Quel giorno, era il mio giorno.
"Il numero 8 è pregato di recarsi allo Studio 22."
Mi si gelò il sangue. Cosa non andava? Non mi piaceva affatto l'idea di dover subire ulteriori controlli. Mi alzai e raggiunsi la stanza 22.
Aspettavo in piedi, camminando avanti e indietro finché si aprì la porta e un'infermiera chiamò il mio numero.
"Si spogli, effettueremo un esame scintigrafico con radioisotopo per la funzionalità renale."
"Come mai?"
Ma l'infermiera si era già allontanata. Entrò un medico.
"Dalle sue analisi risulta un'attività dei reni compromessa."
"Come compromessa?"
"Non beve abbastanza? Dalla cartella clinica non risulta ci siano stati problemi connessi alla funzionalità renale nella sua famiglia."
"Ma non sarebbe il caso di fare una semplice ecografia prima? Sono un medico."
Il dottore mi guardò senza vedermi, era un I.O, aggiungendo:
"Dalle sue analisi risulta un'attività dei reni compromessa, si richiede esame scintigrafico con
radioisotopo."
"Senta dottore, non è che non voglio farlo, è che se volete fare un esame così invasivo, significa che allora ci sono problemi. Mi può anticipare quali dubbi avete? Sicuramente non mi sono idratata a sufficienza negli ultimi tempi."
"La paziente 8 riceverà il referto medico e le eventuali prescrizioni a fine esame. Suoni il pulsante giallo quando è pronta."
E lasciò la stanza.
Rimasi in piedi, fissando il camice verde che avrei dovuto indossare. L'unica cosa che mi ricordava il passato. Lo indossai e pigiai il pulsante giallo.
Entrarono due infermiere, mi prepararono inserendo due aghi in entrambe le braccia e mi fecero sdraiare su un lettino gelido che venne posizionato dentro ad un apparato simile a un gantry delle TAC.
"Ora le inietteremo l'isotopo radioattivo, avvertirà una sensazione di calore e in seguito potrebbe avvertire una sensazione di freddo. Stia immobile."
Dentro a quel tubo, sentivo quasi rimbombare il mio respiro. Un calore intenso partì dalla zona dell'apparato urinario e si diffuse poi nelle vene fino ai reni. Il calore sparì e cominciai a tremare, prima a tratti, poi senza controllo. Non riuscivo a tenere ferme le braccia e le gambe.
Nessuno veniva a calmarmi, l'esame sembrava infinito.
"Fa molto freddo!" urlai.
"Abbiamo quasi finito." Fu la risposta.
Finalmente il lettino si mosse e mi ritrovai a fissare la luce intensa sul soffitto. Mi tolsero le flebo e mi invitarono a rivestirmi.
"Il dottore arriva subito." E sparirono.
Mi sedetti ancora in preda al tremore, assetata e debole. Appena terminato di vestirmi, mentre stavo cercando una coperta, entrò il dottore.
"Dall'esame risulta che la paziente 8, in rapporto all'età, ha una velocità di filtrazione glomerulare critica, inferiore a 77. Per evitare aggravi di costi futuri per la comunità, da oggi le viene prescritta una terapia farmacologica obbligatoria. Il successivo controllo medico sarà tra sei mesi."
"Dottore posso avere dettagli maggiori?"
"Le verrà inviata la cartella clinica alla mail. Prima di andare passi alla Reception per aggiornare il suo bracciale e regolare i pagamenti."
"Perché, questo esame è a pagamento?"
"Tutto ciò che esula patologie già esistenti è a pagamento. L'esame è terminato."
Avvicinò un dispositivo al mio bracciale e se ne andò.
Uscita dall'ospedale continuavo a pensare a quello che mi aveva detto il dottore "Per evitare aggravi di costi futuri per la comunità, da oggi le viene prescritta una terapia..."
Per evitare aggravi di costi futuri per la comunità.
L'attenzione alla salute non aveva nessuna connotazione etica ma solo economica. Decisi di passare un momento dai miei, avevo ancora 3 ore di libertà.
Feci un viaggio surreale sul treno gremito di persone annoiate, mute e sedute una di fianco all'altra. Mi sentivo ancora sottosopra e stavo bevendo da una bottiglietta d'acqua quando all'improvviso mi sentii osservata.
Mi girai di scatto e vidi una donna abbassare lo sguardo.
Era abbastanza giovane, sui trent'anni, aveva il bracciale verde, ma molto chiaro, sicuramente non se la passava bene.Pensai al costo della visita che avevo appena fatto e alla folle spiegazione che avevo ricevuto come giustificazione. Tutti ci saremmo ammalati prima o poi, l'essere umano è destinato a dover pagare lo scotto dell'invecchiamento, in maniera più o meno grave.
Scesi dal treno e m'incamminai verso la casa dei miei genitori, da tempo aspettavamo di sapere l'esito del Referendum over 70 proposto dal Sistema: "Esautorare gli over 70 dalle attività produttive e nuovo posizionamento della popolazione anziana in un luogo adatto, con attività ludiche e cure mediche."
Nel periodo precedente al referendum era stato dato molto spazio a ogni sorta di messaggio positivo attraverso immagini idilliache di villaggi immersi nel verde, anziani che si divertivano giocando a bocce o a carte, accompagnati amorevolmente da personale medico. Un bombardamento mediatico che però tradiva la poca conoscenza della attuale generazione over 70, tutt'altro che anziana, piena di interessi e voglia di vivere. Era come se avessero attinto ai ricordi del passato, alla storia, riproponendo uno schema di vita di circa 20 anni prima.
Era ovvio che non si erano avvalsi della consulenza di psicologi, né avevano analizzato con cura la nuova realtà.
Un errore? Mi risultava quasi impossibile pensare che il Sistema avesse agito con leggerezza.
Gli anziani non erano sopravvissuti agli anni tremendi che avevamo sopportato ed ora i più vecchi erano proprio i settantenni, come i miei.
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I.O - I OBSERVE YOU
Science FictionAnno 2038. La vera gabbia non ha sbarre ma algoritmi.Sa quando sei felice e quando sei fragile, ti precede.Pensi di usare la tecnologia e credi di scegliere.Gli I.O sono pronti.L'orrore è molto, molto vicino.
(Cap. 13) STUDIO 22
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