抖阴社区

Capitolo 42-Respiro d'amore

109 7 0
                                    

"Ci sono momenti in cui la vita ci premia non perché siamo arrivati primi, ma perché siamo stati veri."
— Paulo Coelho
_____

POV Antonia

Sono ancora seduta lì, nello spogliatoio, con il telefono stretto tra le mani come fosse una cosa viva.
Le parole di Cri mi pulsano dentro, come un battito che finalmente ritrova il suo ritmo.
"Sto arrivando."
È bastato quello. Per non sentirmi più sola del tutto.

Busso piano al petto, lì dove si è fatto spazio il vuoto. È ancora lì, sì, ma adesso c'è anche qualcos'altro.
Una fessura di luce. Una speranza che non avevo previsto.

Poi sento bussare. Qualcuno apre la porta. È uno degli assistenti.
"Antonia, devi tornare sul palco."
Mi volto di scatto, confusa.
"Perché?"
Sorride, come se sapesse qualcosa che io ancora no.
"Te lo dirà Maria."

Mi asciugo il viso in fretta, raccolgo le forze sparse come pezzi di vetro sul pavimento.
Ogni passo verso quel palco è un atto di coraggio silenzioso.
Ma stavolta non mi sento più sola.

Il sipario si apre di nuovo.
Le luci mi colpiscono in pieno, ma è diverso.
Non mi scaldano solo la pelle. Scaldano anche quel punto lì, tra le costole, dove abita la voce che canta anche quando tutto tace.

Maria ha in mano una busta. La riconosco.
La sua voce è ferma, chiara, inconfondibile:
"Il premio della critica va a... Antonia."

Per un attimo non capisco.
Non me lo aspettavo. Non così. Non ora.

Poi il pubblico esplode in un applauso che mi travolge come un'onda.
Le lacrime salgono di nuovo, ma stavolta sono diverse.
Sono leggere. Sono di sorpresa, di gratitudine.

Maria riprende:
"Ma non è tutto. Antonia riceve anche il premio Unicità Oreo."

Mi viene da ridere e piangere insieme.
Quel nome, quel premio. È ironico, è tenero, è dolce.
Un po' come noi.

Penso a Cri. Alla volta che abbiamo mangiato gli Oreo sotto le lenzuola ridendo come bambine.
Lei li apriva sempre al contrario.
Diceva che anche le cose dolci devono essere un po' storte, per essere vere.

Sorrido.
E per la prima volta, lo sento davvero.
Sorrido con il cuore.

Prendo il microfono. La voce è sottile, ma stabile.
"Non so cosa dire. Davvero. Credevo fosse finita. Credevo di aver sbagliato tutto.
Ma forse... forse qualcosa l'ho fatto bene."

Mi volto verso il pubblico, ma in realtà parlo a lei.
Anche se non so se è lì, anche se non la vedo.
Parlo a Cri.
E a quella parte di me che ha avuto il coraggio di restare vera, anche quando sembrava più facile nascondersi.

"Grazie. Per avermi vista.
Perché a volte basta anche solo quello, no? Essere visti. Per quello che si è."

Lascio il palco con un premio tra le mani e un abbraccio di Maria ancora addosso.
Ma la cosa più importante è invisibile.

È il pensiero che, da qualche parte, lei sta arrivando.
E io sto tornando.
A me.
A noi.

____

Il palco è ancora acceso.
La luce ha un colore diverso ora. Non è quella che giudica. È quella che chiude un cerchio.
O forse... che apre una porta.

Siamo tutti lì. In piedi, uno accanto all'altro, sospesi tra il battito del cuore e il silenzio che precede l'annuncio.

Trigno a sinistra, Daniele a destra.
Canto e ballo. Due mondi che si sfiorano con rispetto. Due persone che ho visto crescere giorno dopo giorno, e che ora brillano, senza bisogno di dire niente.

Notes between us?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora