È tremendamente spaventata. E arrabbiata.
«Io non sto bene!» ringhia fra i denti, trattenendosi dall'urlare.
Zayn accarezza la testolina di Am, che ha iniziato a giocare con le piastrine che ha ancora al collo.
«Non adesso.»
Cecilia si alza in piedi e per poco la sedia non finisce contro il muro. Con quale coraggio le dice una cosa simile? Non adesso? Ha aspettato due settimane prima di vederlo, prima che si risvegliasse.
«E quando, Zayn?! Quando ti avrò finalmente seppellito con mamma e papà??» chiede sconvolta, asciugandosi velocemente le guance bagnate dalle lacrime che le sono appena sfuggite.
Merda.
«Mi dispiace.» ammette come se fosse realmente colpa sua.
«Ti dispiace, dici? Ti stai scusando? Non ci faccio niente con le tue stupide scuse!»
La guarda andare avanti e indietro per la stanza, con le mani appoggiate sui fianchi e la testa all'indietro – un vano tentativo di fermare le altre lacrime in procinto di cadere – .
«Ehi – la richiama – guardami.»
«Non ti rendi conto, cazzo. Avevi promesso che non mi avresti lasciata come ..» come hanno fatto loro!
«Guardami, tesoro.»
Cecilia lo ascolta, guardandolo negli occhi. E ancora non ci crede che sia proprio lui quello su quel letto, perché la maggior parte degli altri ragazzi non c'è l'ha fatta.
Fa un bel respiro.
«Lo so che non è colpa tua, ma ho avuto paura, Za ..»
«Lo so. Non ti lascerò mai, Ce, lo sai.»
Se ci fosse anche solo qualche altro spazio libero sul letto, la tirerebbe verso di lui. Le farebbe capire che, anche se adesso ci sono Lyn è America, lei rimarrà sempre sua sorella. La sua famiglia.
«L'importante è che sei qui.»
«Vieni qua ..»
Cecilia lo raggiunge, si abbassa per farsi lasciare un bacio sulla fronte e si rimette a sedere sulla sedia.
La tensione si è decisamente allentata e Cecilia inizia a raccontargli tutto quello che si è perso negli ultimi mesi: tralascia parte delle cose che ritiene spettano a Lyn dirgli, ma lo aggiorna sui colloqui dei lavori a cui si è presentata e su un certo Matt, che sembra aver fatto breccia nel suo cuore.
Zayn ascolta attentamente ogni cosa, annuisce, sorride quando lei specifica che con quel damerino non c'è ancora niente si serio.
Poi, quando sembra aver esaurito tutte le novità, tocca a lui farle qualche domanda. Chiede di Lyn, di America, delle bollette – i soldi che sono bastati a coprire anche l'affitto di questo mese – e della classifica del campionato di basket.
«Finn in che stanza è?» domanda dopo di un po' con naturalezza, non vedendo l'ora di alzarsi sulle sue gambe per farsi un giretto sul piano.
Cecilia perde il sorriso, anche se sa come camuffarlo.
«Non è qui, Zayn.» e sembra essere disinvolta, mentre lo dice.
Il tono da "non ti preoccupare" che non lo convince per niente.
America afferra con le manine la catenina che lui ha il collo, tirandola leggermente.
«Ah. È già tornato a casa?» insiste.
A rispondergli è il silenzio.
Zayn odia il silenzio, più volte si è ritrovato a pensarlo.
La vede scuotere la testa. Che significa?
Non è possibile che sia rimasto più ferito: era con lui quando è successo è finimondo, era al suo fianco.
«Lui .. Lui non ce l'ha fatta.»
Lui cosa?!
Allontana la piccola dal suo petto, mettendola seduta sulle sue gambe. Muovendosi, strattona Lyn, che si sveglia nel sentire il braccio che la teneva al caldo spostarsi, e il corpo di Zayn farsi improvvisamente più rigido.
Alza lo sguardo, vedendolo guardare – incredulo – Cecilia. Non sa cosa stia succedendo, ma lui ha l'aria sconvolta.
«Cosa hai detto?»
«Zayn ..»
Finn è morto? Impossibile.
Zayn inizia ad urlare.

YOU ARE READING
Return To Yesterday
RomanceForse è tardi, forse no. Forse lo capisce solo lei - o solo lui - che sono interdipendenti: Lyn può far felice Zayn e Zayn può far felice Lyn. E questa volta non si tratta solo di piacere, di una notte passata a letto sotto le lenzuola, a g...
Impossible
Start from the beginning