抖阴社区

                                    

«Bel...»

«Si sta facendo tardi... dovresti andare. Altrimenti Rob si arrabbierà» rispose, provando a cambiare discorso. Non pensava di poter reggere quel tipo di conversazione.

«Hai ragione. Tu mi raggiungi per il turno serale, giusto?»

Sammy lavorava da circa quattro anni in un bar a Soho. Quando lei si era presentata a casa loro, senza lavoro e senza un tetto sopra la testa, la ragazza aveva subito chiesto al suo titolare, Rob, un uomo sulla cinquantina, se avesse bisogno di un po' di aiuto extra nelle ore serali e lui aveva risposto di sì. Quindi oltre a non averla lasciata sotto un ponte, doveva un altro enorme favore alla sua amica del cuore per averle trovato un lavoro, anche se part-time e che Isabelle sentiva come un ripiego.

«No, stasera ho chiesto a Rob di poter prendere la serata libera. Domani mattina presto devo andare all'incontro con la consulente di coppia, sai... con Eric» disse Isabelle.

Sammy sembro sorpresa. «Ah, non me lo avevi detto, non pensavo che tu avessi accettato alla fine...»

«Si, sono già due sedute, domani sarebbe la terza e... sinceramente non so se sta portando qualche risultato visto ieri sera ma... Eric continua a chiedermi di andare e sai che mi è difficile dire di no a lui... soprattutto per questo. Ha sofferto tanto anche lui e ne ha bisogno... anche se a volte mi sembra di essere l'unica a stare male.»

«Questo ti fa molto onore Bel» le rispose Sammy, guardandola con occhi orgogliosi. Si infilò poi il giaccone pesante, con sotto già pronta la divisa del lavoro, e si avvicinò per darle un bacio sulla testa. «Adesso scappo, ci vediamo stasera allora! Ciao!» disse, aprendo la porta e sbattendola alle sue spalle. Così Isabelle rimase sola, con i suoi pensieri, e con il piatto di pancake di fronte a lei.

Dopo essere andata in camera sua a cambiarsi e cercare di rendersi quantomeno decente, Isabelle si sentiva molto meglio e decise di dare una possibilità ai buonissimi pancake che la aspettavano in cucina. Si sistemò al suo solito posto e iniziò a versare un po' di sciroppo d'acero su un paio di fette. Mentre masticava in silenzio pensando a come organizzare la sua giornata quasi vuota, sentì un rumore provenire dalla sala. Voltò la testa verso la direzione del rumore e cercò di aprire le orecchie per capire cosa fosse. Iniziò a pensare di esserselo immaginato, quando lo sentì di nuovo. A Isabelle sembrava il rumore di qualcosa che veniva lanciato a terra e... rimbalzava, forse? Incuriosita, si alzò dalla sedia e a passi lenti si diresse verso la fonte dello strano rumore. Quando entrò nella stanza, il respiro le si mozzò in gola. Sbatté le palpebre un paio di volte e cercò di darsi un paio di pizzicotti per assicurarsi di non star sognando. Perché di fronte a lei, proprio accanto al divano si trovava seduta una bambina piccola, con la carnagione olivastra e due lunghe trecce di capelli neri che le scendevano fino alle spalle. Indossava un vestitino a balze rosa e delle scarpine bianche, con calzini abbinati, dello stesso colore del vestitino. La bambina stava facendo rimbalzare una piccola pallina rosa, lanciandola di fronte a sé e riprendendola con le sue piccole manine paffute, accompagnando il tutto con una risata cristallina. Isabelle iniziò ad indietreggiare, spaventata e sconvolta, con gli occhi spalancati e le pupille dilatatissime.

Non è possibile, sto sognando. Questo è un sogno, e io adesso mi devo svegliare. Perché questo non è reale.

Perché la bambina che stava osservando era sua figlia.

Isabelle sentiva ogni centimetro del suo corpo tremare. Il respiro iniziò a diventare sempre più corto, fino a che non iniziò a iperventilare. Indietreggiando ancora si ritrovò con le spalle al muro e lasciò cadere la tazza di caffè che fino a quel momento non si era accorta di aver portato con sé. Il rumore del vetro che si infrangeva per terra fece fermare la bambina dal suo gioco con la pallina e le fece alzare lo sguardo verso di lei. Il cuore di Isabelle si fermò per un secondo quando i suoi occhi incontrarono quelli color nocciola della bambina. Occhi profondi come il mare ma dolci come il miele. La bambina fece un grande sorriso e disse semplicemente:  «Mamma!»

Being without You~ George WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora