Mitovembre 2023 - Elementale

La gioventù scorre impetuosa nelle vene di chi, libero di scoprire ciò che lo circonda, cerca disperatamente un posto nel vasto, vastissimo mondo. Zou Yan non faceva eccezione, per quanto la sua strada lo avesse condotto in luoghi oscuri.

Su per gli impervi sentieri di montagna e giù per le valli nascoste dai rilievi più alti, Zou Yan aveva cercato ogni maestro di arti marziali potesse raggiungere affinché gli insegnasse tutti i suoi segreti. Era bravo, molto bravo ad apprendere anche le più complesse pose e i più minuziosi movimenti. Ma era arrabbiato, arrogante e troppo poco interessato alla scienza alchemica e alla filosofia da cui dipendeva l'equilibrio nell'apprendimento dei loro stili marziali.

I primi maestri presero a soprannominarlo Hou, Scimmia, in ricordo del celebre Sun Wukong e per assonanza al suo nome, ma dello Scimmiotto di Pietra il giovane apprendista aveva solo la fame di rivalsa e non i caratteri più burloni e leggeri che le narrative riportavano. L'arroganza divenne presto crudeltà e la crudeltà pura malvagità. I maestri cominciarono a negargli il sapere ma, ormai divenuto troppo forte, Zou Yan riusciva ad estorcere ciò che maggiormente desiderava: i segreti per essere l'arma definitiva.

Con gli anni, Zou Yan divenne uno dei guerrieri più formidabili mai esistiti, capace di sottomettere gran parte dei maestri di tutta la Cina eppure, per quanto impetuosa scorresse la rabbia nel suo corpo, era evidente quanto fragile fosse la base dietro le sue conoscenze: era la furia e la ripetizione meccanica di movimenti imparati per il puro gusto di aggiungere una tacca alla sua personalissima collezione il vero punto debole del giovane e terribile guerriero. Tuttavia, per quanto evidente, nessuno era abbastanza bravo per potergli ormai tenere testa. Un futuro oscuro aspettava la prossima generazione di guerrieri, che già seguiva Zou Yan come fosse il loro messia, se ad allenarli fosse stato il guerriero ormai noto come "Maestro Hei Hou", ovvero Scimmia Nera.

Eppure, mietuta l'ultima vittima, Scimmia Nera, che era convinto di aver rubato le conoscenze a tutti i maestri presenti sul suolo cinese, era venuto a sapere di un ultimo maestro "...Il cui stile non potrai mai eguagliare... il tuo torrente in piena non eguaglierà mai la fluidità del qi di Zhang dei Tre Picchi...", come gli aveva confidato prima di morire l'ultimo maestro di Scimmia Nera.

Offeso dall'affermazione e spinto dal pensiero di trovare un altro maestro da cui apprendere oscuri segreti, Scimmia Nera si recò sui monti Baoji, nella zona nota come Sanfeng, i Tre Picchi, ove trovò una modesta dimora con un piccolo gruppo di giovanissimi studenti.

Al suo arrivo, Scimmia Nera, vestito in ricche vesti di seta oscura come la notte bordata d'oro, lunghi capelli sciolti e selvaggi e gli occhi dardeggianti di odio, attese che i giovani allievi radunati di fronte alla casa in meditazione tremassero per il terrore alla vista sua e del numeroso manipolo che lo seguiva. Nessuno di quei ragazzini sembrò, invece, anche solo notarlo.

Ne afferrò uno per il collo e, ringhiando come un cane pazzo, disse: "Dov'è il tuo maestro, moccioso? Dov'è l'uomo chiamato Zhang Sanfeng?!"

"Il mio maestro non deve essere disturbato ora – disse, pacificamente, il ragazzo – è pomeriggio ed è, quindi, impegnato nei suoi studi alchemici. Noi, nel frattempo, meditiamo sulle lezioni apprese questa mattina e desidereremmo non essere disturbati"

Scimmia Nera, che un tempo era stato un allievo giovane come quello che aveva tra le mani, lasciò scorrere la furia e, con movimento rapido e di scatto, provò a colpire il ragazzo con un colpo di palmo al ventre, ma questo, liberatosi della tunica grezza che indossava, si lasciò cadere, abbassandosi quanto più possibile, evitando il colpo. Quando Scimmia Nera abbassò gli occhi su di lui, lo vide in una posizione inusuale, con la gamba e il braccio sinistri tesi e la gamba e il braccio destri piegati, pronti a scattare. Un movimento rapido, fluido, semplice... che l'assalto fulmineo di Scimmia Nera non era riuscito a prevedere.