Mi sono chiusa in camera, è un'ora che fisso il muro bianco sopra di me. Ho chiamato i miei genitori, li ho avvertiti che sarei tornata a casa entro domani mattina. Non ho intenzione di passare altro tempo in questa città, soprattutto dopo il modo con il quale tutto è degenerato di nuovo questa mattina. Sono nervosa, arrabbiata, incazzata con il mondo, non so neanche con quale faccia mi presenterò in università dopo che tutti hanno visto la scena tra Cole e Vinnie.
«Ma lasciatela fare, se se ne vuole andare via farà solo che un favore a tutti» sento la voce di Sebastian nel corridoio dell'appartamento.
Sono quella che si è fatta prendere per il culo dal proprio fidanzato, quella che ha ceduto a una richiesta assurda pur di sistemare una relazione, quella che pensa di provare qualcosa per il ragazzo che ha usato per cercare di sistemare la relazione, quella che sta sulle spalle degli altri e che è costretta a chiedere favori per non restare per strada, sono quella che porta sulla cattiva strada Vinnie, quella che farebbe un favore ad andarsene via.
Questa città non è fatta per me.
E il problema è che l'unica persona che mi trattiene qui è Vinnie.
Ciò che penso di provare per lui è qualcosa che non riesco a spiegarmi, qualcosa che sto cercando. Ma so anche che non mi porterà da nessuna parte, quindi che cosa ci penso a fare?
«Vuoi aprire la porta?» è la voce di Vinnie.
«No» rispondo dall'angolo della stanza.
«La devo sfondare?» e so che ne sarebbe capace.
«Non di nuovo» è il commento di Albert.
«Conto fino a tre» interviene Vinnie.
Quindi scendo dal letto e mi avvicino alla porta. Quando l'apro, tutti e tre, perché tra di loro c'è anche Nick, mi guardano con sguardo confuso. Sì, chiudermi in camera senza avvertirli non è stata una mossa molto furba, visto che mi trovo in casa loro, ma non mi importa. Ho urgente bisogno dei miei spazi, quando tutto sarà finito chiederò scusa. Ora come ora sono solo ferita e delusa da ciò che ho passato negli ultimi anni, me lo merito un attimo di pace.
«É camera mia questa» obietta Vinnie.
«E mi dispiace, ma ve l'ho detto che avevo bisogno di stare da sola»
«Mezz'ora non è sufficiente?» chiede Albert.
«Per come sto, nemmeno una settimana lo è»
«Posso sapere che cosa è successo?» domanda Nick.
«Vorrei saperlo anche io» risponde Vinnie:«Non ho capito che cosa ti ha dato così tanto fastidio questa mattina. Hai chiuso con Cole, ti sei resa conto di che merda di persona sia, che altro ti turba?»
«Sai che cosa c'è che mi turba, Vinnie?» gli dico:«Il fatto che mi sono trasferita in questa città per lui, che mi sono illusa per anni che fosse una persona con la testa sulla spalle e invece, al primo litigio che hai istigato tu, se ne esce fuori che non gliene frega e che può avere chi vuole, come se fossi stata solo un passatempo per anni»
«E quindi ti dà fastidio essere andata a sbattere la faccia contro la realtà?»
La fa così facile lui.
«É normale che tu sia delusa, ma ti riprenderai meglio sapendo di non aver perso nulla» Albert con la tranquillità che lo contraddistingue.
«Mi riprenderò tornando a casa mia, lontana da tutto» concludo io.
«Non puoi mettere da parte tutto ciò che hai fatto in questi mesi per lui, gliela daresti solo vinta»
«Non me ne frega niente di ciò che possa pensare lui, a me importa di me»
«Anche a me importa di te» si avvicina Vinnie afferrandomi il braccio e mi guarda dritto negli occhi:«Per questo ti dico, non ha senso che tu te ne vada»
«Chi sei tu per decidere che cosa sia meglio per me?» gli chiedo:«Non sto bene e tutto ciò che stai facendo è dirmi che cosa io debba fare»
«Hai ragione... Chi cazzo sono io per decidere no? Cole l'ha detto, sono solo il mezzo per arrivare a lui, per sistemare la vostra merda di relazione, quindi perché dovrei mai parlare?» sembra quasi arreso a quest'idea:«Fai quello che ti pare, io me ne tiro fuori» è la sua conclusione.
«Lo dici come se ti importasse... Ma in realtà, cosa ti cambia? Tanto sai benissimo che abbiamo fatto entrambi la stessa cosa, perché se io ho avuto bisogno di te per Cole, tu hai avuto bisogno di me per Monique. Siamo pari» rispondo.
«Non mi pare di aver detto il contrario» borbotta lui alzando le braccia come segno di resa.
«Bene allora»
«Arrivaci da sola alle cose»se ne va.
«Ci sono arrivata fino a oggi, non ti preoccupare per me»
Resto immobile e ferma a guardarlo. Nella mia testa galleggiano le sue parole, come se fossero una rivelazione. Vinnie pensa di essere stato solo un ostacolo da superare, ma non è stato così in fondo? Non lo so più nemmeno io, non ho idea di che cosa io abbia in questa dannata testa. Mi sento solo così confusa dalla situazione.
No che non è stato solo un ostacolo.
É stato qualcosa di più.
É qualcosa di più.
Altrimenti perché mi sto sentendo così vuota senza di lui in questa stanza?
«Quindi è vero! Al, te lo avevo detto, quanto mi devi come scommessa?» dice Nick.
«Nick puoi chiudere quella cazzo di bocca?» gli risponde Al.
Non posso permettermi che lui possa pensare questo, perché non è vero. Non è solo questo per me. Allora che cosa ci faccio ancora ferma qui? Sul posto? Perché qualsiasi cosa io dica, la situazione non cambierà. Potrà essere ferito, ma che cosa cambierà? Nella sua testa c'è sempre stata Monique, ci sarà sempre. Me ne ha dato la conferma.
«Me ne voglio andare» ripeto e comincio a sistemare le cose nei borsoni.

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PAUSE - Vinnie Hacker.
FanfictionBethany si trova in crisi con la sua relazione. Scopre il tradimento del proprio fidanzato e gli propone di pareggiare i conti per riportare in sintonia la loro relazione, cercando un ragazzo con cui ricambiare il tradimento. Ma se questo pareggiare...