抖阴社区

Open The Door

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L'ultima ricognizione della giornata è stata portata a termine, anche se non è stata un grande successo. Non è emerso nulla di rilevante e questo, da un certo punto di vista, è un bene, perché significa che non c'è traccia di altri pericoli e scocciature. Dall'altro, invece, non è che l'ennesimo buco nell'acqua: sono al punto di partenza, tutto è ancora in gioco.

La frustrazione si fa sentire.

«Ho bisogno di un bel bagno caldo.»

«Io di qualcosa da mettere sotto i denti, sto morendo di fame.»

«Ma che cazzo dite?! Fate sul serio? Una bella pollastra da fottere, ecco cosa ci vorrebbe!»

Finn scuote la testa e, come quasi tutti gli altri, scoppia a ridere contagiando anche i militari più seri come Zayn.

Peccato che lì, nel bel mezzo del nulla, non ci sia niente di tutto quello. Solo condotti dell'acqua che per la maggior parte delle volte funzionano male, cibo in scatola che non sa praticamente di niente e .. E basta!, di ragazze neanche l'ombra.

«Cazzo, una bella scopata!»

Zayn si guarda le spalle, controllando che nessuno li stia seguendo o tenendo d'occhio da lontano. Poi ritorna a squadrare i compagni che, adesso, sembrano aver riacquisito forza ed energia. Non ha bisogno di entrare nella testa di Finn per capire tutte le fantasie più sconce che si sta facendo in questo momento pensando alla sua ragazza. Cavolo, se è perso di lei!

E Lyn?

Lyn e le – sue – maglie che le coprivano appena le cosce nude. Lyn e le – sue – labbra che le mordevano la pelle morbida, delicata, calda. Lyn e le – sue – mani che le avvolgevano il seno, la vita, il fondoschiena.

Non ci pensare.

I ragazzi continuano a parlare ma lui non sente più nulla. La testa è altrove.

Se solo l'avesse guardata più a lungo, quella volta.

Se solo, quell'ultima volta, avesse fatto più attenzione ad ogni minimo particolare del suo corpo.

Se solo l'avesse presa una terza volta.

Toglietela dalla testa. Resta concentrato. Ma Zayn è stufo di esserlo e si concede qualche minuto libertà.

Non ricorda nemmeno cosa si prova a starle addosso, senza vestiti, con il suo odore che si insinua nei tatuaggi. Toccarla. Farle venire i brividi sulla pelle. Sentire i suoi palmi sulla schiena e sul collo. Baciarla. Ascoltare il suo respiro affannato.

Perdersi in lei.

Quando ritorna a casa la porta in camera da letto, la spoglia e .. Giuro che lo faccio.

«Beh, a dire il vero io mi accontenterei anche di un pomp–»

E poi succede tutto all'improvviso. Un attimo prima stava guardando Finn al suo fianco, anche se la testa era altrove, e un secondo dopo si ritrova a terra, immerso dal fragore, sommerso dalle macerie, coperto dai detriti mentre nell'aria si sentono solamente una moltitudine di spari. Buio.

Chi ha spento la luce?


Il campanello suona.

Lyn fa il giro del letto e prova a vedere dalla finestra della camera – senza molto successo –, chi c'è fuori sul porticato. Adesso che Cecilia è partita, tocca a lei fare gli onori di casa.

Intravede uno scorcio di pick-up, posteggiato nel vialetto: non riesce a distinguere bene lo stemma che c'è sulla fiancata del fuori strada, ma è chiaro che appartenga a qualcuno delle forze dell'ordine.

La gola le diventa improvvisamente secca e il pensiero va direttamente dall'altra parte del mondo.

Il campanello viene suonato di nuovo.

Lyn ritorna da America, finisce di cambiarle il pannolino nel minor tempo possibile e poi le sistema il body. Scende le scale, aggrappandosi al corrimano per non cadere, e con il fiatone apre di slancio la porta.

Per un secondo, un solo secondo, ha pensato di ritrovarsi d'avanti Zayn. Di poterlo riabbracciare. Sentirgli dire "sorpresa".

«Buongiorno.»

«Salve ..» biascica lei, sconvolta.

«Dobbiamo dirle alcune cose, Evelyn, ma non si agiti e cerchi di mantenere i nervi saldi, okay?»

Evelyn? Perché sanno il suo nome?

«Oh mio Dio.»

Lyn ha ascoltato fino al "dobbiamo dirle alcune cose", poi ha iniziato a pensare al peggio.

Ci suono due uomini in divisa. E su quella divisa c'è lo stemma dei Navy SEALs.

Panico. In cuor suo, lo sa già cos'è successo.

È morto.

Abbassa lo sguardo mentre un senso di impotenza si fa largo in lei. Vorrebbe urlare, vorrebbe correre da lui, ovunque sia, vorrebbe piangere, vorrebbe chiudere la porta e far finta di niente. Sta per svenire.

«Possiamo entrare?» chiede con prudenza il più alto dei due, togliendosi il cappello militare dalla testa.

Lyn indietreggia automaticamente, non sapendo più che fare. Sente le braccia molli e ha quasi paura di far cadere America: ha bisogno di sedersi. Uno dei due uomini se ne accorge e allunga le mani nella sua direzione, in un implicito invito a passargli la bambina.

Non ha mai lasciato sua figlia ad uno sconosciuto, ma è talmente preoccupata che non ci pensa più di tanto.

Zayn. Ti prego .. Non lui.

«C'è stata un'incursione da parte di alcuni ribelli, qualche settimana fa. La nostra unità ha perso parecchi uomini e altrettanti sono feriti.»

«Mi sta dicendo che Zayn è ..?» non riesce neanche a dirla una cosa del genere.

Non mi hai chiamato per undici giorni. Non ha chiamato Cecilia da un paio di settimane.

«Al momento non sappiamo con esattezza l'identità dei feriti. Stiamo facendo il possibile per portarli tutti a casa.»

Egoisticamente, non gliene frega un accidenti di tutti gli altri. Le importa solo di lui, del fatto che potrebbe essere ferito. Se è ancora vivo.

«Non pensi al peggio, non adesso. Potrebbe non essersi fatto neanche un graffio. La squadra undici stava tornando alla base, quando è successo ..» lascia in sospeso la frase.

Potrebbe non guardarmi più, è tutto quello che riesce a realizzare.

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