抖阴社区

settantuno

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🩰🦢💐✨

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🩰🦢💐✨

Salii lentamente le scale che portavano allo studio del pomeridiano. Ero stata convocata con una ragione piuttosto vaga. Ora, mentre varcavo la soglia della stanza, mi sentivo più confusa che mai.

Lo studio era immerso in una luce calda e polverosa. Al centro della stanza, posato su un lungo tavolo di legno, c'era un telo color crema che copriva qualcosa – o meglio, alcune cose. La forma sotto la stoffa era irregolare: alcuni contorni squadrati, altri più morbidi. Attorno a lei, c'erano solo silenzio e un familiare profumo

Mi guardai attorno, non sapendo cosa fare. Quando sul led apparve "alza il primo telo"

Inspirai profondamente. Il cuore prese a battermi più forte. Avvicinai le mani al bordo del telo e, con un gesto lento e un po' tremante, lo sollevai.

Il primo oggetto che apparve furono le mie prime scarpette di danza. Le riconobbi subito: le punte erano consumate, il raso sfilacciato. Un'ondata di ricordi attraversò la mia mente, pomeriggi interi passati a provare e riprovare i passi, la voce severa ma affettuosa della mia insegnante, il battito del cuore prima di entrare in scena.

«Oddio...» esclamai con un sorriso che sapeva di tenerezza e stupore. «Sono le mie prime scarpette di danza... le avevo sempre ai piedi. Erano una specie di seconda pelle»

Le presi tra le mani, rigirandole con cura, come se potessero rompersi da un momento all'altro.

«Ero contentissima di indossarle» continuai, stringendole al petto «entravo in una bolla tutta mia... e ne uscivo solo quando me le toglievo»

Mi persi per un istante nel silenzio, mentre riaffioravano immagini, suoni e sensazioni che credevo dimenticati. Poi, il led si accese di nuovo:

"Alza il secondo telo"

Accanto alle scarpette c'era il vestito del mio primo saggio di danza: una tutina azzurra con tulle leggero, costellata di piccoli strass. Sfiorandolo, sentii un piccolo nodo alla gola. Mi ricordava benissimo di quella sera: la musica, le luci, il pubblico che sembrava un oceano scuro. E poi lo sguardo orgoglioso dei miei genitori in prima fila.

«Ma è piccolissimo» esclamai prendendolo in mano «Entravo davvero qua dentro?» domandai retoricamente

«Adoravo questo vestito, perché azzeccava perfettamente il tema del saggio» spiegai, guardandolo per bene «Mi ricordo ancora un pezzo della coreografia»

Chiusi gli occhi per un attimo, e il mio corpo si mosse quasi senza pensarci, accennando un piccolo passo. Un battito del cuore. Una nota nella memoria.

Sollevai ancora il telo, trovai una cornice d'argento. All'interno, una foto di famiglia:io da bambina in mezzo ai genitori, sorridenti, con il mare sullo sfondo.Abbassai gli occhi. Non ricordavo esattamente quel giorno, ma la sensazione di calore e sicurezza che la foto trasmetteva era ancora viva dentro di me.

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