Il taxi si ferma davanti al ristorante, e per un momento rimango immobile.
"L'Empyrean" si erge davanti a me come una promessa e una sfida. L'insegna è discreta, con lettere dorate su uno sfondo nero, e l'edificio sembra più una galleria d'arte che un ristorante.
Attraverso le grandi finestre si intravedono tavoli perfettamente apparecchiati e luci soffuse che emanano un calore accogliente, quasi irreale.
Non sembra vero che io sia qui.
Il Bronx è lontano, ma dentro di me sento ancora le sue ombre. Respiro profondamente e avanzo verso l'ingresso, le scarpe che scricchiolano leggermente sul marciapiede liscio.
Appena apro la porta, vengo accolta da una brezza fresca di aria condizionata e dal profumo di qualcosa di delizioso – burro, erbe aromatiche e una nota dolce di vaniglia.
Prima di avere il tempo di ambientarmi, un uomo elegante mi viene incontro.
È alto, impeccabilmente vestito, con un sorriso caloroso ma misurato.
<<Sophia D'Angelo, giusto?>> chiede, la voce bassa e sicura.
<<Sì, sono io>> rispondo, cercando di sembrare più sicura di quanto mi senta.
<<Piacere, Richard Black. Benvenuta a L'Empyrean>>.
<<Grazie, signor Black. È un onore essere qui>> rispondo, stringendogli la mano.
<<Richard, ti prego>> dice con un sorriso. <<E l'onore è nostro. Vieni, ti faccio conoscere il team>>.
Mi guida attraverso il ristorante, spiegandomi i dettagli con calma. La sala è ancora vuota – manca un'ora all'apertura – ma il personale si muove con precisione: camerieri sistemano i tavoli, sommelier controllano i bicchieri, e dalla cucina arriva il rumore ritmico di coltelli che tagliano e pentole che sfrigolano.
<<Il nostro ristorante non è solo cibo>> dice Richard mentre attraversiamo la sala. <<È un'esperienza. Ogni dettaglio conta: il servizio, la presentazione, il modo in cui ci muoviamo. Il cliente deve sentirsi speciale>>.
Annuisco, prendendo mentalmente appunti. Voglio dimostrarmi all'altezza. Quando arriviamo nel retro, in una piccola sala relax per il personale, Richard mi presenta.
<<Ragazzi, questa è Sophia D'Angelo, la nostra nuova cameriera. Trattatela bene>>.Due ragazze si avvicinano subito. La prima è alta, con lunghi capelli castani ondulati e occhi vivaci. Mi sorride apertamente.
<<Ciao! Io sono Eleanor Waldorf>> dice, stringendomi la mano con entusiasmo. <<Benvenuta nella squadra. Ti abituerai presto alla follia di questo posto>>.<<Follia?>>
<<Oh, sì>> interviene la seconda ragazza, bionda con un taglio impeccabile e un portamento sicuro. <<Soprattutto quando Richard decide che deve aggiungere un piatto nuovo al menu all'ultimo minuto. Io sono Charlotte Harrison, mi occupo della sala>>.
<<Piacere>> rispondo.
Entrambe sembrano gentili, ma Charlotte ha un'aria leggermente severa, come se stesse già valutando se sono in grado di gestire la pressione.
<<Allora, Sophia>> dice Eleanor, facendo un cenno verso un tavolo accanto alla finestra. <<Dove hai lavorato prima?>>
<<Principalmente piccoli ristoranti nel Bronx>> rispondo con sincerità. <<Mai niente di così... elegante>>.

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Dangerous Hate
ChickLitTRAMA Nel Bronx impari presto due cose: come sopravvivere, e come non fidarti di nessuno. Sophia D'Angelo ha il cuore pieno di cicatrici, una mente troppo lucida per illudersi, e un sogno che fa paura perfino a lei: fuggire. Quando un'offerta di lav...