Summer
Sono nella camera di albergo di Carlos e con mia figlia che lo guarda in modo raggiante, dato che dopo le prove aveva convinto Ever ad assaggiare i suoi favolosi pancake. E se devo essere completamente onesta volevo provarli pure io; avevo visto talmente tanti video che ero diventata effettivamente curiosa di provarli. E quindi eccomi qui, nella sua cucina con lui e mia figlia davanti a me che mescolano gli ingredienti in una ciotola. Seguivo ciò che facevano in silenzio, beandomi della visuale: vedendo Ever andare così d'accordo con una persona che non fossimo io o Will mi riempiva il cuore di gioia, considerando che poi questa persona mi rendesse felice e mi bastava vederlo o sentire nominare il suo nome affinché il mio cuore facesse le capriole è un altra. Almeno era quello che continuavo a impormi di pensare, dato che non potevo scaricarli adosso la mia vita, per quanto possa essere luminosa alla vista di molti in realtà era troppo complessa; faticavo a far in modo che Ever o che i media non scoprissero la verità sul mio passato. Ma sapevo che prima o poi avrei raccontato tutta la verità a mia figlia, era un suo diritto e lo avrei fatto non appena l'avrei sentita prontamente la verità; ma sapendo che avrei potuto rimandare all'infinito avevo deciso che entro i 21 anni avrebbe saputo tutto.
-mamma guarda sembra una nuvola
Disse la vocina meravigliosa e sorpresa di Evergreen osservando gli albumi montati a neve davanti a lei
-sono bellissimi, sembra cotone
-chi sa se sono buoni
Disse prima di poggiare l'indice in mezzo e per poi portarselo alla bocca, cercai di fermarla, così come Carlos, ma non facemmo in tempo, per cui una espressione di disgustato le percosse il volto
-Ever
Mormorai
-blea che schifo
Rispose prontamente lei, poi si voltò verso Carlos
-sei sicuro che poi venga qualcosa di buono?
Lui la osservò sconcertato, così come me, i suoi occhi si puntarono proprio in quell'istante su di me e poi su mia figlia, ballando da una persona all'altra. E non potei trattenere le risate, per cui scoppiai a ridere sotto gli occhi sconcertati del pilota spagnolo e di Ever
-mamma!
Si lamentò ossevandomi
-allora, Ever, non so come siano perché non gli ho mai assaggiati, ma spero proprio di sì
-hey!
Si lamentò Carlos, per poi continuare
-i miei pancake sono la cosa più buona sulla faccia della terra
E riscoppiaia a ridere a quelle parole, ma il suono della mia risata venendo sovrastato dalla suoneria del suo telefono cellulare, che era poggiato sul banco della cucina, malamente staccò lentamente gli occhi da me e gli posò sul dispositivo elettronico e vi lesse il nome sopra, roteo leggermente gli occhi, ma sorrideva allegramente. Sbloccò la chiamata
-ciaooooo Carlitossss come stai?
Urlò la voce dall'altro capo della linea telefonica, con un tono talmente alto che lo sentivo nonostante fossi a due metri di distanza e lui non fosse in vivavoce. Non lasciò il pilota spagnolo rispondere che continuò a parlare
-sono davanti alla tua porta aprimi
Due iridi nocciola si puntarono nelle mie, vi lessi l'imbarazzo e qualcos'altroche sparì subito, in risposta gli sorrisi dolcemente e
-per favore?
Continuò la voce dall'altro capo della linea telefonica, ci fu un momento di silenzio, dove il pilota spagnolo si portava l'indice della mano sinistra, quella che non reggeva il telefono davanti alle labbra. Evergreen sorrise e poggiò entrambe le mani sulla bocca sorridendo e io tappandomi le labbra lo osservai sorridendo con le labbra serrate e lui mi sorrise dolcemente in risposta
-Carlitooos so che sei dentro, sento la mia voce
Disse il suo interlecutore e il pilota spagnolo alzò gli occhi al cielo, mimando un scusa con le labbra, per poi avviarsi verso la porta. Che aprí lentamente, subito una figura gli si gettò adosso con talmente tanta forza che fece arretrare l'uomo
-Carlitooos mi ha lasciato
Disse il ragazzo, aveva un tono di voce familiare, ma la sua figura era completamente coperta dal padrone di casa, lui lo strinse a sé e solo in un momento successivo gli batte delicatamente la testa e lo invitò ad entrare, lui si lanciò sul divano, e sembrò non accorgersi di me e di Evergreen
-lei era l'amore della mia vita, non capisco perché
E poi iniziò a singhiozzare contro il cuscino, sul quale aveva appoggiato la faccia e il suo corpo magro e allenato ricopriva il divano per intero, Carlos lo guardò con tristezza, capendo le sofferenze dell'amico. Per tale ragione mi alzai dalla sedia della cucina con lentezza e mi avvicinai con passo lento al ragazzo e poggiando le ginocchia a terra del divano gli passai le dita della mano destra delicatamente lungo la spina dorsale, prima si irrigidì, ma poi, dopo qualche movimento, si rilasso contro le mie dita. Nonostante la maglia in cotone nera, che portava, percepivo i suoi muscoli detendersi. Percepivo adosso gli occhi di mia figlia e quello del pilota spagnolo
-da quando sei così delicato Carlos?
Chiese in tono che non compresi dato che parlava contro il cuscino
-ehm... in realtà sono Summer
Risposi semplicemente, il suo capo scatto verso di me, mi osservò e poi cacciando un urlo si appiattì contro il divano. In quel momento lo riconobbi, spostai le mie mani verso l'alto, mostrando il fatto che fossi innoffensiva e poi parlai con delicatezza
-ciao, io sono Summer, un'amica di Carlos Sainz
Lui mi osservò stranito e deglutendo lentamente, mentre i suoi occhi verde azzurri mi scrutavano attentamente , nonostante le lacrime erano belli da togliere il fiato
-ciao... io sono Lando Norris
Gli sorrisi dolcemente, poi indicai il divano al suo lato destro
-posso sedermi?
Chiesi, lui mi osservò attentamente vagliando coi occhi me, la stanza si accorse di mia figlia, perché i suoi occhi si bloccarono in direzione della cucina, sapevo che lei lo guardava coi suoi occhi color verde oliva. Per tale ragione mi ritrovai a parlare
-lei è mia figlia Evergreen
Lui mi osservò biasito, mentre i suoi occhi si puntarono su Carlos, ancora sulla porta, spostai lo sguardo dal ragazzo al pilota spagnolo e lo vidi annuire, ad una domanda che si erano scambiati con lo sguardo e che io non avevo capito. Solo in quell'istante gli occhi del pilota britannico tornarono su di me e io lo osservai con gentilezza, pronta ad accoglierlo
-si
Rispose alla mia domanda, a quelle parole con delicatezza mi sedetti al suo fianco. Per qualche istante rimanemmo in silenzio, sentii solo i passi di Carlos avvicinarsi alla cucina, da mia figlia e lei mormorargli
-lascia che faccia la mamma con lui, è brava con le persone
A quelle parole mi si scaldò il cuore
-cosa stavate facendo?
Chiese Lando con sincera curiosità mentre si portava le gambe al petto
-i pancake, vuoi mangiarli con noi?
I suoi occhi si illuminarono
-si
Rispose con prontezza mentre io tornavo da Carlos ed Ever che ricominciano ad impastare nuovamente mentre io mi concentravo sul ragazzo al mio fianco, vidi il dolore nei suoi occhi e aprí le braccia lui ci si lanciò tra esse ed iniziò a piangere per la seconda volta; lo lasciai sfogare, mentre i minuti passavano, in silenzio. Solo quando smise di piangere chiesi
-ti va di parlarne?
Lui rimase in silenzio per qualche istante, mentre tirava su col naso e per tale ragiona afferrai i fazzoletti che Carlos mi aveva passato e gliene offrì uno
-grazie
Disse prima di sofiarsi il naso per poi ricominciare a parlare a ruota libera
-io la amavo, ma lei mi ha spezzato il cuore in mille pezzetti, anzi no sbriciolandolo... ha deciso di lascirmi perché le avevo promesso che avrei vinto lo scorso gran premio, per lei, ma non l'ho fatto e... e ha detto che non mi I sono impegnato per lei... perché se lei fosse veramente impattante avrei vinto... e quindi mi ha lasciato
Lo osservai senza dire niente mentre le lacrime gli ririemipano gli occhi, lo strinsi a me e poi parlai
-sai, mi potrai dare della sciocca, o dell'ingrata, ma voglio essere onesta con te, Lando, questa ragazza non credo chs fosse minimamente interessata a te. Perché se lo fosse stata, a lei non sarebbe interessato che tu nin hai mantenuto fede alla tua promessa, ma lei sarebbe venuta da te a sostenerti perché non hai vinto
Lui rimase in silenzio, aprì e chiuse le labbra un paio di volte, ma poi scosse la testa e sorrise e mi baciò la guancia delicatamente, lasciandomi di stucco, sentii un lamento trattenuto e alzando gli occhi incontri quelli di fuoco di Carlos che guardavano l'amico con rabbia
-c'è pronto, venire
Disse semplicemente il oilota spagnolo, ma mia figlia arrivò con un piatto stretto tra me dita delle mani, di corsa
-mammaaaa
Urlò nella mia direzione fino alquanto non fu davanti a me e mi allungò il piatto, per poi dire
-questo è stato il mio primo pancake e voglio che lo mangi tu
La osservai e mi sentii il cuore sciogliere, la afferrai e la poggiai sulle mie ginocchia lei si sedette sorridendo, per poi poghiarsi al mio busto
-sai, Ever, penso che lo dovremmo dividere perché è stato il tuo primo pancake e penso che sia giusto se lo mangiasse pure tu
Osservai il piccolo pancake leggermente deforme e più piccolo di quelli classici, ne sorrisi fiera di mia figlia.
Lei mi sorrise e poi annuisce
-va bene mamma
Per cui presi il pancake e lo tagliai a metà, la mai parte lo presi con le dita delle mani, così come Ever e poi lo onfilai tra le labbra, sentii gli occhi di Carlos addosso e appena il cibo entrò in contatto con le mie papille gustative sorrisi chiudendo gli occhi
-meraviglioso
Dissi semplicemente e gli occhi nocciola di Carlos si puntarono sui miei, emanando una gioia che mi lasciò senza parole

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Butterfly Effect
Fanfiction"Il battito d'ali di una farfalla può provocare an uragano dall'altra parte del mondo" Quest'idea, derivata dalla Fisica e dalla teoria del caos, può essere applicata anche alla psicologia. Ciò che facciamo oggi influirà sul nostro futuro: con p...