È stata colpa mia.
Raymond ha cominciato a ripetermelo dopo che io l'avevo detto a me stessa almeno un migliaio di volte.
Avrei dovuto proteggere Edward. Avrei dovuto salvare mio figlio.
Non avrei mai dovuto fidarmi di lui.
Eppure, Timothy è diventato nostro figlio solo ora che ho fallito a proteggerlo. Solo ora che è chiaro che la colpa sia tutta mia.
Non so se dirgli ciò che vedo al di là del portale. So solo che non vedo abbastanza. E, anche se è stato lui a uccidere Tessa, l'unica migliore di me nell'uso di Vision, ora questa è solo una mia mancanza.
È colpa mia.
Anche questo.
Camminare in direzione del portale non sembra essere pericoloso, ma è alquanto disorientante. È come attraversare un miraggio, uno che non svanisce quando lo si raggiunge.
Il portale è distorto in una spirale da cui fuoriescono stelle lontane e bestie affamate.
Tutto si muove, si contorce, non segue più una logica comprensibile dalla nostra mente.
Il nostro mondo si è spezzato. I piani dell'universo sono entrati in collisione, e ora abbiamo davanti a noi più dimensioni di quelle che sappiamo contare.
Ma questo significa anche che ciò che è vicino è lontano. Ciò che prima era fuori dalla mia portata, ora può essere per me visibile.
Cammino attraverso lo spazio che si muove. Sto procedendo in linea retta, ma le mie gambe sono lontane, almeno tre metri alla mia destra, e stanno camminando più lente, e al contrario. È più confuso di una casa degli specchi.
Anche le mie visioni sono confuse. Sono spostate nello spazio, ma non nel tempo, almeno. Vedo frammenti di mondo che non conosco, ma devono appartenere tutti ad Irey e ai suoi dintorni.
E se seguo la strada in questa direzione – no, nell'altra, nella direzione in cui stanno procedendo le mie gambe – allora, forse...
«L'ho trovato» annuncio.
L'insegna è ben visibile. Riesco a leggerla. Vedo i contorni, i mattoni, le crepe nel marciapiede.
Alzo lo sguardo alle finestre del piano superiore, forse nella speranza di veder spuntare un ciuffo di capelli biondi.
Mi accorgo che Raymond mi ha raggiunto, quando posa una mano sulla mia spalla.
«È qui?» chiede conferma indicando un punto dritto davanti a noi. Metà della sua mano sinistra sparisce dalla nostra visuale. Si è spostata da qualche parte in alto, oppure indietro.
Annuisco, e lo osservo mentre evoca una piccola sfera di Spirito corrotto. Lo carica tramite Matter, concentrando tutta la massa che riesce a racimolare da qui intorno, e raccogliendo tutta la sua rabbia, la frustrazione per la sconfitta subita.
Quando aggiunge anche Blast all'equazione, mi sembra di scorgere lo stesso sorriso del ragazzo che ha ammazzato mio fratello.
E nella luce che quella sfera emana, quando la lascia andare, vedo il riflesso dell'uomo che ha ucciso mio figlio.

STAI LEGGENDO
The Deepest Fear
Horror[Paranormal/Horror] TW: blood, violence, abuse, suicide. Serie Darkest, libro 2 La minaccia proveniente dall'altro lato del portale cresce sempre di più. Il Maestro appare come un essere incontrastabile nella sua potenza, al limite tra ciò che è um...