Era passata una settimana da quella notte di Capodanno, ma sembrava che fosse successo solo ieri. Ogni tanto ripensavo a quei momenti con Nicolò, ai sorrisi che ci eravamo scambiati, agli sguardi che sembravano dire tutto quello che non avevamo il coraggio di pronunciare.Quando siamo tornati in casetta, è stato come premere un pulsante per tornare alla normalità. Eravamo circondati dagli altri ragazzi, tutti presi dalla routine delle prove, dalle chiacchiere, dai piccoli drammi quotidiani. Io e Nicolò ci comportavamo come sempre: battute, risate, sfide improvvisate in sala relax. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che ci fosse qualcosa di diverso tra noi.
Eppure, ogni volta che restavamo soli, il mondo sembrava fermarsi. Bastava un attimo: un momento rubato nel corridoio, un incontro casuale in cucina mentre gli altri erano altrove. Lui si avvicinava, mi sfiorava la mano o mi accarezzava una ciocca di capelli. Io sorridevo, cercando di non arrossire troppo. Erano momenti brevi, ma pieni di qualcosa che non riuscivo a spiegare.
Una sera, dopo una giornata particolarmente lunga, eravamo in salotto. Gli altri erano già in camera o ancora in sala prove. Nicolò si è seduto accanto a me sul divano, portando con sé una coperta. "Hai freddo?" mi ha chiesto, con quel tono che usava solo con me.
"Un po'," ho ammesso. E lui, senza dire una parola, ha aperto la coperta e mi ha fatto spazio accanto a lui. Mi sono accoccolata senza pensarci, la testa appoggiata sulla sua spalla. Era una sensazione così naturale, così giusta, che per un attimo ho dimenticato tutto il resto.
Nico iniziò ha giocare con una ciocca dei miei capelli e nel mentre io mi cullavo al suo tocco, era come se fossi in un'altro mondo
"ci dobbiamo sistemare che dobbiamo andare in studio..." dissi provando a non rovinare il momento
"hai ragione Cecy..." rispose guardandomi
lo guardai a mia volta, perdendomi nei suoi occhioniPoi il ragazzo si alzo e mi tese la mano, a mo' di principessa, e dopo averla acettata ci abbracciamo.
Poi, un po' a malincuore ci dividemmo per vestirci e andare in studio
Andai in camera e, dopo aver indossato la maglia con le spalle scoperte color blu navy, un paio di jeans a zampa di elefante, e dopo aver indossato gli anfibi e aver messo quasi tutti i gioielli che avevo, mi si pararono davanti Antonia e Chiamamifaro
"dove pensi di andare? prima ci devi dire alcune cose" disse Angelica mentre mi guardava con sguardo malizioso
"del tipo?" dissi facendo la vaga
"tu e nicolo vi siete baciati?" sputò il rospo Antonia, dato che zitta non ci sa stare"perche? comuqnue no" dissi girandomi e finendo di arricciare i miei capelli, ma con la coda dell'occhio vedevo che loro non ci credevano
"si, e io sono una ballerina di classico!" disse Antonia mimando una mossa di ballo, fallendo miseramente
ridemmo tutte assieme e poi le guardai"c'è stato...qualcosa" dissi con voce bassa
le due urlarono di gioia e mi abbracciarono, poi arrivarono le domande a raffica ovviamente a cui non risposi
E nel mentre che le due scleravano, nella stanza entrò Vybes"ma che cos'è tutto questo entusiasmo?" disse guardandoci scioccato
"nascita di amore Ga" disse Angelica, ricevendo una spinta da parte mia
"Tu signorina devi raccontarmi un po' di cosuccie vero?
annui divertita e poi Gabri ci disse che dovevamo andareOggi sarebbe stata una puntata particolare, avremmo cantato i nostri inediti nuovi, ed ero un po' in ansia
mentre aspettavamo che i tecnici ci davano il via per entrare, c'erano i ballerini che provavano, altri cantanti che invece parlavano con gli altri, e poi c'eravamo io e nico messi nella stessa posizione ad ascoltare a Dandy con le sue battute pre-puntata

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The light in his darkness // Nicolò Filippucci
FanfictionEra un pomeriggio di Dicembre quando Cecilia,una ragazza 17enne, lavora in un bar di periferia di Firenze, come sempre in tv fanno il pomeridiano della scuola di amici e spera con tutta sé stessa di entrarci, dato che fin da piccola ha avuto il sogn...