Non mi ci vuole molto per capire che sta avendo un attacco di panico.
Mi inginocchio davanti a lui, cercando di non toccarlo, consapevole che nel suo stato attuale potrei spaventarlo ulteriormente.
Non sembra nemmeno accorgersi che sono qui, a pochi centimetri da lui.
Avvicino lentamente la mia mano alla sua guancia, con cautela, come se temessi di spezzare il fragile equilibrio che sembra sostenere il suo respiro affannato. Questo contatto è sufficiente per fargli capire che sono qui.
La sua testa si solleva appena, ma quando i suoi occhi incontrano i miei, vedo solo un vuoto. Uno sguardo perso, che non riconosce nulla di ciò che lo circonda.
«Sono qui» sussurro. «Sono qui davanti a te.»
Non risponde subito, ma dopo un attimo sbatte le palpebre un paio di volte come se stesse cercando di mettere la situazione a fuoco. Quando sembra iniziare a farlo, il suo sguardo vaga spaesato sul mio volto.
«Non riesco a respirare» sbiascica con voce strozzata.
Senza pensarci troppo, afferro la cerniera della sua felpa e la tiro giù, prima di fargliela togliere e farlo restare in maglietta a maniche corte, solo per non fargli avere addosso troppa roba.
Finisco di nuovo in ginocchio, questa volta facendomi spazio tra le sue gambe, in modo da avere i nostri volti alla stessa altezza.
«Va tutto bene» dico, cercando di mantenere la calma per entrambi. «Respira seguendo il mio respiro.»
Scuote appena la testa, mentre l'aria entra ed esce dai suoi polmoni in modo disordinato.
«Non ci riesco.»
«Ci stai riuscendo» mento.
«Non ci riesco» ribatte con un filo di voce. «Sto morendo.»
Il cuore mi si stringe a sentire quelle parole e devo impormi di non perdere il controllo della situazione.
«Sto morendo.»
«Non stai morendo, Nate.»
«Il soffitto crollerà. Il soffitto crollerà» ripete per un paio di volte.
Questo sembra essere tutto quello a cui riesce a pensare.
«Okay, adesso proviamo a respirare insieme. Va bene?»
Prendo la sua mano, quella che tiene ancora sul petto, e la poso sul mio cuore. Poi, prendo la mia mano libera e la appoggio sul suo petto. Sento il battito accelerato sotto le mie dita.
«Senti il mio petto che si alza e si abbassa?»
Lui annuisce, ma è evidente che il panico lo sta ancora soffocando.
«Segui il mio respiro, va bene?»
Ci vogliono alcuni interminabili istanti prima di vederlo provare a seguire il mio respiro. Vedo il suo sforzo, ma i suoi respiri rimangono irregolari.
Quando, finalmente, vedo un accenno di controllo, il suo respiro si affievolisce, anche se non si calma del tutto. I suoi occhi si chiudono e lo vedo cercare di trattenere le lacrime, lasciando cadere la testa all'indietro.
Quando li riapre, il suo sguardo è più presente, anche se il panico è ancora lì, nascosto tra le lacrime che cerca di trattenere. È un buon segno, immagino.
Vedo gli occhi di Nate iniziare a scrutare l'ambiente che lo circonda, come se cercasse di ancorarsi a qualcosa di tangibile. Poi, inizia a parlare, ma le sue parole non sembrano avere senso.

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SAVE ME
ChickLit?Da cosa scappi, Nate?? ?Non scappo da niente.? ?Tutti scappiamo da qualcosa.? ?Tu da cosa scappi, Chloe?? ? hockey romance *I personaggi fittizi sono TUTTI maggiorenni.
24. (C) - Aspetta, aspetta, aspetta. Tu hai una cotta per me?
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