Il sole era già alto quando aprii gli occhi, e per un attimo non capii dove fossi. La luce filtrava delicata attraverso le tende della stanza di Rafe, e il silenzio intorno a noi era quasi surreale. Sentii il suo respiro lento e regolare accanto a me, e tutto mi tornò alla mente. Ogni singolo dettaglio della notte precedente. La mia pelle sfiorava ancora la sua sotto le lenzuola, un promemoria tangibile di quello che era successo.
Lo guardai per un istante, cercando di raccogliere i pensieri. Rafe dormiva ancora, i lineamenti rilassati, senza le solite tensioni che sembravano accompagnarlo ovunque andasse. Era strano vederlo così vulnerabile, così... umano. E forse ancora più strano era il fatto che mi piacesse.
Ma ora? Ora cosa succedeva?
Mi infilai piano la maglietta, cercando di non fare rumore, e mi sedetti sul bordo del letto, osservando il pavimento come se potesse offrirmi qualche risposta. Sentivo già una certa inquietudine crescere dentro di me. Per quanto quella notte fosse stata perfetta, non potevo ignorare la realtà: io e Rafe non eravamo esattamente una coppia normale.
Era complicato. Lo era sempre stato, e lo sarebbe stato ancora di più adesso.
Ma non feci in tempo a pensare oltre perché sentii il letto muoversi.«Dove stai andando?» La sua voce era roca, ancora intrisa di sonno.
Mi voltai lentamente, incrociando il suo sguardo. Si tirò su, appoggiandosi al gomito, con i capelli spettinati e quell'espressione leggermente confusa che lo rendeva terribilmente irresistibile.
«Non sto andando da nessuna parte...» risposi, cercando di sembrare più tranquilla di quanto fossi realmente.
Lui mi studiò per un momento, poi sorrise. «Bugiarda.»
Mi lasciai scappare una risata nervosa. «Ok, forse volevo solo... prendere aria.»
Rafe allungò una mano e mi tirò delicatamente indietro sul letto, facendomi crollare di nuovo accanto a lui. «Non scappare via così presto. Non dopo... tutto questo.»
Il suo tono si era fatto più serio, e per un attimo l'aria si riempì di qualcosa di indescrivibile. Ci guardammo negli occhi, e capii che stava aspettando una mia risposta, qualcosa che potesse rassicurarlo sul fatto che quella notte non fosse stata un errore.
«Non sto scappando,» dissi piano. «È solo... complicato.»
Rafe annuì, passando una mano tra i capelli. «Lo so. Ma a questo punto, che importa? Complicato è praticamente il nostro marchio di fabbrica.»
Risi di nuovo, ma questa volta con più sincerità. «Hai ragione.»
«Quindi?»
«Quindi... vediamo dove ci porta.»
Il suo sorriso si allargò, e in quel momento sembrava quasi più leggero. «Mi piace questo piano.»
Il resto della giornata passò in un lampo. Tornai a casa, facendo attenzione a non incrociare nessuno dei miei, e mi infilai subito sotto la doccia, cercando di lavare via non solo il sonno, ma anche il caos di emozioni che mi attraversava.
Certo, avevo detto a Rafe che avremmo "visto dove ci portava", ma la verità era che non avevo idea di come gestire la cosa.E i Pogues?
E i Kooks?
Come avrebbero reagito?Non dovetti aspettare molto per scoprirlo.
La sera stessa mi ritrovai al molo, dove i Pogues si stavano preparando per la loro solita serata tranquilla. JJ era il primo a vedermi arrivare. Incrociò le braccia sul petto, guardandomi con un sopracciglio alzato.
«Jo, finalmente. Hai deciso di ricordarti di noi?»
Sapevo che stava scherzando, ma c'era una punta di verità nelle sue parole. Ero stata distante negli ultimi giorni, presa da tutto quello che stava succedendo con Rafe.
«Scusa, ragazzi. Sono stata un po'... distratta.»
Sarah mi lanciò un'occhiata complice, ma non disse nulla. Lei sapeva tutto, ovviamente. Era stata la mia complice fin dall'inizio, e per fortuna non mi aveva mai giudicata.
«Distratta, eh?» JJ si avvicinò, scrutandomi come se cercasse di leggere nella mia mente. «Per caso c'entra un certo Kook con la faccia da schiaffi?»
Lo guardai, sorpresa. «Come fai a...?»
«Ti conosco, Jo.» JJ scrollò le spalle. «E conosco anche lui. Non è difficile fare due più due.»
Un silenzio carico di tensione calò sul gruppo. Tutti aspettavano una mia risposta, e in quel momento capii che non potevo più nascondermi.
«Sì. C'entra lui.» Feci un respiro profondo. «E so che probabilmente penserete che sono pazza, ma... Rafe non è quello che pensate. Non sempre, almeno.»
Pope scosse la testa. «Jo, non è questione di essere pazzi. È solo che... lui è complicato. E tu meriti qualcuno che ti renda le cose più facili.»
«Lo so. Ma...» Mi guardai intorno, cercando le parole giuste. «Non è mai stato facile, con Rafe. Ma c'è qualcosa in lui che mi fa sentire... viva. E non posso ignorarlo.»
Il silenzio si fece ancora più pesante, finché JJ non sbuffò, avvicinandosi per mettermi un braccio intorno alle spalle.
«Beh, se ti rende felice... immagino che dovremo abituarci.»
Lo guardai, sorpresa. «Davvero?»
«Davvero. Ma se ti fa del male, giuro che lo prendo a pugni.»
Ridendo, lo abbracciai forte. «Grazie, JJ.»
Il resto del gruppo sembrò rilassarsi. Sarah mi lanciò un sorriso rassicurante, e anche Pope si limitò a darmi una pacca sulla spalla. Per la prima volta in giorni, sentii un peso sollevarsi dal petto.
Più tardi, mentre il sole tramontava, il mio telefono vibrò.
Un messaggio da Rafe."Ho pensato a te tutto il giorno. Quando ci vediamo?"
Sorrisi, il cuore che batteva più forte. Le nuove dinamiche erano appena iniziate, ed ero pronta a scoprire dove mi avrebbero portata.

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Un mondo a parte ~ Rafe Cameron
FanfictionJovia Ashford è una Kook, ma con un lato Pogue che nessuno riesce a spiegarsi. Cresciuta tra lusso e aspettative, ama il mondo dei Kooks, ma trova libertà tra i suoi amici Pogues, vivendo una vita senza troppi compromessi. Tra rivalità, feste e risa...