ANDREW
Lara ha fatto portare nella stanza del palazzo dove dormiamo un terzo materasso per far riposare Christina, in modo che resti in compagnia.
Mi cambio mettendomi dei pantaloni azzurri degli Eruditi, una maglietta a maniche corte nera -forse degli Intrepidi- e una giacca bianca dei Candidi mentre ai piedi indosso dei calzini neri per evitare che mi vengano crampi per il freddo.
Ritorno nella stanza e vedo la donna stesa a pancia in giù e con la faccia rivolta verso il cuscino, coperta con un lenzuolo bianco fino alla testa, e Natalie completamente assopita con indosso ancora i vestiti neri. È girata su un fianco e la felpa corta le si è alzata leggermente, scoprendole la pancia.
Afferro il suo lenzuolo e glielo tiro fino alle spalle, per poi accarezzarle la testa.Sorrido in maniera timida e resto ad ascoltare il rumore che fanno i nostri tre respiri.
Mi sorella muove un braccio verso destra, urtando la mano contro il muro. Gliel’afferro e il contatto con la sua pelle mi fa rabbrividire. È fredda come il ghiaccio! Spero non si ammali di nuovo, sarebbe già l'ennesima volta questa settimana.«Andrew, Andrew» mi chiama.
Oh no, parla di nuovo nel sonno!
«Ci siamo quasi riusciti, vero?» mi domanda e sul suo viso addormentato governa un sorriso soddisfatto.
«Riusciti a fare cosa, Natie?» le chiedo ridacchiando.
«Ci siamo quasi riusciti, vero?» ripete e questa volta non le rispondo.
La faccio mettere pancia in su per poi raddrizzarla, le scanso i capelli biondo-rossicci dal viso e le do’ un bacino sulla fronte.
Non mi pare che la sua temperatura corporea si sia alzata e questo mi rassicura un tantino.
«Sì, ci siamo quasi riusciti Natalie» le sussurro «Ti voglio bene.»
Mi siedo sulla mia branda, fissando il vuoto e respirando profondamente.
«Anch’io ti voglio bene» la sento mormorare «E voglio bene anche ad Andrew e a papà.»Porto le mani al viso, trattenendomi dal lacrimare.
"Che tenera! Forse adesso stava sognando nostra madre o qualche altro membro della nostra famiglia che, sicuramente, non conosco..." penso.
Mi stendo, rendendomi conto di avere tutti i muscoli tesi e per niente sonno.
Forse se provassi a chiudere gli occhi riuscire a dormire un po’.Forse cinque minuti mi basterebbero.
Almeno cinque minuti…**
Rumori di macchine mi fanno svegliare di soprassalto.
Poggio le mani sul pavimento freddo e… un attimo.
Questo non è quello polveroso del palazzo e questi non sono i miei abiti!
O meglio, non sono quelli che indossavo prima:
Porto la mia vecchia camicia da Abnegante, i pantaloni degli Abneganti, l’orologio degli Abneganti e sono nella mia stanza da Abnegante!Il mio cuore perde un battito.
Non è vero.
Non è possibile.Apro la finestra con tutta la potenza che ho in corpo, e, con l’aria pungente del mattino che mi urta il viso, osservo con grande timore il monotono -e per me sinistro- quartiere con tutti i suoi abitanti impegnati nelle loro attività quotidiane: Lucius accompagna Holly fino alla loro macchina mentre molti membri di questa fazione li salutano; Alfred aiuta una donna in dolce attesa a portare le cose agli Esclusi e i bambini vestiti di grigio entrano e escono dalle loro case con lenzuola e abiti.
Non è vero.
Non è possibile.Inizia a mancarmi il respiro, così, mi passo una mano tra i capelli… corti e pettinati nella solita maniera da Abnegante.

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Divergent - Una Scelta Può Ricongiungerli (COMPLETA E IN REVISIONE)
FanfictionFanfiction divisa in 3 parti di 40+ capitoli ciascuna (tutte caricate qui), ambientata circa 27 anni dopo gli eventi narrati nella saga "Divergent" della scrittrice Veronica Roth. Per realizzare questo, ho voluto cambiare il finale dell'opera origin...