抖阴社区

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La giornata iniziò con una novità che ci aveva subito messi tutti sull'attenti: una masterclass di latino con Gianni Scandiffio

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La giornata iniziò con una novità che ci aveva subito messi tutti sull'attenti: una masterclass di latino con Gianni Scandiffio. Sapevo che sarebbe stata tosta, il latino non era il mio stile, ma non potevo permettermi di mollare.

In sala, l'atmosfera era carica di tensione e curiosità. Gianni Scandiffio non era solo un maestro di ballo, era una leggenda nel mondo del latino. Appena entrò, con la sua presenza magnetica, tutti ci raddrizzammo automaticamente, pronti a dare il massimo.

I movimenti erano secchi, veloci, pieni di controllo eppure incredibilmente fluidi. Dovevo concentrarmi sulla postura, sulle anche, sulle braccia, su dettagli che nel modern trattavo in modo completamente diverso.

Mi sentivo rigida, impacciata, e la cosa mi dava un fastidio incredibile. Eppure, più andavo avanti, più cercavo di lasciarmi andare, di adattarmi al ritmo, di trovare una mia versione di quella danza che fosse il più possibile autentica. Gianni passava tra noi correggendoci senza sosta, fermandoci, riprendendoci, e ogni sua parola era come un colpo che spazzava via ogni tentennamento.

Quando la masterclass finì, ero completamente distrutta. Sudata, con le gambe che mi tremavano, ma con quella sensazione che si prova quando hai davvero spinto oltre i tuoi limiti.

Non c'era tempo per fermarsi. Dopo pranzo, le lezioni ripresero come sempre. Passai il pomeriggio alternandomi tra tecnica, prove di coreografia e lavoro con i professionisti. Ogni lezione era una sfida, ogni errore un peso che mi caricavo sulle spalle, ma non potevo permettermi di fermarmi.

Quando la sera calò, mi resi conto di non essermi fermata un attimo. Il corpo era stanco, le mani tremavano leggermente mentre legavo i capelli per tornare in casetta.

Ero seduta stretta tra Antonio e Chiara, le gambe rannicchiate e le mani che giocherellavano con la felpa che avevo addosso. L'aria della sera era fresca, ma piacevole, e per la prima volta dopo giorni mi sentivo quasi rilassata. Antonia e Cristiana erano accoccolate sull'altra panchina, e stavamo chiacchierando di tutto e di niente, di lezioni, del serale, di chi tra di noi sarebbe riuscito ad arrivarci per primo.

A un certo punto, nel bel mezzo di una conversazione qualsiasi, Antonia mi interruppe all'improvviso. «Comunque, mi dispiace, Isa.»

Mi girai verso di lei, confusa. «Eh? Per cosa?»

Antonia incrociò le braccia dietro la testa, guardandomi con un sorrisetto di chi sapeva esattamente quello che stava per dire. «Per Jacopo.»

Sentii il mio stomaco chiudersi in un nodo istantaneo, ma cercai di non darlo a vedere. «Cosa?»

Lei scrollò le spalle, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo. «Dai, Isabella... lo sai anche tu. Non hai possibilità con lui.»

Cristiana trattenne un mezzo sorriso, Antonio si girò leggermente verso di me, mentre Chiara accanto a me rimase in silenzio, rigida.

??????? | Jacopo SolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora