Mi svegliai e mi ritrovai avvolta in una vecchia coperta di lana. Ero sdraiata su un umido materasso poggiato sul pavimento. Mi guardai attorno, ma non riconobbi il luogo in cui mi trovavo.
Era una stanza enorme dalle pareti di un colore pastello, qualche sedia sparsa qua e là, una vecchia scala appoggiata alla parete e una lavagna appesa al muro dietro una scrivania traballante. Seduto su una di quelle sedie, l'Assaltatore mi stava osservando.
– Dove mi trovo? – chiesi, scattando in piedi.
– Questo, mia cara, è il Circolo. – rispose allargando le braccia con orgoglio.
– Dovrei sapere di che parli?
– No, è ovvio. Ma te lo spiego subito: il Circolo è il luogo dove si riuniscono i Ribelli, sia quelli all'interno che quelli all'esterno delle mura.
Guardandomi meglio intorno, notai una pila di volantini sulla scrivania e un poster affisso alla parete che raffigurava un gruppo di persone intente a far crollare le mura della città.
– Io non posso stare qui! – dissi cercando una via d'uscita. Ma quel luogo non aveva né porte né finestre – Mi manca l'aria! – ansimai.
Il ragazzo mi raggiunse e mi prese per le spalle.
– Julia, stai calma. Nessuno sa di questo posto, a parte i Ribelli!
– Come diavolo conosci il mio nome, eh?
– Mi ha parlato di te tuo fratello, anche lui è un membro del Circolo.
– Mio fratello conosce questo posto? — chiesi indicando le pareti della stanza.
Ero scandalizzata. Non potevo credere che Michael frequentasse i Ribelli. A dir la verità, non potevo credere che esistessero i Ribelli!
– Siete tutti pazzi! Come vi salta in mente? Ma non lo capite che il governo di Beehive è molto più attrezzato, avanzato e ricco di voi? È una follia!
Il ragazzo si rabbuiò e mi lasciò andare.
– L'unico motivo per cui ti ho portata qui quando sei svenuta, è che per un istante ho creduto che anche tu potessi far parte del Circolo.
– E perché mai avresti dovuto crederlo? – sbottai.
— Perché ti ho vista andare verso il palco, credevo che volessi fermarli o perlomeno che volessi fare qualcosa. Non ti sarebbe mai venuto in mente di sfidarli se fossi stata completamente d'accordo con questo sistema. Ma hai ancora troppa paura delle persone là fuori, non è vero?
Aveva ragione e quasi me ne vergognai. Vivevo la mia vita devota, seguendo scrupolosamente le regole e all'improvviso stavo invertendo la rotta. Non ero pentita, sia chiaro, ero solo sorpresa di averlo realizzato lì, in quel preciso istante. Ed era stato un Assaltatore a illuminarmi.
– Cosa ne sa un Assaltatore di cosa è giusto e di cosa è sbagliato! – insistetti per orgoglio.
– Ancora quella parola: Assaltatore. Chi ti dice che tutti gli abitanti aldilà delle mura siano Assaltatori?
A Beehive non c'era neanche bisogno di porsela una domanda del genere. O era bianco oppure era nero. O eri dell'Alleanza oppure eri un Assaltatore.
Il dubbio che probabilmente avevo sbagliato tutto, ogni pensiero riguardante l'aldilà delle mura, mi fece vergognare. Ero mortificata.– Non sentirti in colpa, è chiaro che chiunque da queste parti non sia stato abituato pensare.
– Mi devi scusare... – dissi – Ti ho giudicato troppo velocemente.
Il ragazzo mi sorrise compiaciuto e due piccole fossette gli comparvero agli angoli della bocca.
– Non importa. Carter. – disse, porgendomi la mano.
Carter, allora è così che ti chiami.
– Julia, piacere. Ma il mio nome già lo conosci. – ironizzai — Come si esce di qui?
Carter indicò una maniglia sul soffitto. Eravamo sotto terra!
– La botola sbuca all'interno della casa di un Correttore nostro alleato. Vieni, ti faccio vedere.
Carter afferrò la scala appoggiata ad una parete e, dopo aver superato tutti i gradini, spinse con forza l'apertura della botola.
– Vieni? – chiese, porgendomi la mano.
Ed io lo seguii.

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NECTAR
AdventurePROTETTA DA COPYRIGHT PERCH? DEPOSITATA REGOLARMENTE! [IN REVISIONE] A causa dell'inquinamento globale, la terra comincia a ribellarsi alla presenza della specie umana. Dopo Tsunami, tornadi, terremoti, esplosioni nucleari, carestie, epidemie e guer...