La mano mi trema mentre cerco di inserire la chiave nella serratura della porta d'ingresso. La verità è che non mi sento pronta a parlargli, non voglio avere più nulla a che fare con lui, nonostante la nostra relazione sia andata avanti per cinque anni. Ho come la sensazione che cambierà tutto, il mio modo di vederlo e di vivere la nostra relazione. Un tradimento ti logora, ti distrugge e non credo che riuscirò più a fidarmi di lui.
Lo faccio, aprirò questa porta. Inserisco la chiave e la giro.
Le sue scarpe non sono all'ingresso, immagino che non sia ancora tornato a casa. Il mio cellulare squilla con insistenza, i messaggi arrivano ogni secondo che passa. Mi starà cercando. Sta temendo per la mia incolumità?
Lo spengo e mi stendo sul letto della nostra stanza. Per l'università abbiamo deciso di prenderci un appartamento insieme, una stanza e un salottino. Il minimo per due studenti in cerca di lavoro e un'università da portare a termine.
Mi ero immaginata felice con lui per sempre. Senza problemi, senza sofferenze. E invece ecco.
"Mi ha tradita Claire" dico alla mia migliore amica in chiamata, dopo aver acceso il telefono.
"Che coglione. Dov'è? Gli spazzo la testa? Come si permette quella testa di cazzo?" urla facendo vibrare gli altoparlanti del cellulare.
"Non lo so, ma comunque è successo tutto con quella. Quella che avevamo già sospettato" le spiego.
Quella, la famosa quella, era Diana. Chi è? Una ragazza del nostro corso all'università che ha messo gli occhi sul mo fidanzato. Io e Cole facciamo lo stesso indirizzo, ma abbiamo alcune lezioni a scelta che non sono in comune. In una di quelle non comuni c'è Diana, una ragazza all'appezza semplice e alla mano. Capelli ricci e sbarazzini, scuri, lentiggini che ricoprono il volto, occhiali da vista e un sorriso dolce sempre in faccia. L'apparenza inganna.
É una vipera. La mia migliore amica l'ha subito inquadrata. Aveva ragione.
"Stupido coglione che non è altro... Ah, se solo ci fossi stata anche io. Avrei ribaltato l'intera stanza, con loro due compresi" continua Claire.
"Chiuderò con lui, non lo voglio più sentire"
"Se non lo fai, ti trascino via io" minaccia.
"Solo che... La mia paura adesso è riuscire a trovare una nuova sistemazione. Claire, non so dove andare e gli affitti a New York sono alle stelle" mi lamento.
Mi copro il volto con le mani dalla disperazione. Non so a chi chiedere, non so con chi andare a vivere per permettermi di restare qui. L'unica soluzione valida sarebbe quella di prendere il primo aereo domani mattina e tornare a casa dai miei genitori. Spiegando loro la situazione, capiranno anche la mia necessità di allontanarmi da New York, almeno per un po'. Non voglio mollare gli studi, ma solo avere del tempo per cercare un'altra sistemazione.
"Ci penseremo su amica mia, non ti devi preoccupare. Hai Claire dalla tua parte. Se vuoi, puoi venire a stare da me questa notte" mi propone.
E mi sembra l'offerta migliore. Non voglio stare con Cole, non ho il coraggio di affrontare la conversazione con lui. Stare da Claire mi aiuterà a pensare meglio.
"Davvero?" le chiedo.
"Sì certo, ti aspetto" chiude la chiamata.
Prendo uno zaino e decido di buttarci dentro le cose essenziali: il pigiama, lo spazzolino, il caricabatterie, il telefono, i vestiti per domani in università e il quaderno per gli appunti. Non mi serve altro. In pomeriggio sono sicura che sarò in grado di affrontare il mio fidanzato e capire cosa fare nel mio imminente futuro.
Quando apro la porta d'ingresso e mi volto per controllare che nell'appartamento sia tutto a posto, mi investe un'onda di nostalgia. In questo appartamento avevo riposto tutte le mie speranze per una relazione duratura e felice. Queste mie speranza possono anche andare a farsi fottere.
Scendo in strada e decido di prendere il taxi qualche isolato più in là, non posso rischiare di incontrare Cole. Salgo in taxi e gli dico l'indirizzo.
Vedo questa nuova città scorrermi negli occhi. Non pensavo che la mia vita potesse prendere una piega così negativa. Anzi, non pensavo che Cole fosse uno stronzo. Maledetto Cole. Maledetta me quella volta che gli sono caduta tra le braccia. Continuo a pensare.
"Sono trenta dollari" mi dice l'autista.
"Trenta dollari? Ha guidato cinque minuti" gli rispondo innervosita.
"Carta o contanti?" mi ignora.
Tiro fuori dalla borsa il portafogli e comincio a contare le banconote che ho. Gliele porgo in mano ed esco dal taxi. Di nuovo, la mia scarpa entra in contatto con un'altra pozzanghera. Ma me ne andrà bene una? Sbatto forte la portiera e allungo la mano nella borsa per afferrare il cellulare e chiamare Claire.
Peccato che la mia mano vada a colpire il vuoto. L'ho lasciata nell'auto. Quando mi giro, il taxi non c'è più.
"ODIO LA MIA VITA" dico, avendo in risposta una bella pioggia.
Resto davanti all'edificio in cui si trova l'appartamento di Claire e, quando vedo una persona uscire, mi lancio dentro e faccio le scale per arrivare al pianerottolo giusto. Mi sembra di aver appena compiuto un impresa. Sono infradiciata dalla pioggia, con il fiatone per le scale, senza vestiti e borsa.
Suono al campanello. Non vedo l'ora di farmi una doccia bollente per farmi scivolare addosso questa giornata di merda. Non mi apre nessuno. Suono di nuovo e... La porta si apre.
"Oh no, è la pazza di questo pomeriggio" risponde il ragazzo davanti a me.
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PAUSE - Vinnie Hacker.
FanfictionBethany si trova in crisi con la sua relazione. Scopre il tradimento del proprio fidanzato e gli propone di pareggiare i conti per riportare in sintonia la loro relazione, cercando un ragazzo con cui ricambiare il tradimento. Ma se questo pareggiare...
