Ritornare a New York fu un ritorno ad una quotidianità che sarebbe stata certamente diversa. I primi giorni ricevettero le visite dei loro amici che non smettevano di prenderli in giro per essere rimasti isolati in montagna. Castle si divertiva ad inventare ogni volta situazioni più estreme che avevano dovuto affrontare, il tutto sotto lo sguardo perplesso di Beckett che proprio non riusciva a tenergli gioco. Ma Kate era tornata a sorridere e quello non era sfuggito a nessuno, soprattutto a Rick che si prestava ben volentieri alla parte del buffone con amici e parenti se lei era felice.
Non era certo che il ritorno alla vita di tutti i giorni sarebbe stato così naturale, invece lo fu, facilitati anche da giornate piene nelle quali organizzarono il trasloco: Kate come promesso si stabilì al loft e tutto fu estremamente normale, senza traumi, strappi o altro di simile, come se ci fosse, per tutti, la consapevolezza che era quello il suo posto, e non un altro.
Non era stato, però, tutto emotivamente tranquillo. C'era stato un anniversario in quei giorni che non era passato inosservato a nessuno, e Rick potè notare come già dalla sera prima Kate era diventata nervosa e scostante. Non ne fece un problema, sapeva perché, sapeva che quel nove gennaio era una ferita aperta, una delle sue tante cicatrici che faticavano a chiudersi. Rispettò i suoi silenzi e la sua distanza, il suo girarsi dall'altra parte del letto, ma quando sentì il pianto sommesso che voleva attutire con il cuscino non potè chiedere a se stesso di ignorare anche quello, così semplicemente si avvicinò alla sua schiena e l'abbracciò nel silenzio e nel buio della loro camera da letto. Kate non disse nulla, gli prese solo la mano che la cingeva e la baciò. Rick non aveva bisogno di nulla di più, non aveva detto nulla, ma lei aveva capito tutto, quella era la loro magia.
Fu sorpreso la mattina seguente quando senza guardarlo, sussurrando appena le chiese di accompagnarla. Non ci fu bisogno nemmeno lì di parlare, sapeva dove erano diretti. Castle si preparò con cura, come se fosse un appuntamento importante ed in un certo senso lo era, Kate lo stava rendendo partecipe di una delle cose più intime della sua anima e del suo cuore e lui non riusciva a dirle quanto si sentiva onorato.
Aveva comprato un grande mazzo di gigli bianchi, Kate gli aveva detto che era il fiore preferito di sua madre, e con i fiori in una mano e tenendo lei con l'altra si lasciava guidare tra i viali del cimitero. Molte lapidi erano ancora ricoperte di neve, non quella di Johanna, perfettamente ripulita. Spiccava vicino un bouquet di rose rosse, erano ancora fresche segno che dovevano essere state lasciate lì da poco.
- Papà è già stato qui. Le porta sempre le rose rosse, oggi ed il giorno del suo compleanno. Sono passati tanti anni, la ama ancora come il primo momento, forse anche di più. - Sospirò Kate, lasciando che le sue parole diventassero un timido vapore in quella fredda mattina.
- Lo capisco. Puoi amare molte persone nella tua vita, ma solo una è quella che ti ruba l'anima per sempre. - Si piegò ad appoggiare i fiori e vide Kate fare un passo avanti verso la lapide ed accarezzare la pietra gelida.
- Se vuoi ti lascio sola, ti aspettò laggiù - le disse ancora indicando un punto indefinito più indietro, in quel viale appena percorso.
- No, resta. Rimani qui. - Allungò una mano verso di lui, affinché la prendesse e la raggiungesse.
- Ciao mamma, lui è Castle ed è quello che ho sempre aspettato anche quando credevo di non aspettare nessuno. È quello che tu mi dicevi sempre che sarebbe arrivato per farmi dimenticare tutto, quando mi sfogavo dopo ogni delusione d'amore. Non so se senza di lui oggi sarei stata qui. Ti sarebbe piaciuto, ma non l'avresti ammesso subito, però poi saresti stata entusiasta di lui ed io un po' gelosa, perché non avresti parlato d'altro. Ma non so come avreste fatto tra voi, perché anche lui chiacchiera molto, sarebbe stata una dura lotta e per me e per papà avervi nella stessa stanza sarebbe stato da ko! Avrei voluto tanto fartelo conoscere, perché così avresti visto la parte migliore di me. Quest'anno è stato duro mamma, ho vissuto i momenti più belli e più brutti della mia vita ed avrei tanto voluto che fossi vicino a me, ho avuto tanto bisogno di te. Quando tutto mi sembrava perso ancora una volta, è stato Castle a tirarmi fuori dagli abissi. Per questo oggi è qui con me, perché volevo che condividesse anche questo momento e lo sai, non è mai venuto nessuno qui. Vorrei riuscire ad essere per lui quello che tu eri per papà e... mi manchi mamma, mi manchi tantissimo.

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Life
Fanfiction? la mattina del funerale di Montgomery. Kate si sta preparando per andare al distretto dove si incontrerà con gli altri prima di andare al cimitero. Riceve, però, una telefonata che cambierà la sua vita.