31 dicembre 1998
«Non so spiegare bene cosa mi succede, quando sono con lui. Mi sento...»
Isabelle parve pensarci un po' su. Di fronte alla dottoressa Fain, nel suo studio, stava cercando di trovare le parole giuste per definire quelle nuove, incredibili sensazioni che provava quando si trovava con George. Osservò la dottoressa in silenzio, con un sorriso imbarazzato.
«Non pensarci troppo, Isabelle. Lasciati andare! Ricorda sempre di far parlare la pancia!» le rispose la dottoressa Fain. Quel giorno la donna portava un completo con gonna blu lunga fino al ginocchio, camicia bianca e cardigan dello stesso colore della gonna.
«Ok. Allora... quando sono con lui mi sento... non più sola. Mi sento capita, compresa...accolta». Le parole stavano iniziando ad uscire una dopo l'altra, come un fiume in piena. «Mi sento... di vedere il mondo da un'altra prospettiva. È come se per un anno lo avessi visto con un filtro grigio davanti agli occhi e improvvisamente fosse comparso il colore».
La dottoressa le sorrise. «Ciò che hai detto è bellissimo, Isabelle. Come ti senti, diciamo... a provare certe cose?»
«Mi sento sinceramente spaesata. Non so davvero cosa pensare... e mi sento... in colpa.»
«In colpa? Per cosa?»
«Perchè è come se... non mi meritassi di sentire queste sensazioni così belle. È come se...» fece un sospiro, prima di continuare. Ciò che stava per dire non era per niente facile. «...sentissi che non è giusto provare certe cose... essere felice. Voglio dire, lei non c'è più e io dovrei solo essere addolorata ma... invece quando sono con lui, mi sento serena. E questo non è giusto..»
La dottoressa si avvicinò lentamente, appoggiando la mano sopra quella della ragazza. La osservò piangere per qualche minuto. «Isabelle, ciò che hai vissuto è qualcosa al limite dell'immaginabile. Perdere un figlio è come perdere una parte di sé stessi. Non si riesce mai a tornare completamente come prima. Posso parlarti per esperienza... un brutto male ha portato via mia sorella quando avevo dieci anni, e mia madre non è stata più la stessa. Ma ha cercato, ogni giorno, di trovare la forza dentro sé stessa, per mio padre e per me. Ha ritrovato la felicità, anche se era una felicità che potremmo definire... opaca. Ma c'è riuscita. E sono sicura che anche tu potrai di nuovo essere felice, un giorno, magari proprio con lui. Non devi sentirti in colpa per le sensazioni che il tuo corpo e la tua anima provano».
Isabelle annuì. Sperava che la dottoressa avesse ragione.
«Hai parlato ad Eric di queste sensazioni?»
La ragazza sbiancò. Non aveva più visto o sentito Eric dal giorno in cui aveva alzato le mani su di lei e aveva intenzione di continuare in questo modo. Non aveva parlato dell'aggressione alla dottoressa, e aveva giustificato la ferita sul labbro con una caduta accidentale dalle scale. Non si sentiva ancora pronta a confessare alla terapeuta cosa lui le avesse fatto.
«Ehm, no ancora no. Non l'ho più visto. Gliene parlerò nei prossimi giorni» mentì, cercando di cambiare discorso. «A proposito, dottoressa, ho bisogno di parlarle di una cosa...»
«Certo, dimmi pure.»
«Ecco, ultimamente ho avuto... delle visioni, diciamo. Ci sono stati due episodi in cui... ho visto Stella. E con visto intendo... visto davvero».
La dottoressa la ascoltò attentamente, con gli occhi sgranati per lo stupore.
«La prima volta è accaduto la mattina dopo lo scontro con Eric al locale, mentre la seconda dopo che sono caduta dalle scale...»

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Being without You~ George Weasley
Fanfiction?Italian Academy Awards 2021: Premio come miglior attore protagonista? La vita di George Weasley non è più la stessa dopo gli eventi della guerra. Senza Fred, la persona con cui ha passato ogni secondo fin dal suo primo respiro, si trova alla deriva...