Ray
Mi fa male tutto. È come se mi fosse passato addosso un treno.
No, è peggio. È come se Payne-in-the-ass mi avesse investito col suo pick-up, poi avesse fatto retromarcia, e ora mi stesse urlando nelle orecchie che dovevo fare attenzione.
Forse è solo il sogno che stavo facendo.
Stavo dormendo?
La luce che viene dal soffitto mi fa bruciare gli occhi, quando provo ad aprirli. Strizzo le palpebre, e mi sforzo di trovare una posizione più confortevole, ma è solo in questo momento che mi rendo conto di non essere nel letto.
Eppure sento che Kara mi sta abbracciando, esattamente come quando siamo andati a dormire.
No. Sono tra le sue braccia, è vero, ma lei sta solo sostenendo la mia testa per non farla appoggiare sul pavimento freddo. Il cemento. Siamo in garage.
Non ricordo nemmeno come sono arrivato qui, né perché l'odore di sangue e disinfettante è così forte.
«Che cazzo è successo?» tento di chiedere, e sento la mia voce roca, la bocca impastata.
Non oso neanche tentare di tirarmi a sedere, ma provo ad aprire un occhio soltanto, per abituarlo alla luce. Il destro. Quello che mi fa meno male.
Perché il sinistro brucia ancora così tanto?
Da quest'angolo, la figura di Kara copre del tutto la luce della lampadina sul soffitto. Crea un'aureola dorata attorno alla sua testa. Direi che sembra un angelo, se non avessi visto quelle cose mostruose con i miei occhi.
«Ray, stai bene?» mi chiede lei, apprensiva, ignorando la mia domanda. O forse non l'ha nemmeno sentita.
Si piega verso di me, più vicina al mio viso, ma ora la luce della lampadina mi colpisce in pieno volto. Strizzo di nuovo le palpebre, e mi sforzo di tirarmi a sedere.
Ma vedo tutto... strano. Storto. Spostato.
Mi passo le mani sul viso, e non appena riapro gli occhi mi rendo conto del perché. E il motivo mi terrorizza.
Non ci vedo. Non ci vedo più dall'occhio sinistro.
«Ray?» mi chiama ancora Kara, mentre mi vede nell'atto di passarmi la mano sinistra davanti all'occhio, e poi sulla palpebra, e tra le ciglia.
Tra le lacrime.
Non vedo la sua mano avvicinarsi. La sento solo quando sfiora la mia.
Mi guarda, e sento che ha notato qualcosa. Qualcosa che le ha fatto capire il motivo per cui sto piangendo.
«Mi dispiace» dice, subito dopo. Mi stringe in un nuovo abbraccio. Uno che riesco a ricambiare solo a metà, perché anche il braccio sinistro mi fa ancora fin troppo male.
Solo ora ricordo tutto. Torna tutto indietro, in un lampo. Un fulmine.
Mi guardo il braccio sinistro. Anche la manica della maglietta è sporca, bruciata. I segni sono strani e familiari al tempo stesso. Li traccio con le dita, mentre Kara continua a chiedermi scusa.
Ma io non penso che dovrebbe. Non penso che la sua sia una colpa. Guardo le mie ferite, le mie nuove cicatrici – quelle autoinflitte e quelle che hanno la stessa forma dei fulmini che ho visto uscire dalle sue dita. Il suo Spirito ha lasciato questi segni.
E ricordo di averlo pensato. Di aver pensato di dirglielo, anche, ma di non averlo fatto. Dirle che vorrei che col suo tocco potesse riportarmi indietro nel tempo, cancellare tutte le mie cicatrici, e disegnarne di nuove, che siano solo sue. Solo nostre.

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The Deepest Fear
Horror[Paranormal/Horror] TW: blood, violence, abuse, suicide. Serie Darkest, libro 2 La minaccia proveniente dall'altro lato del portale cresce sempre di più. Il Maestro appare come un essere incontrastabile nella sua potenza, al limite tra ciò che è um...