抖阴社区

14; Scott

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Era passata qualche ora dalla nostra partenza e stavo iniziando a pensare che Lydia fosse una divinità da venerare.

«Quindi scusami, ti piace The Vampire Diares e The Originals?» Domandai per l'ennesima volta, incredulo.

Lei annuì mordicchiandosi il labbro. «Già. Ho un debole per Joseph Morgan.»

«Non posso darti torto, con quell'aria da Gesù Cristo...»

Mi diede uno strattone leggero. «Vaffanculo!» Esclamò ridendo. Aveva una risata talmente contagiosa che mi ritrovai anche io a lacrimare sulle note di Counting Stars.

«Lately I've been, I've been losing sleep / dreaming about the things we could be / but babe I've been, I've been praying hard / said, no more countind dollars, we'll be counting stars.» Cantò Lydia con una voce niente male. Fu quel piccolo gesto, quel piccolo insignificante gesto, mi fece capire che ormai eravamo amici. Distolsi un attimo lo sguardo dalla strada per spostarlo su di lei. Ogni tanto alzava il dito come per dirigere un'orchestra e mimava alla perfezione le parole della canzone.

In quel momento mi sembrò bellissima. I capelli che le ricadevano sulle spalle erano sciolti e spettinati, come se si fosse staccata all'ultimo momento da un bacio fugace. La faccia, quasi sempre neutra e priva di emozioni, non nascondeva l'entusiasmo.

Conclusi che probabilmente sarebbe stato il viaggio più bello della mia vita.

Ma probabilmente dovevo aver fatto qualcosa di male al karma, perché mentre ammiravo la figura di Lydia un'auto a tutta velocità venne in contromano a noi.

Fui abbastanza veloce da evitare lo scontro, ma ebbi comunque un tuffo al cuore. Lydia aveva gli occhi sbarrati per la paura.

«Non farlo mai più.» Mi intimò, ma il suo tono di voce era troppo calmo. Guardava un punto fisso all'orizzonte con sguardo assente.

«Scusami.» Mormorai con un filo di voce.

Non rispose. A dire la verità, non parlammo per mezz'ora. La musica continuava, ma io ero troppo impegnato a guidare e lei troppo impegnata a guardare fuori dal finestrino, torturandosi le unghie.

Il nostro silenzio fu rotto solo da un rumore anomalo del motore. Una serie di cigolii determinarono che c'era qualcosa che non andava.

Accostai la macchina e scesi. Il sole picchiava forte e non c'era nessun'altra auto in giro. Eravamo in una piccola strada che attraversava una steppa della California con un problema al motore.

Mi costrinsi a pensare che la macchina era nuova e non c'era niente che non andasse, ma la possibilità di rimanere bloccato in quel posto mi spaventava e mi eccitava allo stesso tempo.

«Tutto a posto?» Chiese Lydia, non appena scese anche lei.

«Non ne ho idea.»

La ragazza spalancò il cofano con un gesto deciso e fu avvolta dal fumo. Era strano che una ragazza se ne intendesse di macchine, ma Lydia Roy-Jobs era capace di stupirmi sempre.

Venni vicino a lei. Non avevo idea di cosa fare, ma pensai che starle vicino forse era l'unico modo per rendermi utile.

Tossicchiò e si chinò a quaranta gradi per osservare meglio il motore, il che mi permise di dare un'occhiata al suo bel sedere.

«Smettila.» Disse.

Ops. «Di fare cosa?»

«Di guardarmi il culo, genio.»

«Ma io non stavo affatto...»

«Aiutami, qui il motore ha un bel problema. Hai una cassetta degli attrezzi?»

Annuii e andai a prenderla dal portabagagli. Gliela diedi. Prima di iniziare la sua operazione chirurgica si legò i capelli e fece un nodo alla maglietta in modo che essa le scoprisse l'ombelico.

«Sei più sexy di Nina Dobrev, Phoebe Tonkin e Angelina Jolie messe insieme.» Commentai con un fischio prolungato. Non rispose, ma giurai di aver visto un mezzo sorriso.

Prese la chiave inglese e iniziò ad armeggiare con bulloni e cose di cui io ne ignoravo l'esistenza. Parlò di candele, di circuiti e di altre sciocchezze che erano completamente da buttare.

Stette ad aggiustare il motore per una ventina di minuti, e quando alzò la testa notai che era tutta sporca benzina.

«Scott, siamo nella merda.» Mormorò.

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