Ha preso le chiavi dalla tasca dei jeans, ha salito i tre gradini della veranda e poi ha aperto la porta. Non lo avesse mai fatto.
La casa è spoglia. Vuota non dai mobili, no, ma da tutte quelle altre cose a cui si è dovuto frettolosamente abituare ad avere intorno.
E non ha bisogno di andare a guardare le altre stanze del piano di sopra, per capirlo, per esserne certo. Lo sa già, lo sente. Eppure va lo stesso, perché improvvisamente si sente fottuto.
Non c'è una sola cosa fuori posto. Nessun giocattolo gommoso, nessun peluche, niente di niente in giro.
Dov'è il passeggino che è sempre stato vicino alla porta?
Dov'è il cesto con tutte le sue cose dentro? Il tappetino gommoso?
Dov'è il seggiolone? E i biberon? Il latte in polvere? I ciucci? I bavaglini? Perché in cucina non ci sono?!
Dove sono i vestitini di America appesi sullo stenditoio? I suoi body, le sue magliettine così piccole e soffici?
Dov'è andato a finire il borotalco, in bagno? Zayn apre il cassetto affianco al lavandino, i pannolini non sono nemmeno lì. Le creme, lo shampoo, l'olio per il bebè ..
Manca anche il lettino, la coperta lillà e il carillon della culla.
Dove sono le sue donne?
Non ci pensa un minuto in più a chiamarla.
«Za–»
«Dove. Minchia. È. America.»
Ad un tratto non gliene frega più niente di lei, vuole soltanto sapere dov'è sua figlia.
La sente sospirare.
«Dove vuoi che sia? È qui con me.»
«Cristo, me la vuoi portare via, Lyn?!»
Non è mai stato così furioso, almeno non con lei. Non a questi livelli.
«Non dire sciocchezze.»
«Che cazzo volevi dimostrare?! Eh?! Porca puttana!»
«Non voglio dimostrare un bel niente!, pensi che sia una stupida, Zayn? Me ne sono solo andata!»
«Non te ne sei solo andata perché hai portato con te anche mia figlia!» ancora una volta, senza dirmi niente!
«.. Devo riattaccare.»
'Sta minchia, che devi riattaccare!
«Fottiti, non provarci nemmeno!»
«America sta piangendo, cazzo!» urla spazientita.
Zayn tira un pugno contro il muro, sbucciandosi le nocche. La sente chiamare la piccola, sussurrarle che sono qui, shh, amore. Presume che l'abbia presa in braccio perché dopo di un po' non la sente più piangere.
«Mi faccio sentire io.» gli dice Lyn, prima di mettere giù.
Lui stringe forte il telefono in mano, lanciandolo poi malamente sul tavolo spoglio. Inizia a imprecare, a rompere ogni cosa: il tavolino del soggiorno rovesciato, le sedie capovolte, la terra delle piante di sua sorella sparpagliata sul tappeto.
La odia. La odia.
È solo .. È ancora solo.
Un'ora più tardi Lyn gli ha scritto un messaggio: la via e il numero dell'indirizzo della sua nuova sistemazione. Nient'altro.
«Non dire una sola parola. – lo minaccia, cullando una America addormentata fra le braccia – Non ci provare, perché non ne hai il diritto.» lo avverte, ancora prima che lui possa dire qualcosa.

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Return To Yesterday
RomanceForse è tardi, forse no. Forse lo capisce solo lei - o solo lui - che sono interdipendenti: Lyn può far felice Zayn e Zayn può far felice Lyn. E questa volta non si tratta solo di piacere, di una notte passata a letto sotto le lenzuola, a g...