抖阴社区

When are you now?

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Redwing Supernova, dalla quale Moonracer Mirage aveva rilevato il segnale fondamentale in "S", che aveva convinto addirittura suo fratello Knockout a partire alla battaglia, poteva affermare di aver clonato pressocché l'intero frame del Comandante suo zio nel proprio, includendo in special modo la dimensione e il riverbero delle ottiche, la filatura degli zigomi, l'altezza, la corporatura, il movimento delle mani, la lucentezza del metallo, le giunture tarate a scatti, solo più rapide, data l'età.
Quello che l'alta spia Greta non aveva mancato di notare, tuttavia, era la smaccata identica cifratura di base, esclusa la somiglianza con Starscream, con la sua ex acerrima Sunstorm, ammiraglia di flotte decepticon e sovrana di Helix city, erede di Vos.
La madre della violetta possedeva un carattere diametralmente opposto alla gemella primogenita, solare,estroversa per natura, ma di contro perfida, senza vie di mezzo, mediazione, inganno, cortesia d'aguzzino d'altri tempi.
Sunstorm fissava le iridi nelle tue quando stava per terminarti.
Non aveva alcun cruccio a versare armamenti o energon ed era anche più vendicativa dei suoi fratelli.
"Moonracer lo so quello che stai pensando" Target bruciante di remora e mire mancate verso la Skyfire, non avendo facoltà di dire d'aver mai conosciuto Sunstorm di persona, azzardò invano la resa della più vecchia.
"I minerali respirabili dalla nostra elettricità sono approssimabili a zero, stando troppo tempo là fuori, tu ..."
La sua decisione era presa. Giusto che fosse, drammatico o meno, quella mocciosa doveva pagare. Per la distruzione della Rapida dalle navi di sua madre, per il rapimento delle protoforme e l'uccisione brutale della sua divisione di Iacon Intelligence nel conflitto secondo.
Per Knockout dalla parte sbagliata.
Mentre comunque la femme era sul punto di agire, il Capitano come spesso, si verificava, d'eccellente diverso volere, catapultandosi fuori le giocò l'asta sotto i servosistemi.
"Wheeljack, no!!"
Il dado era tratto.

L'asse di vettoriale della rotta della Nemesis precipitava vertiginosamente in diagonale verso le ripide, alacri sponde del maelstrom che brutali ne squarciavano ogni paraasse, ogni sartia cybernetica, ogni armatura, ogni cannone, ogni punta acuta di direzione.
"Starscream!!" Disperato, il dottore agguantata una colonna per evitare di venir sbalzato nella guglia opposta, persuadeva invano il folle artista di quel rovinoso cercare.
Redwing, schizofrenica in egual cifratura, imperterrita ticchettava sulle console in cortocircuito, Cass sola a impedirle lo schianto contro una rete magnetica sganciatasi dal proprio dispositivo di sicurezza.
"Sei una stupida, dobbiamo spostarci!"
"Ancora ... un nanoclick, sono quasi stabili, mi manca una reazione ... dopo potremo attivarlo" strillava dritta, le ottiche incollate alle movenze del tutore.
"Mancano 10.000 piedi, devo massimizzare i motori, poi spegnerli di colpo, ma qualcuno deve occuparsi di loro!" Propizio e incoraggiante come solo lui era capace, l'ex vice portò tutti a imprecare quando marcò cocente d'ira Wheeljack la mina vagante in invisibilità attivata su tutto il Jack Hammer che perciò li stava bombardando con estrema facilità.
"Non ti azzardare a distruggere la mia nave" l'intimazione ultima di Megatronus a Starscream, naturalmente, seguita da un terribile "Io vado a occuparmi dei parassiti." e un celere ponte spaziale del signore oscuro al di fuori, in linea con l'occhio del ciclone.
"Padre!!"
Per Nightwing fu tristemente giudizioso restare al fianco della compagna d'armi, constatata a breve la comparsa di una ennesima probabile disfatta contro la fiera croce.
La scatola sgomenta nella nota di Redwing, di nuovo
"Moonracer!" gridò sbattendo contro la tavola comandi al colpo di laser alla stiva est "Ha creato una proiezione ..." il lampo di genio la raggiunse ormai al limite.
"Zio Starscream, non sono loro, devi trapassarli!"
"Non ora, non ora, mi serve più tempo! Ahaa!"
Trainare un incrociatore dalla portata pari a quella della Trypticonica implicava oltre capacità da stratega e estrema scioltezza di vedute e decisioni, una forza fisica maggiore della controgravitazione riflessa sul telaio portante dei primi comandi. E tenuta presente la furia annientatrice e  magnifica, sublime dell'uragano di nove verdi in esplosione simultanea, la cifratura della forza magnetica in questione superava anche la potenza dell'armatura del potere.
E Starscream, per quanto non sapesse ancora che presto l'avrebbe riacquisita, non riteneva più il vigore che persino lui aveva avuto in gioventù.
Sbalzato a pochi centrimetri da uno spuntone di cybergranite conficcato nella guglia esterna nord, corrispondente alla cabina di pilotaggio,  il falco rischiò per poco di aprire anche maggiormente l'ala ferita in nuce di ruggine.
La Secondina, ardendo d'un odio e un'abilità delle quali neanche era al corrente, a quella scena attivò i razzi degli stivali, prese il volo funesta e iraconda verso la malcelata manbassa della Mirage e mentre Knockout prontamente tarava le curvature d'arresto al suo posto, presa la star saber oscura ancorata al trono del Gladiatore, sferrò un fendente mortale allo sfrontato ardire del ferro nemico.
L'impatto spense il generatore, portò il Jack Hammer a perder potenza e quelli a precipitare.
Starscream ghermì il timone da scalfirlo, ne girò l'asse con ogni sua forza e scardinò inaudito alfine l'incrociatore dall'arpione che ne aveva deviato i loschi desideri.
Nello stesso istante, Megatronus, reale causa della mossa decisiva, fece il suo ingresso dall'architrave, perfettamente intatto.
Le iridi di Supernova brillavano di pura porpora, minerale proibito dalla Perfidissima ottenuto mescolando l'energon rosso a quello oscuro, esattamente come il sangue dell'Unicron aveva fatto con le ottiche vitree della violacea.
La Corruzione aveva raggiunto lo schema finale.
"Tenetevi forte, la velocità di quel brillare" ammonì al nanoclick l'f16 tenendo fiero la riga presa "è del sestuplo della Nemesis!".
Stridii, schiocchi, colpi di terminazione imminente, anelanti sfiati di boccaporti e rotture di vetri antifusione.
Grafite contro grafite, acciaio su ferro incandescente, le spine inferiori assieme agli arpioni annegavano violenti nei detriti e nella lava della coda della stella in impatto, affilatissima lega di Vos, dilaniava e sgozzava rotelle, pulsanti, data e crepava monitor d'azione sulle turbine principali del ferro, tutto l'equipaggio s'annodava a qualunque oggetto disponesse del giusto tenerli online.
Di colpo la corrente cessò.
I motori si spensero.
Nell'orbita di un flettere di palpebre a scorrimento, un lampo avvolse la nave e il servosistema destro della Secondina fu lesto sullo spigolo del cubo.
"Tesseract attivo."
Un quarto di nanoclick in successiva le ormai rovine in pochi astroidi provati delle ostinate Tarn e stazione Trypticon di Vos e Cancelli di Granito furono sostituite da edifici nuovi, acutissimi, larghe piste di volo, città lustrose, miriadi di velivoli, modelli e armate che sfrecciavano nei cieli, stelle esattamente parallele come pur esattamente estranee a quelle di partenza e neanche il perfido Starscream seppe con certezza identificare la risposta a un balenante quesito.
"In che vorn siamo?"
Megatronus imperturbabile, scrutò a quel lampante orizzonte due ferri in particolare, il primo avente l'assetto di un disco di caldo rame fuso in acciaio di Altihex, un orrendo simbolo rettangolare sulla fiancata, con inserti resemblanti lacrime, il secondo, un assetto non dissimile alla Nemesis, perfettamente bilanciato, guglie gotiche e avvii di portata in guida cosmica, un interessante gioiellino.
Un simbolo arcinoto sulla stiva.
Lo stesso che portava sull'enorme petto.
"Skyfire." Proferì poi velenoso, conficcando una poderosa grinfia sulla sfinita spalla destra del seeker.
"Skyfire, proprio non te lo ricordi questo giorno a noi tanto noto?" Ghignò aspro e scottante sull'orgoglio vivo di Starscream.
"La Stazione ... 22 vorn esatti. Noi ce l'abbiamo fatta ..."
Magra consolazione e dubbio rimorso passato.
A lui doveva toccare.
Affinò le pupille sui siderei arcinoti eppure così inarrivabili.
"Come fare a non interferire?"
La rassegnazione di Redwing, tremante di sincera paura a quelle Leggende d'incubo che si animavano di fronte a lei.
"Non siamo altro che ombre per loro."
Fece eco il Gladiatore, intuitivo.
Per un attimo, finanche trascurabile pure agli stessi, Starscream e Redwing intrecciarono le ottiche, rosso su vitreo glicine si ruppe come cristallo e la piccola cadde a terra in ginocchio, esausta, spenta, ansimante.
"Cattivella!" L'ex vice accorse terrorizzato, l'aiutò a reggersi e tirandole su il viso lo vide, lo percepì quell'antico potere mistico che per troppo le aveva negato, conoscendo assai bene la sua amara proprietaria.
"La luce di Sunny ..." mormorò a mezza bocca, annaspò a scrutare fuori le vetrate, perso, nella pazza speranza che magari gli autobot ce l'avessero fatta.
Ma come potevano.
La violetta ripresa poca aria di scariche sbuffò divertita, rise e rise e rise, diabolica come mai s'era mostrata, si strofinò le ottiche rubie lentamente tornate alla sfuma originale e avvertì un irrequieto, rovento desiderio di annientare quanto prima la maggiore dei Mirage.
Risoluto, indifferente, in ultimo premuroso verso la sola che gli restasse, Starscream porse a Supernova il razzo destro, lei si alzò e sorrise, illesa, alle frizzanti scintille di Corruzione attorno alle falangi dello zio, poi questi gelò Megatronus ignobile e con un cenno rivolto all'intera armata
"È meglio lasciarli passare".

Sick of Seek - By Redwing Skyfire Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora