È matta ma è
magica.
non c'è menzogna nel
suo fuoco.
C. BukowskiPOV HELENA
Il suono della musica riempiva il locale, mentre io e Cameron passavamo i rulli di vernice su uno degli ultimi muri. Avevo scelto un verde smeraldo per dare un tocco di personalità e calore, ma anche di eleganza. Cameron era concentrato sulla sua parte, il volto serio, come se dipingere fosse una questione di vita o di morte.
"Ti stai impegnando troppo," dissi, interrompendo la concentrazione con un sorriso divertito.
"Solo perché voglio che il tuo locale sia perfetto," rispose lui, senza staccare gli occhi dalla parete. "Meriti che tutto sia esattamente come hai immaginato."
Mi fermai per un momento, colpita dalla sincerità delle sue parole. Cameron era sempre stato così: attento, premuroso. Forse troppo, a volte.
"Grazie," mormorai, tornando a dipingere.
La porta del locale si aprì, facendo suonare il piccolo campanello che avevo installato giorni prima. Mi girai, un po' sorpresa di vedere Kai. Indossava un paio di jeans scuri e una camicia bianca sbottonata al collo, il suo solito sorriso strafottente stampato in faccia.
"Ancora a dipingere?" disse, avanzando lentamente. "Pensavo di aver fatto un buon lavoro ieri, ma a quanto pare non era sufficiente."
"Non è quello," risposi, spegnendo la musica con un click. "Abbiamo deciso di dare un tocco finale."
Kai osservò il muro con attenzione, poi si voltò verso di me. "Verde smeraldo, eh? Non male. Forse c'è speranza per questo posto."
"Se sei qui solo per criticare, Kai, la porta è da quella parte," dissi, indicando con il pennello.
"Non sono qui per criticare," ribatté, con un sorrisetto. "Volevo vedere come procedeva il tuo capolavoro. Ma, a quanto pare, non sono il benvenuto."
"Infatti, non lo sei." Intervenne Cameron, abbassando il rullo di vernice e osservandolo con uno sguardo tagliente.
Kai si voltò verso di lui, il sorriso che si allargava. "Cameron... perché devi sempre rompere il cazzo?" Disse lui, alterandosi un po'.
Cameron fece un passo avanti, incrociando le braccia. "Ripeti quello che hai detto, stronzo."
Mi misi tra loro, alzando una mano per interrompere l'atmosfera che si stava scaldando. "Basta, tutti e due. Non sono dell'umore per litigare."
"Non sto litigando," disse Kai, alzando le mani in segno di resa. "Sto solo dicendo di tenere a bada il tuo guardiano."
"Non ha bisogno di un guardiano," ribatté Cameron, ignorando la mia richiesta di smettere. "Ma ha bisogno di qualcuno che le stia accanto. Non qualcuno che passi il tempo a giocare con lei."
Kai rise, un suono basso e provocatorio. "Giocare con lei? È così che la vedi? Interessante."
"Cameron, basta," dissi, cercando di mantenere la calma. Poi mi voltai verso Kai. "E tu smettila di provocarlo."
Kai alzò le spalle, ma nei suoi occhi c'era una scintilla di sfida. "Come vuoi, Helena. Non voglio creare problemi."
"Troppo tardi," borbottò Cameron, tornando al suo muro con un'espressione cupa.
Ignorai il commento, concentrandomi su Kai. "Perché sei qui davvero, Kai? Non posso credere che ti importi così tanto di come sta venendo il mio locale."
"Volevo proporti una sfida, chimera," rispose, infilando le mani nelle tasche.
Cameron a quel nomignolo lo guardò male.Lo fissai, incredula. "Una sfida? Sul serio?"
"Quando aprirai il locale, facciamo un evento nello stesso giorno," spiegò lui. "Vediamo chi attira più clienti."
"Non ci penso nemmeno," risposi, scuotendo la testa.
"Perché? Hai paura di perdere?"
Le sue parole mi fecero scattare. Feci un passo avanti, stringendo il pennello tra le mani. "Non ho paura di niente. Ma questa sfida è ridicola."
"Lo è solo se pensi di non potercela fare," ribatté lui, il sorriso che non si era mai mosso dal suo volto.
Prima che potessi rispondere, Cameron intervenne di nuovo. "Non devi dimostrargli niente, Helena. Non ha il diritto di metterti alla prova."
"Grazie per il consiglio, Cameron," disse Kai, tagliente. "Ma credo che Helena possa decidere da sola."
"Già, posso decidere da sola," risposi, alzando una mano per fermare entrambi. Poi guardai Kai. "E va bene. Accetto la tua sfida."
Kai alzò un sopracciglio, sorpreso. "Davvero?"
"Davvero," dissi, incrociando le braccia. "Ma sappi che, quando vincerò, tu chiuderai il tuo locale per una settimana."
Un sorriso lento si formò sul volto di Kai. "Affare fatto."
Stringemmo la mano, e per un attimo il tempo sembrò fermarsi. Poi lui si voltò verso Cameron, con un sorriso che sapevo avrebbe solo peggiorato le cose. "Piacere di rivederti, Cameron. Sempre un piacere discutere con te."
Cameron lo fulminò con lo sguardo, ma non disse nulla. Quando Kai uscì, il silenzio nel locale era palpabile.
"Dovresti stargli lontano," disse infine Cameron, la voce tesa.
"Non dirmi cosa fare," risposi, tornando al mio muro.
Non sapevo se quella sfida fosse una buona idea o una follia, ma una cosa era certa: Kai sapeva come farmi reagire, e questo mi faceva paura.

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?HEARTS ON THE RUN?
RomanceDopo anni trascorsi lontano, Helena, una giovane e bella ragazza dell'età di 27 anni, decide di tornare a Silver Place, per prendersi cura del vecchio locale di famiglia. Si immerge subito in un progetto ambizioso, ma la sua determinazione viene mes...