抖阴社区

Cp. 13 an unexpected visit

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Ci sono dei giorni
in cui non posso
fidarmi di me:
un demone mi arde,
mi agita,mi divora.
-U. Foscolo

POV KAI

Quella mattina, così come tutte le altre, mi svegliai con un solo ed unico pensiero in mente: Helena.
Ormai da un po' di tempo non smettevo di pensarla.
E a corto di cose da fare, decisi di fare un salto nel locale della mia affascinante nemica.
Ero davvero curioso di vedere come se la stava cavando.
Arrivai proprio davanti alla porta di ingresso, la aprì, e lo spettacolo che mi si presentò mi lasciò a bocca aperta: Helena era concentrata, con un rullo di vernice in mano, mentre Cameron rideva a qualcosa che aveva detto. La scena aveva un'aria di complicità che mi dava fastidio più di quanto volessi ammettere.

Cameron...lo sfigato che avevo conosciuto facendo visita ai genitori di Helena, quando il locale era ancora di loro proprietà.
Il ragazzo quella volta fù insopportabile, ci mancò poco dal non ritrovarci l'uno addosso all'altro.
Si comportava come se ce l'avesse avuto solo lui.
Okay, è vero.
Ero l'ultima persona a poter parlare, visto che in ogni luogo prima di me si presentava il mio eco e solo dopo il sottoscritto.
Ma io avevo stile.

Ma comunque, tralasciando quello sfigato.

Helena, non appena mi vide, abbassò il rullo e andò a spegnere la musica, lasciando il locale in un silenzio teso. Cameron, invece, rimase al suo posto, fissandomi con lo stesso sguardo provocatorio di quella volta.

"Che ci fai qui?" fu la prima cosa che Helena disse, incrociando le braccia davanti al petto.

"Solo una visita di cortesia," risposi, mantenendo un tono neutro. "Volevo vedere come procede il tuo grande progetto."

"Si dai...ricordami quanto è bello il tuo locale," replicò Helena, con quel suo tono tagliente che avevo imparato a riconoscere.

"Non ti preoccupare, non sono qui per criticare," dissi, ma il mio sguardo vagava comunque sul lavoro fatto. La vernice era ancora fresca, e il locale aveva un'aria più personale rispetto a prima. "Devo dire, però, che stai facendo un buon lavoro."

"Non abbiamo bisogno del tuo approv-" iniziò Cameron, ma lo interruppi.

"Ah, Cameron," dissi, fingendo sorpresa. "Che piacere rivederti. Pensavo che dopo l'ultima volta avresti evitato di metterti in mezzo."

Lui strinse la mascella, facendo un passo avanti. "Non è questione di mettersi in mezzo. Io proteggo le persone a cui tengo, cosa che evidentemente tu non capisci."

"Proteggi?" ripetei, alzando un sopracciglio. "Non mi sembra che Helena abbia bisogno di una guardia del corpo."

"Non è una guardia del corpo," intervenne Helena, il tono irritato. "È un amico. E a differenza di te, Kai, lui è qui per aiutarmi."

"Ah, capisco," risposi, guardando Cameron. "Lui è il cavaliere senza macchia e senza paura, vero? Sempre pronto a saltare in soccorso." Guardai Cameron con sguardo superiore.

Cameron fece un altro passo verso di me, e per un attimo pensai che avrebbe perso la calma. "E tu, invece, sei solo qui per vedere se può fallire. È questo che ti piace fare, vero? Distruggere tutto ciò che gli altri cercano di costruire?"

"Ragazzi, basta!" intervenne Helena, posando il rullo con un movimento deciso. "Non ho tempo per questo."

La sua voce era ferma, e il modo in cui ci guardava entrambi mi fece capire che stavamo oltrepassando il limite. Cameron si girò verso di lei, il viso ancora teso.

"Sei sicura di volere questo tipo qui intorno?" chiese, indicandomi con un cenno della testa.

"Non è una tua decisione," rispose Helena, tagliando corto. Poi mi guardò. "Se hai qualcosa da dire, dillo. Altrimenti puoi anche andartene."

Rimasi in silenzio per un momento, osservando il modo in cui cercava di mantenere il controllo della situazione. Era evidente che il peso di tutto ciò che stava facendo la stava schiacciando.

Feci un respiro profondo e, invece di rispondere a Cameron, guardai Helena. "Hai bisogno di una mano con quel muro?"

Helena mi fissò, sorpresa. "Cosa?"

"Hai sentito," risposi, spingendomi oltre Cameron per prendere un rullo di vernice. "Non voglio essere solo un ospite indesiderato. Potrei almeno rendermi utile."

"Non hai niente di meglio da fare?" chiese Cameron, chiaramente sospettoso.

"Al momento, no," risposi, iniziando a intingere il rullo nella vernice. "E poi, non voglio che si dica che Kai Johnson non sa sporcarsi le mani."

Helena sembrava indecisa, ma alla fine sospirò. "Va bene. Ma se rovini qualcosa, giuro che te ne pentirai."

"Non aspettavo altro," risposi con un sorriso.

Il resto della giornata fu un miscuglio di tensione e battute sarcastiche. Cameron non perse occasione per lanciarmi frecciatine, ma mi sforzai di ignorarle. Alla fine, l'unica cosa che contava era che Helena sembrava meno tesa.

E mentre dipingevo accanto a lei, non potei fare a meno di chiedermi perché mi importasse così tanto.









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