passava accanto e la sua spalla urtò la mia con abbastanza forza da farmi barcollare. Mi raddrizzai subito, serrando la mascella.

Lennan lanciò un'occhiata nella mia direzione, pronto ad agire se soltanto io gliel'avessi ordinato, ma mi limitai a scuotere la testa. Non ne valeva la pena, era evidente che stesse cercando di provocarmi, di capire fino a che punto poteva spingersi prima che reagissi.

Accelerai il passo, ignorando la tensione che mi si era annidata tra le scapole, e lo seguii all'interno della scuderia.

Il calore che aleggiava nel grande spazio chiuso era una benedizione contro il gelo esterno, e l'aria era impregnata dell'odore di fieno e cuoio invecchiato.

I cavalli nitrirono piano al nostro ingresso, alcuni muovendo le teste oltre le barriere dei loro box, altri nascondendosi nell'ombra, alla ricerca di un po' di pace.

Mi chiesi se almeno questo posto potesse piacergli, dopotutto, nulla di Raventhorn sembrava essergli gradito, e io di certo non facevo eccezione. Ma mi tenni il dubbio per me, perché sapevo già la sua risposta.

Cassian si fermò accanto al box più ampio e allungò la mano verso uno stallone nero dal manto lucido, le sue dita sfiorarono il muso dell'animale con un gesto inaspettatamente delicato.

Aspen abbassò il capo in risposta, emettendo un soffio caldo che danzò tra di loro nell'aria fredda.

Lo osservai con attenzione.

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