抖阴社区

Cp.6 at work, helly

16 5 3
                                    

Comprendimi,
io non sono come un
mondo ordinario.
Ho la mia follia,
vivo in un'altra dimensione
e non ho tempo per cose che
non hanno anima.
-Bukowski

La mattina iniziò come tutte le altre, riuscivo a sentire il rumore del mare che s'infrangeva contro la scogliera e il cinguettio degli uccellini sui rami. Ma io ero già sveglia da ore, incapace di dormire.
Ogni volta chiusi gli occhi, vedevo il Whitesea cadere a pezzi.

E ogni volta riaprivo gli occhi con una determinazione feroce.

Quando arrivai al locale, Cameron era già seduto sulla scalinata davanti all'entrata. Mi guardò con quel sorriso da saputello che gli avrei voluto cancellare con uno straccio bagnato.
"Helena Handerson, in ritardo alla propria missione di salvataggio. Che vergogna."
"Non iniziare." Risposi, alzando il cappuccio della mia giacca sulla testa per il freddo gelido. Mi avviai ad aprire la porta del locale, seguita da Cam.
"Sai, potrei scrivere una libro su quest'avventura. Lo chiamerei: 'come salvare un relitto - la guida pratica di Helena'."
"Scrivilo pure, ma ti avverto: io voglio le royalties," ribattei.

Entrammo, e il Whitesea ci accolse con il suo solito odore di legno vecchio e salsedine. Era una sensazione familiare, quasi confortante, se non fosse stato per tutto il lavoro che ci aspettava.

"Allora, qual è il piano di battaglia?" chiese Cameron, sfregandosi le mani.
"Dobbiamo sistemare i tavoli, lucidare il bancone, buttare tutta quella roba vecchia nel retro e decidere cosa fare delle luci. Ah, e il soffitto perde."
"Quindi niente di troppo impegnativo," ironizzò, gli sorrisi.

Passammo la mattinata a spostare mobili e a ripulire superfici piene di polvere. Cameron non smise mai di parlare, raccontandomi storie assurde su certi pub in Irlanda che sembravano peggiori del Whitesea e che ora erano luoghi di culto per i turisti.
"E sai qual è il segreto?" disse, mentre cercava di svitare una lampada arrugginita.
"Dimmi," risposi, con un pizzico di esaurimento per la stanchezza e per il suo troppo parlare, sollevando una cassa troppo pesante per i miei gusti.
"La passione. E tu ce l’hai, Helly. Anche se non lo vuoi ammettere."

Mi fermai, guardandolo. "Pensi che sia solo una questione di passione? Perché a me sembra più una questione di soldi, fatica e insonnia." Dissi spingendo con forza il mobile pesante.
"Sì, ma senza passione non sopravvivi a tutto questo. Guarda te stessa: sei qui a combattere per qualcosa che molti avrebbero già lasciato andare."

"Hai finito di fare da supporto morale o vuoi continuare a parlare invece di aiutarmi?" Dissi, continuando a spingere il mobile che sembrava non voler lasciare il suo punto fisso.

Durante la pausa pranzo, ci sedemmo sul pavimento, con due panini freddi che Cameron aveva preso in un bar sulla strada.
"Ti ricordi quando venivamo qui da ragazzi?" mi chiese, addentando il suo panino.
"Come potrei dimenticare? Mio padre ci cacciava sempre fuori perché facevamo troppo casino."
"Facevamo il giusto casino," corresse lui, ridendo. "E comunque, tuo padre sotto sotto ci adorava."

Riprendemmo a lavorare nel pomeriggio, e nonostante la stanchezza, sentivo un’energia nuova dentro di me. Sistemare il Whitesea era più che un progetto: era una dichiarazione.
Quando il sole cominciò a tramontare, Cameron e io ci sedemmo sul vecchio divano del piano superiore. Le luci soffuse del tramonto illuminavano il locale, facendo sembrare tutto più bello, più pieno di vita.
"Guarda che spettacolo," disse Cameron, indicando il cielo.
"È l’unica cosa che non devo aggiustare," risposi, e scoppiammo a ridere tutti e due subito dopo.

Appena finimmo di sistemare le ultime cose della giornata, uscimmo dal locale.
Guardai il Whitesea un’ultima volta prima di uscire. Non era ancora finito, ma era sulla strada giusta. E io con lui.


?HEARTS ON THE RUN? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora