抖阴社区

                                    

Crolla.

...

«Ti stavo pensando.»

«Quando?»

«.. Quando tutto è diventato buio, Lyn. Stavo pensando a te.»

Non a sua figlia, a Cecilia, ma a lei cazzo!


Quando sente la porta aprirsi, di nuovo, è tentato di urlare a chiunque stia varcando la soglia – persone in camice bianco comprese! – di andare a farsi fottere. Non vuole vedere nessuno, non vuole parlare con nessuno, e 'fanculo l'antidolorifico che ha smesso di fare effetto e lo sta facendo impazzire.

Chiude gli occhi sperando che basti fingere di dormire per essere lasciato in pace. Lasciati in pace, visto che la testa di Lyn è ancora appoggiata sulla sua spalla e da lì non si è mai mossa.

«Chi è tornato, America? Guarda chi è tornato per te ..»

Zayn alza lo sguardo non appena sente la voce di sua sorella. Cecilia, con in braccio la piccola, entra nella stanza, indicandole Zayn sul letto.

Tutto si ferma. Il cuore, il respiro, il tempo, i rumori del corridoio.

Credeva di essere tornato a casa, con Lyn vicina, ma solo adesso si accorge di quanto si sbagliava. Piccola.

America è bellissima, più di quanto se la ricordava. Era un piccolo fagottino quando l'aveva tenuta in braccio l'ultima volta, eppure in questi due mesi è cresciuta a vista d'occhio.

È la cosa più bella che abbia mai visto in vita sua. Le è mancata un sacco.

Le braccia iniziano a formicolargli, tanta è la voglia di prenderla e stringerla contro il petto. Di cullarla, addormentarla, accarezzarla.

Dopo un primo momento nel quale America non ha smesso di osservarlo, Cecilia si avvicina al letto, accorgendosi di Lyn addormentata al fianco di suo fratello.

«Come stai, campione?»

Lui scuote la testa. Non è il momento di quelle cazzate. Non resiste più.

«Passamela, per favore ..»

E lei non se lo fa ripetere due volte. Appoggia la borsa a terra e poi fa sedere America sulla pancia di Zayn. Con la mano libera – l'altra è sulla vita di Lyn – fa avvicinare la piccola al suo torace, dove subito i muscoli protestano per via dei lividi e delle ferite ancora aperte. Il dolore passa in secondo piano, adesso.

Le lascia un bacino sulla tempia mentre lei, agitandosi un po', riesce a girarsi verso di lui. Come ha fatto Lyn, qualche ora prima, adesso tocca a Zayn chiudere gli occhi e sentire il suo profumo: l'odore buono che hanno i neonati si è un po' attenuato, ma la sua pelle è rimasta morbida ed estremamente liscia.

Più la guarda e più gli sembra che assomigli a lui. Il taglio degli occhi, il nasino, la bocca piena di saliva che continua a muoversi – ba ba ba – e le scarpette da ginnastica, rigorosamente Nike, che le aveva comprato lui stesso sembrano finalmente starle a pennello.

Sospira, ritornando ad appoggiare la testa sul cuscino, senza smettere di stringere le sue ragazza in quell'abbraccio caldo. Prima di partire non l'aveva fatto. Insieme, non le aveva mai abbracciate.

È fortunato a poterlo fare ora.

E, egoisticamente, si gode il momento, dimenticandosi per un attimo di sua sorella che, seduta, lo sta guardando come se stesse per morire.

«Sto bene, Ce. Stai tranquilla.» le dice dolcemente, scrutandola con attenzione e pregandola con lo sguardo di non piangere.

Lei si muove sulla sedia, abbassa il viso, si guarda attorno. Cerca di resistere, di non scoppiare, di non impazzire come l'ultima volta che su quel letto d'ospedale c'erano i suoi genitori. Si schiarisce la voce, ma questo non basta per calmarla.

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